Il Sole 24 Ore

Un nuovo figlio fragile di Emma Dante

- —Renato Palazzi

Già nel titolo, Misericord­ia, c’è tutta Emma Dante. Il termine un po’ desueto, avvolto da un vago sentore di incenso, si riferiscea una vicenda concreta, a un sentimento preciso: lo spettacolo­si sarebbe potuto intitolare Compassion­e, Pietà, ma Misericord­ia ha un’altra pienezza, sa di procession­i, di antichi conventi, di cattedrali barocche. Anche l’ immagine iniziale delle tre donne sfiorite, sciatte, sformate dal peso dell avita che siedono infilasfer ruzzando,e pois i mettono a litigare in un dialetto stretto, a ritmo velocissim­o, sembra già contenere l’ intero mondo della regista.

Fra loro, su un’ altra sedia, c’ è un ragazzo magrissimo, coperto so loda un abitino femminile, che si muove convulsame­nte, co mese non avesse il controllo dei propri gesti, non parla, agitale braccia nell’ aria, si abbandona alle giravolte di una specie di danza vorticosa: è a sua volta parente stretto di altre figure create dalla Dante, il gemello handicappa­to del Festino, il giovane autistico del Castello dellaZi sa, cui Misericord­ia rimanda tantissimo. È lui il centro dell’ azione, il protagonis­ta ola vittima di una storia di ordinaria violenza e straordina­ria dedizione. Le tre donne vivono in una misera stamberga e sono prostitute che di giorno lavorano a maglia e di notte offrono i loro poveri corpi a una clientela di facile accontenta tura. Il ragazzo, apprendiam­o, è figli odi una collega uccisa a bastona teda un uomo, suo padre, che con quelle botte lo ha fatto nascere menomato. Le tre lo hanno cresciuto e accudito come fosse una loro creatura, ma ora non riescono più a tenerlo, e lo spettacolo celo mostra in procintodi essere ricoverato in un istituto dove avrà« una stanza cul’ arm adi oeic assetti» e« bella riscaldata», dove qualcuno si prenderà cura di lui. La trama è tutta qui, scarna, esilissima eppure densa di dolore e di speranza. Ma questo spaccato emotivo non si esprime in una sequenza di fatti: affiora - come spesso nel lavoro della Dante-da una tenue partitura di suoni, di voci, di azioni, un carillon che incanta il ragazzo, l’eco della banda che lo spinge a imitare un’ immaginari­agrancassa, la scena che si riempie di giocattoli­ni di plastica, la vestizione che trasforma in“bambino” quel metaforico Pinocchio, la struggente preparazio­ne della valigia in cui vengono riposte le sue poche cose, un pupazzetto, un cuscinetto ricamato dalla mamma...

Lo spettacolo, coprodotto dal Piccolo Teatro, dove ha debuttato, dal Biondo di Palermo e dalla Compagnia Sud Costa Occidental­e, è molto breve, un’ oretta scarsa, quasi la misura di uno“studio ”, ma realizzato con mano delicatiss­imae con la consueta grazia poetica. L astoria è toccante, le tre attrici, Italia Carroccio, Manuela Lo Sic co, Leonarda S affi e il danzatore Simone Zam belli sono bravissimi, ma fanno qualcosa di già noto. Chi non conosce la regista resterà colpito dal su ostile inconfondi­bile, dall’acre leggerezza della sua inventiva, chine segue l’ opera da sempre non potrà non trovarvi un piccolo concentrat­o dell’ immaginari­odell’ artista, una sorta di raffinato esercizio di emma dantismo.

MISERICORD­IA Emma Dante Milano, Piccolo Teatro Grassi fino al 16 febbraio

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