Un nuovo figlio fragile di Emma Dante
Già nel titolo, Misericordia, c’è tutta Emma Dante. Il termine un po’ desueto, avvolto da un vago sentore di incenso, si riferiscea una vicenda concreta, a un sentimento preciso: lo spettacolosi sarebbe potuto intitolare Compassione, Pietà, ma Misericordia ha un’altra pienezza, sa di processioni, di antichi conventi, di cattedrali barocche. Anche l’ immagine iniziale delle tre donne sfiorite, sciatte, sformate dal peso dell avita che siedono infilasfer ruzzando,e pois i mettono a litigare in un dialetto stretto, a ritmo velocissimo, sembra già contenere l’ intero mondo della regista.
Fra loro, su un’ altra sedia, c’ è un ragazzo magrissimo, coperto so loda un abitino femminile, che si muove convulsamente, co mese non avesse il controllo dei propri gesti, non parla, agitale braccia nell’ aria, si abbandona alle giravolte di una specie di danza vorticosa: è a sua volta parente stretto di altre figure create dalla Dante, il gemello handicappato del Festino, il giovane autistico del Castello dellaZi sa, cui Misericordia rimanda tantissimo. È lui il centro dell’ azione, il protagonista ola vittima di una storia di ordinaria violenza e straordinaria dedizione. Le tre donne vivono in una misera stamberga e sono prostitute che di giorno lavorano a maglia e di notte offrono i loro poveri corpi a una clientela di facile accontenta tura. Il ragazzo, apprendiamo, è figli odi una collega uccisa a bastona teda un uomo, suo padre, che con quelle botte lo ha fatto nascere menomato. Le tre lo hanno cresciuto e accudito come fosse una loro creatura, ma ora non riescono più a tenerlo, e lo spettacolo celo mostra in procintodi essere ricoverato in un istituto dove avrà« una stanza cul’ arm adi oeic assetti» e« bella riscaldata», dove qualcuno si prenderà cura di lui. La trama è tutta qui, scarna, esilissima eppure densa di dolore e di speranza. Ma questo spaccato emotivo non si esprime in una sequenza di fatti: affiora - come spesso nel lavoro della Dante-da una tenue partitura di suoni, di voci, di azioni, un carillon che incanta il ragazzo, l’eco della banda che lo spinge a imitare un’ immaginariagrancassa, la scena che si riempie di giocattolini di plastica, la vestizione che trasforma in“bambino” quel metaforico Pinocchio, la struggente preparazione della valigia in cui vengono riposte le sue poche cose, un pupazzetto, un cuscinetto ricamato dalla mamma...
Lo spettacolo, coprodotto dal Piccolo Teatro, dove ha debuttato, dal Biondo di Palermo e dalla Compagnia Sud Costa Occidentale, è molto breve, un’ oretta scarsa, quasi la misura di uno“studio ”, ma realizzato con mano delicatissimae con la consueta grazia poetica. L astoria è toccante, le tre attrici, Italia Carroccio, Manuela Lo Sic co, Leonarda S affi e il danzatore Simone Zam belli sono bravissimi, ma fanno qualcosa di già noto. Chi non conosce la regista resterà colpito dal su ostile inconfondibile, dall’acre leggerezza della sua inventiva, chine segue l’ opera da sempre non potrà non trovarvi un piccolo concentrato dell’ immaginariodell’ artista, una sorta di raffinato esercizio di emma dantismo.
MISERICORDIA Emma Dante Milano, Piccolo Teatro Grassi fino al 16 febbraio