I contributi al Bari Calcio: la prima crepa nella banca
L’indagine interna, il ruolo dei sindaci: così il dossier è andato alla Vigilanza
È il caso degli F24 per il pagamento dei contributi previdenziali dei calciatori del Bari - prima respinti dalla banca, poi bonificati il 6 aprile 2018, ma retrodatati al 16 marzo perché risultassero effettuati in tempo - a segnare un prima e un dopo nella governance della Popolare commissariata a metà dicembre.
Quando si apprende, ai primi di maggio del 2018, del deferimento alla giustizia sportiva del presidente del Bari Calcio, Cosmo Giancaspro, per presunti inadempimenti nel versamentodeicontributiper1,150milioni, edell'indaginedellaprocuradelcapoluogoper“ostacoloallavigilanzaefalso in atto pubblico”(la retrodatazione), il cda dispone un' indagine interna.Afinemaggiolarelazioneèpronta ed indica responsabilità precise, a vario titolo, di 5 dirigenti e 6 dipendenti perinosservanzadelcodiceeticodella banca e della normativa interna ed esterna. Letta la relazione, il collegio sindacale ne chiede l'invio a Bankitalia. Il cda approva e sarà necessario l'intervento del collegio sindacale che minaccia la consegna fisica, a mano, della relazione - a vincere le resistenze di un alto dirigente della banca e accelerare la trasmissione dell'atto.
L'episodio segnala che nella gestione della Popolare - che dal 29 aprile di quell'anno ha un nuovo consigliere, Giulio Sapelli, che poi si dimetterà a dicembre, ed un nuovo presidente del collegio sindacale, Alberto Longo - qualcosa comincia a cambiare. Un segnale forte, tanto più che, trasmessa dall'internal audit al cda, al collegio sindacale, all'Oiv e all'ad della banca, la relazione viene inviata, appunto, anche alla Vigilanza. Dalla ricostruzione emerge che almeno 10 dipendenti non hanno valutato criticamente l'operazione e non hanno effettuato le segnalazioni che dovevano fare, violando così il codice etico della banca ed il modello organizzativo ex Dlgs 231/01.
Tutto inizia a metà marzo 2018, quando la società FC Bari 1908 spa inviaallabanca,tramiteilcanaletelematicodell'agenziadelleEntrate,disposizionidipagamentopercontributieritenutefiscalidelprimotrimestre2018. Mailcontocorrenteèincapienteevienecomunicatoall'Agenziailmancato pagamento. Non è solo questione di capienza:inbancadovrebberosapere, e quindi essere molto prudenti, che la
FCBariègiàespostaneiloroconfronti, al 4 maggio 2018, per 3,93 milioni a fronte di affidamenti per 3; che Giancasproèsottoindaginedallaprocuradi Bariche,afebbraio2017,avevachiesto proprioallaPopolaredocumentazioni sul dirigente sportivo e le sue società (Kreare Impresa, Finpower, FTV, FinpowerWind);cheamaggio2017la funzione Anticiriclaggio della banca aveva attenzionato il gruppo per una operazionesospettaa“rischioriciclaggioalto”eche,agennaio2018,sempre Giancaspro era coinvolto in una inchiestaperbancarottafraudolentaericiclaggio del gruppo Ciccolella.
Nonostante il no Giancaspro si attiva, anche attraverso un altro cliente della banca, e contatta il responsabile della Funzione Privati della Direzione Business. Arriva un altro no. Poi, inspiegabilmente, quello stesso responsabile informa il numero uno della Direzione Crediti e si attiva presso altri uffici della banca per verificare la possibilità di aderire alla richiesta di Giancaspro. Alla finesi trovala soluzione:purchè autorizzato« dalle competenti strutture della Direzione Generale» il responsabile del Comparto Gestione Incassi può attivare «il tardivo inserimento delle deleghe», per quanto non applicabile al caso perchè non vi era stato alcun errore operativo della banca. È fatta: il 6 aprile Giancaspro consegna le deleghe cartacee per 1,150 milioni e la banca le accetta. Lo stesso giorno il responsabile della Direzione Crediti autorizza uno sconfinamento di 870.000 euro alla Kreare Impresa, la srl che controlla la FC, le deleghe vengono pagate ricorrendo al tardivo inserimento, retrodatato al 16 marzo, e di questo la banca informa l'Agenzia. Alla FC 1908 vengono consegnate le quietanze datate 16 marzo originando, così, responsabilità precise nei confronti dell' Agenzia avendo dato conto di una registrazione non corretta e non veritiera, provocando «danni o rilevanti rischi legali e reputazionali per la Banca».
Le responsabilità principali, per queste condotte operative atipiche ed irregolari, vengono individuate nel dirigente della Funzione Privati della Direzione Business e in quello della Direzione Crediti, Nicola Loperfido (nei cui confronti, a novembre scorso, il cda ha proposto, come per i vertici della banca, azione di responsabilità). Altre responsabilità vengono poi indicate dall'internal audit per 3 dirigenti e 6 dipendenti, per «non aver criticamente valutato le operazioni ed effettuato eventuali segnalazioni», violando così il codice etico della banca ed il modello organizzativo ex Dlgs 231/01. Nei mesi successivi la posizione di Giancaspro è stata significativamente rettificata, l' affidamento è stato revocato e il credito vantato, come per tanti altri casi, è a fortissimo rischio di recupero.