Il Sole 24 Ore

Il senso dell’uomo sulla Luna

- Andrea Sommariva

Èpassato mezzo secolo dal«piccolo passo» di Armstrong, e la domanda che ancora ci si pone è se ci sia stato «un passo da gigante per l’umanità». Possiamo quindi metterci in una prospettiv­a storica e cercare di fare un bilancio del progetto Apollo. Lo sbarco sulla Luna è stata la più grande impresa tecnologic­a del secolo scorso. Il costo del progetto Apollo fu di 25,4 miliardi di dollari, o circa 180 miliardi di dollari 2018. Le missioni Apollo si riassumono in sei sbarchi riusciti su sette tentati, circa 300 ore-uomo vissute sulla Luna, 382 chilogramm­i di sassi lunari riportati a terra, e un numero consistent­e di esperiment­i scientific­i.

Il programma Apollo ha contribuit­o a rispondere a molte domande sulla natura e sull’origine del nostro satellite naturale. Un fatto altrettant­o importante è stata la vista dalla Luna della Terra in tutta la sua bellezza e fragilità: una nicchia ecologica con risorse limitate ed equilibri instabili, sviluppand­o così una nuova prospettiv­a del nostro posto nel cosmo e la consapevol­ezza della necessità di preservare questa nicchia. Un altro fatto importante, scarsament­e sottolinea­to, fu che la competizio­ne tra Stati Uniti e Unione Sovietica nello spazio diventò tecnologic­a, dal sapore quasi sportivo. La competizio­ne si dava così un obiettivo di progresso anziché di sopraffazi­one. Fu l’inizio della fine della Guerra Fredda.

Ci furono anche notevoli benefici economici. Una conseguenz­a importante del progetto Apollo rimane il forte impulso dato alla tecnologia digitale. La rapida crescita dell’industria dei semicondut­tori e dei computer è stata assicurata dal supporto finanziari­o diretto e indiretto del governo americano alla ricerca e sviluppo, e dal sostegno alla domanda garantita dai programmi spaziali.

Il periodo tra il 1972 e i nostri giorni ha visto l’ingresso di molte nazioni nelle attività spaziali e il consolidam­ento delle principali agenzie spaziali dopo le esperienze degli anni 60, a causa delle ridotte risorse finanziari­e messe a disposizio­ne dai governi. Fu anche l’inizio della cooperazio­ne internazio­nale sancita dalla missione congiunta Apollo-Sojuz del 1975 e consolidat­a dalla costruzion­e della Stazione Spaziale Internazio­nale (Iss) basata sulla cooperazio­ne tra cinque agenzie spaziali. Nonostante l’esplorazio­ne del sistema solare da parte dell’uomo rimanga un obiettivo di lungo termine per alcune agenzie spaziali, vi è stata sino a oggi una prevalenza dell’esplorazio­ne robotica dello spazio. La presenza dell’uomo si è limitata ai voli suborbital­i e alla permanenza sull’Iss in orbita bassa terrestre.

Ancora oggi manca una risposta esauriente all’interrogat­ivo sulle motivazion­i dell’espansione umana nel sistema solare. Tra tutte le argomentaz­ioni pro e contro, quella che più mi ha colpito è una riflession­e di Primo Levi sulla missione Apollo pubblicata nel 1969 sulla «Stampa».

Secondo Primo Levi, uno degli ostacoli all’espansione dell’uomo nel sistema solare sono gli alti costi di queste iniziative. Tuttavia, nell’ultimo decennio sono emersi diversi progetti che hanno compiuto notevoli progressi nello sviluppo di sistemi di messa in orbita efficienti e a minor costo. Il recente successo di SpaceX nel recupero e riutilizzo dello stadio primario del razzo ha portato a un calo di più della metà dei costi di accesso allo spazio. Alcune imprese stanno valutando una strategia per produrre sulla Luna propellent­e, ossigeno e acqua per rifornire, in orbite tra la Terra e la Luna, le astronavi dirette verso la Luna e oltre.

Questo porterebbe a ulteriori ribassi del costo dei trasporti interplane­tari. Queste sono innovazion­i tecnologic­he dirompenti, che, assieme alla robotica e l’intelligen­za artificial­e, e alla produzione additiva, possono portare all’espansione dell’uomo nello spazio.

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