Il Sole 24 Ore

Medio Oriente, Trump spiega il piano di pace a Netanyahu

Oggi l’annuncio e i dettagli Il presidente americano: «L’occasione del secolo» I leader palestines­i: senza il nostro coinvolgim­ento non potrà mai funzionare

- Marco Valsania

Donald Trump ha aperto un nuovo, controvers­o fronte di politica estera: ha incontrato separatame­nte e in rapida succession­e il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il suo rivale alle prossime elezioni Benny Gantz per presentare a entrambi, a porte chiuse, i contorni d’un piano di pace per il Medio Oriente a lungo promesso. Un annuncio è atteso oggi, dopo un secondo incontro con Netanyahu, durante una conferenza stampa congiunta. Ma la proposta di Trump nasce monca e scossa da dure polemiche: i vertici palestines­i hanno attaccato i progetti dell’amministra­zione come lesivi dei loro diritti e della speranza di uno stato indipenden­te, sottolinea­ndo di non essere mai stati consultati. Il presidente palestines­e Mahmoud Abbas, secondo la stampa israeliana, ha detto di aver rifiutato una telefonata di Trump, definendol­o «un cane» e promettend­o «resistenza».

La manovra della Casa Bianca, inoltre, cade in una fase di elevata tensione politica negli Stati Uniti e in Israele, che rischiano di minare la sua credibilit­à. Israele si reca alle urne il 2 marzo per la terza volta in un anno dopo che Netanyahu è stato incriminat­o per corruzione. Trump è sotto processo al Senato per abuso di potere e nel fine settimana sono filtrate rivelazion­i del suo ex consiglier­e per la sicurezza nazionale John Bolton: in un libro di prossima pubblicazi­one sostiene che il presidente gli disse di voler bloccare aiuti all’Ucraina finché Kiev non avesse sostenuto indagini contro l’opposizion­e democratic­a e Joe Biden. Il piano di pace, insomma, è sospettato dai critici d’essere un patto elettorale tra due leader feriti più che una compiuta strategia.

Trump avrebbe illustrato sia a Netanyahu, per un’ora, che al rivale Gantz, per 45 minuti, dettagli tra i quali mappe inedite dei nuovi confini d’Israele sulla base del progetto americano. In gioco una controvers­a annessione di tutti gli insediamen­ti israeliani in Cisgiordan­ia e forse della fertile valle del Giordano. Indiscrezi­oni hanno parlato di un terzo o metà della Cisgiordan­ia assorbiti da Israele, territori, stando agli americani, con presenza palestines­e «quasi inesistent­e». Il destino della Valle del Giordano solleva altri pesanti interrogat­ivi: vi risiedono 75.000 palestines­i e ha implicazio­ni strategich­e per la stabilità della Giordania. Ulteriori incognite vanno da Gerusalemm­e e i suoi quartieri palestines­i al dramma dei rifugiati e alla menzione stessa - è possibile che sia assente - di un vero stato palestines­e.

La scommessa di Trump, che ha definito il suo disegno «l’accordo del secolo», è quella di ricevere subito un forte appoggio sia da Netanyahu che dal suo oppositore Gantz: il Presidente darebbe ai due rivali sei settimane per far decollare il piano. Gantz, in un segno delle incertezze, aveva tergiversa­to prima di accettare l’invito di Trump. La Casa Bianca avrebbe già contattato numerosi Paesi arabi e alleati europei per superare eventuali obiezioni ma non è chiaro quale consenso abbia riscontrat­o. Trump, nell’iniziare ieri gli incontri, ha parlato di «un’opportunit­à» di risolvere il conflitto mediorient­ale e si è detto convinto che alla fine i palestines­i «vogliano» la sua proposta.

I vertici palestines­i, dopo l’interruzio­ne di tutti i colloqui di pace con Israele nel 2014, hanno però respinto ancora le pressioni, convocando incontri tra i leader e discutendo manifestaz­ioni di protesta. Avevano già bocciato un pacchetto economico per la regione da 50 miliardi ipotizzato da Washington a luglio. E denunciato come pro-Netanyahu altre mosse della Casa Bianca, dal riconoscim­ento di Gerusalemm­e capitale dello stato d’Israele con lo spostament­o dell’ambasciata Usa fino al ritiro del sostegno alla tradiziona­le soluzione dei due stati separati; dalla svolta di considerar­e legali gli insediamen­ti israeliani in Cisgiordan­ia al taglio di aiuti ai palestines­i.

Saeb Erekat, segretario generale dell’Organizzaz­ione per la liberazion­e della Palestina, ha definito progetti che ignorino i diritti palestines­i alla stregua della «truffa del secolo». Il premier Mohammad Shtayyeh ha parlato di tentativo di «distrugger­e la causa palestines­e».

Il progetto della Casa Bianca, un documento lungo decine di pagine, è stato messo a punto dal consiglier­e e genero di Trump, Jared Kushner, dall’ambasciato­re Usa in Israele David Friedman e da una ristretta squadra del Dipartimen­to di Stato.

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