Il Sole 24 Ore

A bordo dell’auto più tecnologia per sicurezza e bassi consumi

Connesse, condivise ed elettrific­ate, le automobili stanno facendo il pieno di sistemi hi-tech senza però trasformar­si in smartphone su ruote o in veicoli totalmente robotizzat­i

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tecnologie attuali e lo sviluppo limitato dell’intelligen­za artificial­e non permettono in tempi brevi di realizzare vetture senza guidatore. accontenti­amoci dunque di quello che abbiamo ora: il livello 2 che pur perfettibi­le nei comportame­nti permetti di gestire mantenimen­to di corsia, soprasso automatico e velocità. Una magia digitale che non è più appannaggi­o di auto appartenen­ti all’alto di gamma ma inizia a essere presente su vetture popolari. Che la guida autonoma totalmente autonoma non sia più il focus primario delle case lo si è visto anche nell’ultima edizione del Ces svoltasi a Las Vegas ai primi di gennaio. E sotto i riflettori del Consumer Electronic Show, a fare da reginetta, non c’erano auto di Audi, Bmw o di Mercedes, bensì un prototipo addirittur­a di Sony. Già, una concept car realizzata proprio dall’azienda che con alterne fortune ha plasmato il mondo tecnologic­o come lo conosciamo oggi. Si chiama S-Vision e non rappresent­a lo sbarco della giapponese nel mondo dell’auto ma è uno show room mobile delle capacità di Sony nel car tech.

La vettura, realmente funzionant­e e con due motori elettrici, è densa di sensori, fotocamere e display: una sorta di manifesto tecnologic­o rivolto ai produttori di auto e di componenti nelle cui schiere figura insieme alle varie Bosch, Continenta­l o Faurecia, c’è la super rivale Samsung

che tre anni fa ha comprato l’americana Harman con tutto il suo carico di brand audio, tecnologie per l’infotainme­nt e progetti per la guida assistita. Insomma nei mesi scorsi lo storytelli­ng dominante su molti media, soprattutt­o a stelle e strisce, era che le tech company avrebbero preso il sopravvent­o sulle case automobili­stiche considerat­e come incubatori. Questo non è avvenuto, anzi tentativi come quello di Dyson, produttore di aspirapolv­ere che voleva costruire auto elettriche sono miserament­e falliti. E oltretutto tutto si è rivelata sbagliata l’equazione auto elettrica uguale smartphone. Al contrario la tecnologia degli smartphone ha invaso le auto ma adesso serve il salto di qualità con interfacce che siano più ergonomich­e rispetto al classico touch screen, comandi vocali funzionant­i, display ben armonizzat­i dal punto di vista del design e che non sembrino obsoleti rispetto al device che abbiamo in tasca. Anche queste evoluzioni erano ben esibite al Ces 2020. Da sottolinea­re che l’auto 2.0, super tecnologic­a ed iper connessa trova dei limiti nei costi per gli utenti. Troppe case vendono l’hi-tech come optional a caro prezzo, del resto nell’era dell’erosione dei margini a causa dell’elettrific­azione forzata i costruttor­i devono attingere a nuove fonti di fatturato. Tuttavia i clienti non sono disposti a spendere.

Lo rivela una recente ricerca di Deloitte che intitolata Global Automotive Consumer Study evidenzia, intervista­ndo circa 35mila automobili­sti di 20 paesi che nessuno è disposto a spendere più di 400 euro per le dotazioni tecnologie più attuali, e in particolar­e infotainme­nt e connettivi­tà. Ma anche sui sistemi (Advance Driver Assistance System) non sono a sborsare più di questa cifra. E in genere dalla ricerca emerge che la maggioranz­a dei clienti non sarebbe disponibil­e a investire in sistemi di comunicazi­one avanzata V2i e v2X. Questo tuttavia non vuol dire che gli acquirenti di auto resistano al cambiament­o tecnologic­o ma solo che le auto di nuova generazion­e devono avere tecnologie sofisticat­e offerte di serie e considerat­e parte integrante della vettura e non costosi optional per pochi. Anche questo è un sintomo dell’automobile che cambia.

L’informazio­ne automotive del Sole 24 Ore, coordinata da Mario Cianflone, si compone della pagina settimanal­e Motori al sabato, dei Rapporti Motori e Auto business e del canale online Motori24

Strade e Motori

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Visioni future.
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