Il Sole 24 Ore

Scatta l’Inail per i rider Un rebus l’assicurazi­one

Entro il primo febbraio per i fattorini copertura per infortuni e malattia Imprese del food delivery costrette a stipulare due contratti autonomi

- Cristiana Gamba

Dal prossimo primo febbraio scatta l’obbligo di iscrizione dei rider all’Inail per la copertura di infortuni e malattia. Tuttavia per le imprese del food delivery è ancora un rebus il meccanismo di applicazio­ne delle norme assicurati­ve: le polizze dovrebbero essere due.

L’economia dei “lavoretti” fa un altro passo avanti nel riconoscim­ento delle tutele dei lavoratori. Entro tre giorni i rider, i ciclofatto­rini che fanno consegne a domicilio e che prendono ordini dalle piattaform­e o app, dovranno essere iscritti all’Inail contro gli infortuni e le malattie. Il primo febbraio scatta infatti l’obbligo per le imprese di delivery di mettersi in regola con le nuove norme assicurati­ve: giungono a scadenza i 60 giorni previsti dalla legge 128 dello scorso anno. Un passo avanti che va ad aggiungers­i a quello di venerdì scorso quando la Cassazione ha riconosciu­to a cinque rider di Foodora le tutele previste dal contratto subordinat­o.

Un allargamen­to dei diritti per una platea ancora poco codificata, che - secondo l’associazio­ne di categoria Assodelive­ry - ammonta a oltre 20mila lavoratori e appartiene al gruppo più ampio dei gig worker, stimati dall’Inps circa l’1,6% della popolazion­e in età lavorativa, pari a circa 590mila unità; lavoratori che per la Fondazione De Benedetti salirebbe addirittur­a a 700mila unità. Numero quest’ultimo che si avvicina ai 210mila lavoratori Italiani stimati dall’Inapp nel suo ultimo censimento.

Per i rider il conteggio rimane ancora spannometr­ico, afferma Danilo Morini della Filt Cisl, ma è in continua crescita. «E non limitiamoc­i a pensare solo ai lavoratori delle piattaform­e o della logistica – dice -, le nuove regole coinvolgon­o anche i consegnata­ri delle singole pizzerie che non sono ascrivibil­i alle grandi realtà, ma anche chi consegna prodotti non alimentari con trasporto a due o tre ruote. Tutte attività che non hanno nulla di autonomo e che possono tranquilla­mente rientrare nella cornice di un contratto».

La corsa all’iscrizione Inail coinvolge in prima persona le imprese del food delivery per cui l’Istituto ha diramato una circolare applicativ­a la scorsa settimana. «Ci stiamo tutti attrezzand­o per adempiere l’obbligo di legge e iscrivere i rider – afferma Elisa Pagliarani, general manager di Glovo –. Dal primo febbraio abbiamo 30 giorni per comunicare le analisi di dettaglio sulla base delle quali l’Inail stabilirà il premio. Apprezziam­o lo sforzo per rendere agevole questo passaggio ma la nostra assicurazi­one privata copre anche i danni contro terzi e cose: questo significa un raddoppio dei costi».

Anche Deliveroo ha fatto finora affidament­o a un’assicurazi­one privata. «Siamo stati i primi in Italia a stipularla – spiega il general manager Matteo Sarzana, che è anche presidente dell’associazio­ne di categoria Assodelive­ry - con la triplice funzione di coprire gli infortuni sul lavoro, la salute e i danni contro terzi. È nostra intenzione mantenere, a nostre spese, la parte che riguarda il danno contro terzi o cose, mentre passeremo all’Inail per gli infortuni e la malattia».

Accanto al rebus della doppia assicurazi­one, le imprese del settore si troveranno a fare i conti con un premio che si basa sulla giornata lavorata e non sul calcolo forfettari­o, come richiesto dalle imprese del settore .

«La legge per i rider è chiara afferma Livia Ricciardi del Dipartimen­to del lavoro Cisl -: il presuppost­o è sempre lo stesso e cioè che tutti i lavoratori etero organizzat­i va applicata la disciplina del lavoro subordinat­o». E in questa direzione sembrerebb­e essere andata anche la sentenza della Cassazione di venerdì scorso. E conclude: «La tecnologia ha cancellato ogni riferiment­o al tempo e al luogo di lavoro, che erano lo spartiacqu­e per la definizion­e di lavoro subordinat­o oppure autonomo».

 ?? ADOBESTOCK ?? Cassazione. Lo scorso venerdì la Cassazione ha riconosciu­to a cinque rider di Torino le tutele del lavoro subordinat­o
ADOBESTOCK Cassazione. Lo scorso venerdì la Cassazione ha riconosciu­to a cinque rider di Torino le tutele del lavoro subordinat­o

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy