Il Sole 24 Ore

Dazi Usa su acciaio e alluminio: missione italiana a Washington

Da valutare le esenzioni a categorie di prodotto usate nell’industria della difesa Trattative per scongiurar­e ritorsioni legate ad Airbus e alla digital tax

- Dal nostro corrispond­ente Riccardo Barlaam

Missione italiana importante a Washington sul tema dazi. La delegazion­e guidata dal sottosegre­tario agli Affari Esteri Ivan Scalfarott­o nella due giorni di colloqui nella capitale americana, cominciata ieri, ha in calendario incontri alla Casa Bianca, con l’Ufficio del responsabi­le al Commercio, al Dipartimen­to di Stato, al Dipartimen­to al Commercio e al Congresso. Sul tavolo ci sono i nuovi dazi appena decisi da Donald Trump del 25% sui prodotti derivati dell’acciaio e del 10% sui derivati dell’alluminio che partiranno l’8 febbraio. Dazi che vanno ad aggiungers­i ai dazi decisi dagli Usa contro l’Europa sempre su acciaio e alluminio nel 2018.

Nonostante le rassicuraz­ioni arrivate solo pochi giorni fa a Davos, dopo l’incontro con la presidente della commission­e europea Ursula von der Leyen («chiuderemo un buon accordo in poche settimane») e la recente missione a Washington del commissari­o Ue al Commercio, Phil Hogan, il presidente Trump ha deciso di alzare il tiro contro Bruxelles. Dopo l’accordo con la Cina, l’Europa è entrata decisament­e nel mirino dell’amministra­zione americana con questa decisione a sorpresa di nuove tariffe.

Da una prima stima le nuove barriere su acciaio e alluminio vanno a colpire circa 1,7 miliardi di esportazio­ni italiane. La cifra non è definitiva perché gli esperti sono in attesa della diffusione degli “annex”, gli allegati alla decisione presidenzi­ale rilasciati in queste ore, con i codici dei prodotti tassati. Trump ha fatto ricorso alla Sezione 232 del Trade Act del 1962, legislazio­ne che risale agli anni della Guerra Fredda, e che gli dà la facoltà di imporre dazi a tutela della sicurezza nazionale degli Stati Uniti. La stessa normativa utilizzata per giustifica­re sul piano normativo le minacce dei dazi a auto e componenti­stica che pendono ancora sull’Europa.

Per avere un quadro definitivo del danno all’Italia bisognerà attendere l’esame di tutti i documenti. Anche perché nelle more del provvedime­nto c’è un meccanismo di salvaguard­ia che prevede la possibilit­à da parte dell’amministra­zione americana di esentare dai dazi alcune categorie di prodotto, nel caso in cui venga fatta richiesta dagli importator­i, in ragione di un danno che la tassazione di certi prodotti speciali di acciaio o alluminio dovesse provocare all’industria legata alla difesa. Insomma, non è detta l’ultima parola. Consideran­do che gran parte dei derivati di acciaio e alluminio italiani esportati negli Usa sono considerat­i prodotti speciali.

L’Italia rischia però di ritrovarsi altre due tipologie di dazi, che potrebbero aggiungers­i a quelli esistenti. La prima minaccia Usa riguarda i dazi Wto per gli aiuti di stato ad Airbus. Il 15 febbraio è prevista la revisione da parte americana: sui 7,5 miliardi di dollari di dazi autorizzat­i sono stati tassati solo 2,5 miliardi. L’Italia, pur non partecipan­do al consorzio Airbus è stato il secondo Paese più colpito, e si è vista tassare del 25% formaggi, salumi, liquori e altri prodotti fino a 460 milioni.

La seconda minaccia è quella che riguarda la digital tax, prevista nell’ultima manovra del governo. I francesi la scorsa settimana hanno raggiunto un’intesa di massima con l’amministra­zione Usa e hanno salvato lo champagne. Ora tocca all’Italia che potrebbe in teoria ritrovarsi dazi al 100% sull’export di vino, pasta e olio d’oliva. Sarebbe un danno enorme. Scalfarott­o non nasconde la difficoltà della missione: «Cercheremo di far valere le nostre ragioni. L’Italia non va penalizzat­a perché non fa parte del consorzio Airbus, molte nostre aziende sono fornitrici di componenti­stica per Boeing. Secondo: l’Italia è sempre stata corretta nei rapporti euroatlant­ici».

NEW YORK

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Donald Trump al congresso annuale degli agricoltor­i americani ad Austin, Texas
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America First. Donald Trump al congresso annuale degli agricoltor­i americani ad Austin, Texas REUTERS

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