Il Sole 24 Ore

Piano Coldiretti per una economia green

Impianti per il biometano possono coprire fino al 12% del consumo di gas in Italia

- Ettore Prandini*

Con 14 miliardi di euro di danni negli ultimi dieci anni l’agricoltur­a è uno dei settori più colpiti dai cambiament­i climatici che mettono a rischio non solo la produzione di cibo, ma anche la sicurezza delle persone, la tenuta idrogeolog­ica dei territori, la qualità di vita nelle città e nelle campagne. Per questo affrontare con coraggio e innovazion­e l’emergenza ambientale non è solo una delle sfide più importanti del presente e del futuro, ma può diventare anche un buon affare per il Paese. Un modo intelligen­te per una “crescita felice” considerat­o che sono ormai oltre 3 milioni gli occupati nei settori green in Italia. Un progetto virtuoso trasversal­e a diversi comparti produttivi che abbiamo presentato il 24 gennaio nel Sacro Convento di Assisiti al primo incontro dei firmatari del manifesto «Un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica» promosso da Coldiretti insieme al presidente della Fondazione Symbola Ermete

Realacci, al presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia, all’amministra­tore delegato di Enel Francesco Starace, al direttore della sala stampa del Sacro convento di Assisi padre Enzo Fortunato, al presidente di Terna Catia Bastioli con oltre 1.300 rappresent­anti del mondo economico, produttivo, culturale, sociale e istituzion­ale ispirati anche dall’Enciclica Laudato si' di Papa Francesco. Una mobilitazi­one che ha anticipato la direzione che sta prendendo la nuova Commission­e europea con un piano da mille miliardi di investimen­ti nei prossimi dieci anni per la riconversi­one economica delle aree maggiormen­te dipendenti dalle industrie inquinanti con regole meno severe sugli aiuti di Stato per gli interventi pubblici nei settori eco-sostenibil­i e almeno un quarto del bilancio Ue destinato a progetti green. Di fronte a un cambiament­o climatico che si presenta in Italia e nel mondo con fenomeni estremi sempre più frequenti come vento e bombe d’acqua, siccità e tempeste di calore con una tendenza alla tropicaliz­zazione che vede il 2019 al quarto posto in Italia tra gli anni più bollenti dal 1800, dobbiamo invertire la rotta e non c’è tempo da perdere. Una sfida che trova nell’agricoltur­a italiana la punta di diamante di una nuova rivoluzion­e verde basata sui record nella sicurezza alimentare e nel biologico fino alla capacità di agire concretame­nte per ridurre gli sprechi e le emissioni. Siamo ai vertici per le produzioni biologiche, con quasi 2 milioni di ettari coltivati, leader assoluti per prodotti di qualità, siamo fra i migliori per la riduzione dei residui chimici che tendono a zero e per la diffusione delle agronergie. Sfruttando gli scarti agricoli delle coltivazio­ni e degli allevament­i i mini impianti per il biometano possono arrivare a coprire fino al 12% del consumo di gas in Italia favorendo un nuovo modello economico circolare con una evoluzione che rappresent­a una parte significat­iva degli sforzi per modernizza­re

Il 24 gennaio nel Sacro Convento di Assisi si è tenuto il primo incontro dei firmatari del Manifesto «Un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica», promosso da Symbola e trasformar­e l’economia italiana ed europea, orientando­la verso un sistema più sostenibil­e in grado di combinare sviluppo economico, inclusione sociale e ambiente. Sotto questo aspetto, è positivo l’intervento previsto nell’ultima Manovra finanziari­a per sostenere gli impianti di produzione di energia alimentati a biogas zootecnici e agricoli, ma occorre completare il quadro delle misure di sostegno con il riconoscim­ento del ruolo strategico anche per i nuovi impianti di piccola taglia fino a 300 kW che restano in attesa dell’adozione della nuova disciplina in materia di incentivaz­ione energetica, che sarebbe fondamenta­le per il raggiungim­ento degli obiettivi europei sull’economia circolare per favorire la salvaguard­ia dell’ambiente e garantire un utilizzo efficiente e razionale delle risorse naturali. Per questo l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo con un adeguato riconoscim­ento sociale, culturale ed economico dell’attività nelle campagne valorizzan­do anche ai giovani che sempre più numerosi si avvicinano all’attività agricola. Serve un patto fra generazion­i e mondi produttivi per garantire a tutti un futuro migliore ambientale e produttivo. Siamo noi i responsabi­li del domani.

*Presidente nazionale di Coldiretti

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Agricoltur­a sostenibil­e.
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