PARMA E MILANO BATTONO IL CALO DEMOGRAFICO
Un decennio alla prova del crollo delle nascite e delle fughe all’estero: Parma e Milano catalizzano nuovi residenti, seguite da Roma (che però dal 2017 scende). Urbino in coda
Opportunità di lavoro, servizi, funzionalità “logistica”. Per italiani e stranieri. Sono questi alcuni dei fattori che, nel decennio che ci siamo lasciati alle spalle (2009-2019), hanno fatto crescere i residenti di Parma (+14%) e Milano (+13,5%), rispettivamente prima e seconda nella classifica dei centri urbani più attrattivi, elaborata dal Sole 24 Ore su dati Istat .
In un contesto di sostanziale stabilità della popolazione residente in
Italia (+0,5%) - che nel decennio è stata trainata dalla quota dei residenti stranieri e, anzi, dal 2014 ha cominciato a calare - Urbino (-7,2%) e Ascoli Piceno (-5,3%) hanno registrato la flessione più significativa. In linea con la minore attrattività delle aree interne, ma anche con il trend che ha portato i residenti dei centri storici delle città turistiche e universitarie ad affittare i propri appartamenti.
Parma e Milano attirano nuovi residenti, Urbino e Ascoli Piceno si spopolano. C’è chi vince e chi perde nella battaglia delle città contro il calo demografico. Nell’ultimo decennio i capoluoghi di provincia hanno cambiato pelle, ma solo alcuni sono riusciti a mitigare gli effetti legati declino della popolazione, in corso dal 2014 in Italia. Il bilancio dei centri urbani più attrattivi, elaborato dal Sole 24 Ore sulla popolazione residente dal 2009 al 2019, mette in luce quali città sono state capaci di invertire il crollo delle nascite e l’impennata delle fughe all’estero, senza trascurare l’importante contributo (anche se non decisivo) dei residenti stranieri regolari, in crescita del 35% a livello nazionale nel decennio (la loro incidenza sul totale dei residenti è passata dal 6,5% all’8,7%).
La prima città per crescita demografica è Parma che registra un aumento del 14% della popolazione, passata dai 172mila cittadini del 2009 agli attuali 196mila. Un record anche legato all’appeal della città, salita al decimo posto nell’ultima classifica sulla Qualità della vita del Sole 24 Ore: «Nel 2015 il termine “attrattività” è stato inserito nel documento unico di programmazione del Comune come parola chiave - spiega Marco Bosi, vicesindaco con delega ai servizi demografici -. Parma attrae aziende e lavoratori ai quali offre una qualità della vita diversa, fatta di brevi spostamenti casa-lavoro e di servizi di alto livello». Tra questi, quelli per l’infanzia che «puntano ad agevolare il lavoro femminile». In città gli stranieri sono passati dal 12 al 16,7% del totale, aumentando del 62 per cento: «Gli immigrati - chiosa Bosi - sono riusciti a trovare lavoro che poi è la chiave per regolarizzarsi e integrarsi».
Subito dopo il capoluogo emiliano, nella classifica delle città più attrattive si incontrano Milano e Roma. Le due metropoli, per motivi diversi, nel decennio sono riuscite a catalizzare nuovi cittadini, crescendo rispettivamente del 13,5 e dell’11%, anche se la Capitale negli ultimi tre anni ha invertito la rotta iniziando a perdere residenti. Su questi trend, in parte, incidono i flussi degli stranieri, diventati il 19,5% della popolazione a Milano e il 13% a Roma. Ma sul decennio pesano anche altri fattori, che consentono di attutire l’impennata delle fughe oltreconfine (+60,6% di cancellati per l’estero nel capoluogo lombardo, +124% nella Capitale) e il calo dei nuovi nati (rispettivamente -12,5% e -23%). Ad esempio, rispetto al 2009 Milano ha conquistato circa 7mila trasferiti da altri Comuni (+28%) che, per mille ragioni, hanno scelto la città per vivere.
In fondo alla classifica troviamo capoluoghi medio-piccoli, distribuiti principalmente al CentroSud: Carrara, Benevento, Messina e Ascoli Piceno. Ultima è Urbino, che nei 10 anni ha perso il 7,2% dei residenti, toccando quota 14.361 persone. “Effetto collaterale”, anche, dei due punti di forza della città: la bellezza (è patrimonio Unesco) e l’università. «Il fatto che la città fosse così tutelata - racconta il sindaco Maurizio Gambini - già negli anni Ottanta e Novanta ha limitato l’espansione edilizia portando le giovani coppie a spostarsi fuori città. I proprietari delle case nel centro storico, invece, le hanno lasciate per affittarle a turisti e studenti». Sul trend demografico di Urbino pesa anche la presenza ridotta di immigrati, passati dall’11,3 al 9,1 per cento.
Più in generale, mettendo in classifica il trend demografico degli oltre 8mila Comuni italiani (si vedano le classifiche a sinistra), si scopre che a crescere sono il 38% del totale. Senza considerare gli enti locali “cessati” nel decennio (magari perché fusi con altri) oppure quelli troppo giovani (nati di recente), tutti gli altri registrano saldo negativo. Lo spopolamento si accentua nelle aree interne o svantaggiate, mentre diventano più ambite le zone «satellite» delle grandi città.
PARMA È il capoluogo di provincia che nel decennio ha conquistato più residenti, registrando un incremento del 14% della popolazione residente
URBINO È il capoluogo che ha perso il maggior numero di residenti nel decennio 20092019, registrando una flessione del 7,2% della popolazione residente