Il senso dell’uomo sulla Luna
Èpassato mezzo secolo dal«piccolo passo» di Armstrong, e la domanda che ancora ci si pone è se ci sia stato «un passo da gigante per l’umanità». Possiamo quindi metterci in una prospettiva storica e cercare di fare un bilancio del progetto Apollo. Lo sbarco sulla Luna è stata la più grande impresa tecnologica del secolo scorso. Il costo del progetto Apollo fu di 25,4 miliardi di dollari, o circa 180 miliardi di dollari 2018. Le missioni Apollo si riassumono in sei sbarchi riusciti su sette tentati, circa 300 ore-uomo vissute sulla Luna, 382 chilogrammi di sassi lunari riportati a terra, e un numero consistente di esperimenti scientifici.
Il programma Apollo ha contribuito a rispondere a molte domande sulla natura e sull’origine del nostro satellite naturale. Un fatto altrettanto importante è stata la vista dalla Luna della Terra in tutta la sua bellezza e fragilità: una nicchia ecologica con risorse limitate ed equilibri instabili, sviluppando così una nuova prospettiva del nostro posto nel cosmo e la consapevolezza della necessità di preservare questa nicchia. Un altro fatto importante, scarsamente sottolineato, fu che la competizione tra Stati Uniti e Unione Sovietica nello spazio diventò tecnologica, dal sapore quasi sportivo. La competizione si dava così un obiettivo di progresso anziché di sopraffazione. Fu l’inizio della fine della Guerra Fredda.
Ci furono anche notevoli benefici economici. Una conseguenza importante del progetto Apollo rimane il forte impulso dato alla tecnologia digitale. La rapida crescita dell’industria dei semiconduttori e dei computer è stata assicurata dal supporto finanziario diretto e indiretto del governo americano alla ricerca e sviluppo, e dal sostegno alla domanda garantita dai programmi spaziali.
Il periodo tra il 1972 e i nostri giorni ha visto l’ingresso di molte nazioni nelle attività spaziali e il consolidamento delle principali agenzie spaziali dopo le esperienze degli anni 60, a causa delle ridotte risorse finanziarie messe a disposizione dai governi. Fu anche l’inizio della cooperazione internazionale sancita dalla missione congiunta Apollo-Sojuz del 1975 e consolidata dalla costruzione della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) basata sulla cooperazione tra cinque agenzie spaziali. Nonostante l’esplorazione del sistema solare da parte dell’uomo rimanga un obiettivo di lungo termine per alcune agenzie spaziali, vi è stata sino a oggi una prevalenza dell’esplorazione robotica dello spazio. La presenza dell’uomo si è limitata ai voli suborbitali e alla permanenza sull’Iss in orbita bassa terrestre.
Ancora oggi manca una risposta esauriente all’interrogativo sulle motivazioni dell’espansione umana nel sistema solare. Tra tutte le argomentazioni pro e contro, quella che più mi ha colpito è una riflessione di Primo Levi sulla missione Apollo pubblicata nel 1969 sulla «Stampa».
Secondo Primo Levi, uno degli ostacoli all’espansione dell’uomo nel sistema solare sono gli alti costi di queste iniziative. Tuttavia, nell’ultimo decennio sono emersi diversi progetti che hanno compiuto notevoli progressi nello sviluppo di sistemi di messa in orbita efficienti e a minor costo. Il recente successo di SpaceX nel recupero e riutilizzo dello stadio primario del razzo ha portato a un calo di più della metà dei costi di accesso allo spazio. Alcune imprese stanno valutando una strategia per produrre sulla Luna propellente, ossigeno e acqua per rifornire, in orbite tra la Terra e la Luna, le astronavi dirette verso la Luna e oltre.
Questo porterebbe a ulteriori ribassi del costo dei trasporti interplanetari. Queste sono innovazioni tecnologiche dirompenti, che, assieme alla robotica e l’intelligenza artificiale, e alla produzione additiva, possono portare all’espansione dell’uomo nello spazio.