Reti di pagamenti elettronici senza ritenute
Le somme corrisposte da un istituto bancario a favore di aziende che mettono a disposizione il loro marchio e le loro reti di infrastrutture tecnologiche al fine di realizzare e regolare pagamenti elettronici effettuati con le carte emesse dallo stesso istituto e transitati nei loro circuiti costituiscono non già canoni o royalties ma compensi che remunerano prestazioni di servizi ovvero commissioni per i servizi di pagamento delle carte operanti sui circuiti, inquadrabili, per i percettori, quali redditi d’impresa, non rientranti in alcuna delle fattispecie soggette a ritenuta. Questo il principio che emerge dalla sentenza pronunciata della Ctr Lombardia 3935/2019, confermativa della pronuncia di primo grado.
La peculiarità della vicenda risolta in sintonia dai giudici tributari milanesi, di primo e secondo grado, a favore della ricorrente (istituto bancario) aveva ad oggetto un avviso di accertamento emesso dall’agenzia delle Entrate in seguito all’omessa effettuazione di ritenute su royalties corrisposte a soggetti non residenti; nello specifico, secondo l’Ufficio, la ricorrente avrebbe dovuto effettuare sui compensi corrisposti ai soggetti non residenti la ritenuta alla fonte (ex articolo 25, comma 4, del Dpr 600/73), poiché tali compensi erano da considerare come royalties essendo «canoni per la concessione in uso di marchi e disegni d’impresa e per la concessione in uso dei circuiti elettronici di pagamento.