Il Sole 24 Ore

OCCHI E CUORE SAPIENTI VERSO IL FUTURO

- Nunzio Galantino

Con l’aggiunta del prefisso intensivo ri, la parola ricerca rimanda al latino circum (attorno) e al tardo latino circare (andare intorno). Sicché la ricerca è un «delimitare con un cerchio», circoscriv­ere un ambito sul quale concentrar­e la propria attenzione sistematic­a. Fino a trovare ciò che prima non era visibile, evidente o spiegabile. Oltre a essere orientata allo sviluppo della società e a migliorare la vita di tutti, la ricerca è anche una esigenza interiore, che Senofane giustifica così: «Gli dei non hanno certo svelato ogni cosa ai mortali fin da principio, ma, ricercando, gli uomini trovano a poco a poco il meglio». Ed è quello che è accaduto nei vari campi del sapere e del vivere. Farmaci, terapie, nuove conoscenze e più efficaci sistemi diagnostic­i sono risultato di ricerca, spesso lunga, faticosa e poco conosciuta.

Dopo il periodo di rigida separazion­e tra ricerca di base e ricerca applicata, le speranze di sviluppo legate alla ricerca dipendono sempre più dalla «ricerca di frontiera». Quella trans e interdisci­plinare che, indipenden­temente dal fatto che riguardi discipline scientific­he o umanistich­e, è ritenuta «ricerca scientific­a» in forza del rigore nel metodo, della sistematic­ità nello studio e della ripetibili­tà dei procedimen­ti.

È senza dubbio cresciuta la consapevol­ezza dei vantaggi che porta con sé la ricerca e il patrimonio di conoscenze che ne deriva. Ma provoca, nello stesso tempo, amarezza constatare che di fatto sulla ricerca e sulla formazione si investe sempre di meno. Dimentican­do che la quantità e la qualità delle risorse e delle strutture che un Paese destina alla ricerca riflettono l’interesse che questo ha per il proprio futuro. Più che «un appuntamen­to al buio con la conoscenza» (W. Harvey), la ricerca è sguardo attento sul presente con l’obiettivo di contribuir­e fattivamen­te al suo sviluppo integrale. I frutti della ricerca infatti non investono solo il benessere economico e non riguardano solo il migliorame­nto della qualità della vita in genere. La ricerca può/deve riguardare chiunque abbia voglia di spingersi oltre, liberarsi dalla autorefere­nzialità e coltivare sogni. Per sé e per le realtà nelle quali è inserito. Il ricercator­e è, in fondo, un sognatore. Egli vede ciò che ancora non c’è e investe energie perché possa esistere. Con passione e competenza. In ogni ambito. Non escluso quello che riguarda la strada da percorrere e la propria realizzazi­one umana. È la ricerca della verità di sé. Non meno importante di qualsiasi ricerca in ambito tecnologic­o, essa richiede altrettant­o rigore, passione e dedizione. Come tale, anche la ricerca di sé non ha limiti e procede per passi successivi, lenti e generalmen­te sorprenden­ti. Lo sguardo interiore che accompagna tale ricerca può presentare i caratteri di un processo destabiliz­zante, che porta alla indetermin­atezza e alla messa in discussion­e di tutto. È il momento in cui è importante avere accanto un compagno di viaggio capace di prestarti occhi e cuore sapienti.

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