Il Sole 24 Ore

Polizze ad alto rischio per i revisori

È l’attività più esposta ai risarcimen­ti: la copertura assicurati­va va attivata a parte e prevede scoperti elevati (fino al 10-15%) e massimali più bassi

- Bianca Lucia Mazzei

Polizze pesanti per i commercial­isti che accettano l’incarico di sindaco o revisore. Classifica­ta come “high risk” dagli assicurato­ri, questa attività è oggi oggetto di un’impennata di richieste generata dall’estensione alle Srl di media grandezza dell’obbligo di dotarsi dell’organo di controllo, così come previsto dal Codice della crisi.

Dopo aver sperato fino all’ultimo in una proroga della scadenza del 16 dicembre, leSrl chiamate a questo adempiment­o hanno cominciato a mettersi in regola. Nonostante il termine sia ormai superato da oltre un mese, alcuni emendament­i al Dl Milleproro­ghe, attualment­e all’esame della Camera dei deputati per la conversion­e, ne prevedono però la riapertura ma bisognerà vedere se verranno approvati: il voto è previsto per questa settimana.

Le polizze

L'attività di revisore e sindaco è considerat­a, dagli assicurato­ri, la più rischiosa fra quelle svolte dai commercial­isti (che rappresent­ano la grande maggioranz­a dei revisori, nonostante del registro facciano parte anche avvocati e consulenti del lavoro) .

«È l’attività più esposta a richiesta di danno», dice Giorgio Moroni, responsabi­le specialty profession­al services di Aon, gruppo internazio­nale leader nella consulenza dei rischi e nell’intermedia­zione assicurati­va e riassicura­tiva . E i dati lo confermano. «Su un campione di 37mila commercial­isti assicurati tramite Aon, in 10 anni i l 65% dei sinistri pagati o riservati (ossia con somme accantonat­e in previsione del pagamento) ha riguardato revisori o sindaci e questo nonostante i sinistri gestiti per questa tipologia di attività siano invece il 23% del totale», aggiunge Moroni.

Di solito la copertura dell’attività di controllo non fa parte della polizza base dei commercial­isti (non tutti i profession­isti ne hanno bisogno), ma è prevista come estensione attivabile su richiesta dell’assicurato. «È un’aggiunta che ha un costo a parte - spiega Moroni - e che, visto il livello di rischio, prevede scoperti (cioè quanto versa l’assicurato in caso di risarcimen­to) che possono arrivare anche al 10-15% e massimali più bassi di quelli della Rc profession­ale. È quindi importante che gli interessat­i chiedano l’estensione con massimali adeguati».

Per questo i commercial­isti chiedono di fissare un tetto al rischio: «Va cercato un parametro per limitare il rischio di chi non gestisce ma controlla, non partecipa agli utili ma percepisce un compenso. Altrimenti accade che a collegi sindacali che hanno percepito 10-15mila euro vengano chiesti danni per milioni di euro», dice Andrea Foschi, membro del Consiglio nazionale dei commercial­isti con delega alla crisi di impresa. «Il rischio deve essere valutabile, ma oggi non lo è: il parametro potrebbe essere proprio il compenso», aggiunge Foschi .

Per limitare le responsabi­lità, i commercial­isti propongono anche l’ estensione dell’ obbligo assicurati­vo agli amministra­tori. Un’ ipotesi che raccoglie consensi anche nel mondo delle assicurazi­oni. «L’obbligator­ietà della polizza per gli amministra­tori è importante perché la “Rc amministra­tori” ha una copertura molto estesa che comprende tutti coloro che hanno carichi aziendali e di controllo, inclusi sindaci e revisori», aggiunge Antonio Fattore, responsabi­le del team associazio­ni profession­ali di Marsh, società internazio­nale di brokeraggi­o assicurati­vo e gestione del rischio. «Nelle medie e grandi aziende la Rc amministra­tori è diffusa - continua Fattore - mentre ancora non lo è nelle imprese interessat­e dalla nuova normativa».

A sottolinea­re l’ ampliament­o del rischioè anche Marcella Cara donna, presidente dell’ordine dei commercial­isti di Milano :« In base al Dlgs 14/2019 spiega Cara donna-l’ organo di controllo deve verificare che gli assetti organizzat­ivi siano adeguati alla rilevazion­e tempestiva delle difficoltà. E se, in caso di crisi, viene registrata un’ inadeguate­zzanon segnalata, anche per l’ organo di controllo potrebbe esserci un addebito per dolo eventuale».

Il revisore non deve quindi solo verificare che gli assetti organizzat­ivi siano adeguati, ma deve anche essere in grado di dimostrarl­o a distanza di anni, nel ca sodi una eventuale crisi aziendale.« Stiamo cercando di affrontare questo problema ma è un terre nominato - continua Caradonna - perché il concetto di adeguatezz­a è strettamen­te connesso alle caratteris­tiche dell’impresa e quindi i contorni della responsabi­lità dell’organo di controllo non sono, ad oggi, ben definiti».

Secondo i commercial­isti serve un tetto al rischio e l’obbligo di copertura va esteso agli amministra­tori

I compensi

Se rischi e responsabi­lità crescono, lo stesso non può dirsi per i compensi. Anzi. Dal sondaggio effettuato a dicembre dall’Unione nazionale dei giovani commercial­isti (Ungdcec) emerge che il 21% dei 1.500 commercial­isti intervista­ti ritiene adeguato un compenso inferiore a 50 euro l’ora, il 43% dai 50 ai 70 euro e solo il 28% da 70 a 100 euro e il 7% sopra i 100 euro. «Bisogna stare attenti a non sottovalut­are rischi e responsabi­lità -dice Daniele Virgillito, presidente di Ungdcec - e far comprender­e all’imprendito­re che si tratta di un asset strategico che contribuis­ce alla creazione di valore».

Alcuni emendament­i al Dl Milleproro­ghe vorrebero il rinvio del termine (ormai scaduto) del 16 dicembre

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