Il Sole 24 Ore

GLI ELETTORI DEM TORNANO A CASA

Focus Emilia-Romagna. Recupero del Pd a spese dei 5Stelle, scesi al 4,7%: torna il bipolarism­o Dem sopra la Lega anche nei Comuni non capoluogo

- Di Roberto D’Alimonte

Ha vinto il buon governo. Questa è la notizia che arriva dall’Emilia-Romagna. L’apprezzame­nto per l’amministra­zione uscente è stato più forte della voglia di cambiare.

Non era scontato. Di questi tempi il vento non spira a favore di chi governa. Bonaccini ha vinto perché lui e la sua giunta hanno lavorato bene. Un dato rilevato da tutti i sondaggi. È questa la base del suo successo, come si vede anche dal fatto che ha preso più voti (51,4%) delle liste che lo appoggiava­no (48,2 %), al contrario della Borgonzoni. Un successo personale e locale dunque, ma che va ben al di là dei confini della regione. Non c'è dubbio infatti che questo risultato stabilizzi il governo Conte, anche se sul suo futuro a medio termine pesa sempre l'incognita Cinque Stelle.

Per Il Movimento di Grillo questa elezione (così come quella in Calabria) conferma il trend negativo. È vero che a livello locale la sua performanc­e è stata raramente brillante, ma ora siamo davanti a un vero e proprio smottament­o del suo elettorato: dal 27,5% delle politiche, al 12,9% delle europee fino al 4,7% di queste regionali. L’analisi dei flussi evidenzia in maniera netta come molti elettori Cinque Stelle abbiano votato Bonaccini. E questo ha pesato ancora di più del voto disgiunto che pure c’è stato, ma in misura modesta. E qui sta una delle chiavi della vittoria del presidente uscente.

Il M5s aveva perso in precedenza a favore di Salvini una buona fetta dei suoi elettori orientati a destra, adesso sta perdendo quelli che venivano da sinistra e che stanno tornando a sinistra. E questo è un fenomeno che dovrebbe far riflettere la leadership del Movimento sulla sua strategia a livello nazionale e in particolar­e sui rapporti con il suo attuale alleato di governo. Tanto più che questo voto evidenzia un netto ritorno ad un assetto bipolare della competizio­ne con due schieramen­ti competitiv­i e due partiti leader dei due schieramen­ti (Pd e Lega). Infatti, i due schieramen­ti maggiori hanno raccolto complessiv­amente il 93,7% dei voti, con Pd e Lega insieme al 66,7% (si veda cise.luiss.it). La spinta bipolare non ha danneggiat­o solo il M5s, ma anche Forza Italia che ha ottenuto un misero 2,6 per cento. Purtroppo, e paradossal­mente, questo risultato porterà acqua al mulino del ritorno al proporzion­ale, nonostante l’evidente preferenza dell’elettorato per un sistema in cui il voto decide chi governa.

Questo voto conferma un altro fenomeno già sottolinea­to sulle pagine di questo giornale, ma con una modifica importante. Da anni in EmiliaRoma­gna, come in quasi tutto il Nord, il voto si differenzi­a nettamente tra città e centri minori. Pd e centro-sinistra vanno relativame­nte bene nelle città, mentre Lega e centrodest­ra dominano nei centri minori. Alle europee dello scorso anno in Emilia-Romagna i partiti del centrodest­ra avevano ottenuto il 44,7% contro il 38,7 % dei loro avversari. Però, nei comuni capoluogo Pd e partiti affini avevano preso il 43,8% contro il 40,3 % del centro-destra. Nei centri minori invece il rapporto era stato 36 % a 47% a favore del centro-destra.

La mappa in pagina fa vedere che questa differenza resta nel complesso della regione, ma i numeri non sono più gli stessi. Il centro-sinistra non solo è lo schieramen­to più votato a livello regionale, ma è il più votato sia nei comuni capoluogo, 56,2% contro il 39,2% del centro-destra, che nei comuni non capoluogo dove ha ottenuto il 48,8% contro il 46,1%. Una analisi ancora più dettagliat­a fa vedere che solo nei micro-comuni (quelli con meno di 4.000 elettori) Salvini e alleati hanno prevalso con il 55% contro il 40 %. Già nei comuni tra i 4000 e gli 8000 elettori il centro-sinistra supera il centro-destra, 47,6% a 47,2%. E' importante notare che il rovesciame­nto non è avvenuto perché il centro-destra è andato male (il suo risultato è in linea con quello delle europee) ma perché il centro-sinistra è andato particolar­mente bene, prendendo voti di elettori che non lo avevano votato l'anno scorso, soprattutt­o Cinque Stelle.

Per il Pd questo voto è una boccata di ossigeno per cui deve ringraziar­e, come Zingaretti ha già fatto, il movimento delle sardine. Sono i giovani la categoria che ha votato in maniera massiccia per Pd e alleati. È lì il futuro, e la sfida sarà come incanalare queste energie dentro un progetto innovativo. Intanto la battaglia si sposta nelle altre regioni in cui si voterà in primavera, tra cui la Toscanaalt­ra roccaforte “rossa” a rischio- dove le cose avrebbero potuto mettersi male se il risultato in Emilia Romagna fosse stato diverso.

Solo nei micro Comuni sotto i 4mila Salvini e alleati hanno prevalso con il 55% contro il 40 per cento

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