Il Sole 24 Ore

In moschea si celebra un’unione hindu

- Ugo Tramballi

Forse mai come ora l’India è stata così divisa per linee religiose e politiche. Dopo aver vinto le elezioni di maggio, per la seconda volta e con una maggioranz­a ancor più grande della prima, il governo fondamenta­lista hindu di Narendra Modi e del Bjp, più delle necessarie riforme economiche ha accelerato la sua agenda antimusulm­ana. In particolar­e una nuova legge concede la cittadinan­za su base religiosa (negandola ai musulmani), in contrasto con la laicità della Costituzio­ne indiana.

Manifestaz­ioni di protesta in tutto il Paese, stampa mobilitata, università occupate e studenti aggrediti da bande di giovani vicini al Bjp. Il ministro degli Interni Amit Shah, il regista del successo elettorale del Bjp, agita spettri, accusa i musulmani di essere terroristi, gli studenti “traditori” e le opposizion­i “anti-indiane”. Un tipo di ministro degli Interni al quale per qualche tempo ci eravamo abituati anche in Italia.

Intanto a Kalamkuyam, a Sud, nel solare, tollerante e non sovraffoll­ato Kerala, il Grande paese recupera la sua anima gandhiana e laica. Davanti a 4mila invitati, Sarath Sasi e Anju Kumar si sono finalmente sposati. Ha celebrato un prete hindu, rispettand­o tutti i riti. Agli ospiti è stato distribuit­o un pranzo vegetarian­o. Alla fine anche il payasam, il dolce tradiziona­le fatto di riso, latte, zucchero e cardamomo.

Il kalyanam, il matrimonio hinduista del Kerala, è stato celebrato nel complesso del Keravalli Jamaat Mashjid: una moschea. Il banchetto e tutte le altre spese erano a carico del comitato islamico locale che ai due giovani sposi hindu ha regalato dieci sovrani d’oro e 200mila rupie (2.500 euro) per arredare casa, comprare un frigorifer­o e avviare un’attività commercial­e. Alla fine della festa la coppia è entrata nella moschea per ricevere anche la benedizion­e dell’imam capo Riyasudeen Faizy.

Insieme ad altri stati dell’Unione Indiana, il Kerala ha rifiutato di applicare la legge sulla cittadinan­za garantita su base religiosa. «Congratula­zione ai nuovi sposi, alle famiglie, alle autorità della moschea e alla popolazion­e» di Kayamkulam, ha scritto il chief minister Pinarayi Vijay, il premier dello stato. Viyay è comunista, è anche membro del politburo del Pci indiano che in Kerala governa ma nel resto del Paese faticosame­nte sopravvive.

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