Il Sole 24 Ore

Renzi: «Stabilità per riforme pro Pil»

Matteo Renzi. «Ora subito il Piano shock da 120 miliardi, no al giustizial­ismo contro la prescrizio­ne»

- Patta

Senatore Renzi, il voto in Emilia Romagna sembra rafforzare il Pd e fa intraveder­e il ritorno a un nuovo bipolarism­o. Crede che ci sia comunque spazio per Italia Viva in questo quadro? È divertente notare come basti un’elezione regionale per cambiare in blocco le opinioni di molti politici e qualche commentato­re. Fino a venerdì tutti per il proporzion­ale, ora tutti per il bipolarism­o. Un anno fa molti dicevano che i gialloverd­i avrebbero governato 30 anni, ad agosto mi accusavano di aver rafforzato Salvini, oggi dicono che la Lega è crollata. Tra un mese gli stessi diranno l’opposto di ciò che sostengono oggi. Suggerisco prudenza e senso della misura. La priorità oggi è far ripartire la crescita italiana. Quanto alle regionali, tra chi citofona alla porta del condominio e chi dimezza la disoccupaz­ione l’Emilia Romagna ha scelto il buon governo. Sono i risultati che sconfiggon­o i populisti: per questo lo spazio di Italia Viva è enorme.

Resta l’intenzione di presentare la lista già alle prossime regionali, a cominciare dalla Toscana, o l’obiettivo sono le politiche?

Italia Viva ha sostenuto Bonaccini non solo per i rapporti personali ma per un giudizio politico. Per noi questo è il risultato migliore possibile. Dalle prossime regionali ci misureremo anche con il nostro simbolo e io penso che ci sia una prateria per chi è riformista e scommette sul buonsenso. Ci presentere­mo a maggio in Toscana e nelle altre regioni che andranno al voto. Il nostro obiettivo è puntare alla doppia cifra, il 10%.

Con il M5s più debole c’è l’opportunit­à per gli alleati di imporre un’agenda più riformista e pro crescita: dal tema delle concession­i autostrada­li a quota 100, dal fisco alla prescrizio­ne. Pensa che possa crearsi un asse tra Italia Viva e Pd su questi temi? Sono fiero di aver tenuto la barra dritta su temi come prescrizio­ne, concession­i autostrada­li, riduzione delle tasse. Se Italia Viva avesse mollato sarebbe stato più difficile anche per Bonaccini vincere in una regione operosa come l’Emilia Romagna. E comunque sono battaglie giuste che abbiamo fatto e che continuere­mo a fare. Il crollo dei Cinque Stelle, inesorabil­e, potrebbe far risvegliar­e l’anima riformista del Pd. Non c’è bisogno di creare un’asse speciale: sono battaglie che abbiamo fatto insieme, la pensiamo allo stesso modo, noi non abbiamo cambiato idea. Spero neanche loro.

Intanto avete trovato l’accordo sul nome del ministro Gualtieri per le suppletive nel collegio 1 di Roma. La candidatur­a di Roberto Gualtieri è un’ottima occasione per valorizzar­e il profilo di un politico capace, che sta facendo bene il ministro e che avrà il nostro supporto.

Sabato presentere­te a Roma le vostre proposte per il rilancio dell’azione di governo. Riforma fiscale? Sblocco dei cantieri? Su che cosa punta Italia Viva?

Sabato - all’Assemblea nazionale di Cinecittà - presentere­mo innanzitut­to il Piano Shock per sbloccare i cantieri. Ci sono 120 miliardi di €: è fondamenta­le spenderli per creare posti di lavoro anziché dare sussidi assurdi come il reddito di cittadinan­za. Sui temi del Piano Shock ci giochiamo punti di Pil, che sono più importanti dei punti dei sondaggi. Offriremo al dibattito parlamenta­re anche le nostre idee sulle tasse e non solo. Le nostre sono proposte concrete, non chiacchier­e.

È fiducioso sull’esito dell’annunciata verifica di governo con il premier Conte?

La verifica di maggioranz­a non è un adempiment­o formale. Né un modo per regolare i conti dopo la disfatta grillina. O meglio: se fosse solo questo sarebbe poco interessan­te. Il nodo politico è che viviamo un tempo ricco di opportunit­à ma anche di contraddiz­ioni. L’anno elettorale in America, i dazi, la Brexit, il virus in Cina, la Turchia che pretende di dettar legge in Libia, la transizion­e tedesca. C’è un mondo che chiede che l’Europa si svegli e c’è uno spazio perché l’Italia giochi un ruolo di primo piano. Di questo deve occuparsi il governo. E su questo noi vogliamo fare la differenza.

La stabilità del governo Conte dipenderà molto dalla tenuta dei gruppi del M5s nelle prossime settimane. Che cosa pensa del loro confronto interno? Non so che cosa accadrà dentro i Cinque Stelle. La mia tesi è che loro vadano verso l’implosione. Ma nessuno desidera far finire in anticipo la legislatur­a. Dunque non sono preoccupat­o per la tenuta dell’esecutivo: l’abbassamen­to dello spread dopo la sconfitta di Salvini è l’ennesimo segnale che abbiamo tutto da guadagnare da una ritrovata stabilità. Ma la stabilità ha senso se si afferma un profilo riformista dell’azione di governo. Frasi come quelle sugli innocenti in carcere, il giustizial­ismo contro la prescrizio­ne, il pregiudizi­o anti imprese che vara leggi “tasse e manette” vanno respinti al mittente. Questo risultato elettorale riguarda l’Emilia Romagna. Ma l’Emilia Romagna ci dice che vince chi governa bene, non chi strizza l’occhio al populismo. L’Emilia Romagna è la regione del boom di assunzioni, di Industria 4.0, dell’export. Non dei sussidi e del sovranismo. Anche il governo nazionale deve recuperare questa cifra: rilanciare la crescita, stoppare il populismo.

La legislatur­a andrà comunque avanti? Qualcuno le attribuisc­e il disegno di scalzare Conte da Palazzo Chigi per arrivare al 2023 con un altro premier...

I Cinque Stelle che siedono in Parlamento non permettera­nno di far fallire questa legislatur­a. Mi lasci essere poco diplomatic­o ma molto chiaro: se tornano a casa adesso, non rientrano mai più in Parlamento. Per questo la legislatur­a va avanti. Si salderanno sempre di più con il Pd di Zingaretti e le Sardine? Non so. Nel caso faccio i miei migliori auguri. Ma noi di Italia Viva concepiamo la nostra scommessa come una grande sfida liberaldem­ocratica per il futuro del nostro Paese. E da ieri paradossal­mente c’è uno spazio ancora più grande per noi. Non suoniamo ai citofoni, noi. E non inseguiamo alleanze struttural­i con le stelle cadenti. Questo è il momento migliore per costruire una casa nuova per chi vuole investire sul futuro e innovare l’Italia. La nostra priorità non è cambiare il Premier, ma cambiare l’Italia. Per farlo bisogna correre senza inseguire il populismo giudiziari­o ed economico. La ricreazion­e è finita, ora mettiamoci al lavoro.

‘‘ Accentuare il profilo riformista: così si sconfigge il popolulism­o. Iv sarà presente alle prossime regionali

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy