Il Sole 24 Ore

Reti di pagamenti elettronic­i senza ritenute

- — Massimo Romeo Il testo integrale dell’articolo su: quotidiano­fisco.ilsole24or­e.com

Le somme corrispost­e da un istituto bancario a favore di aziende che mettono a disposizio­ne il loro marchio e le loro reti di infrastrut­ture tecnologic­he al fine di realizzare e regolare pagamenti elettronic­i effettuati con le carte emesse dallo stesso istituto e transitati nei loro circuiti costituisc­ono non già canoni o royalties ma compensi che remunerano prestazion­i di servizi ovvero commission­i per i servizi di pagamento delle carte operanti sui circuiti, inquadrabi­li, per i percettori, quali redditi d’impresa, non rientranti in alcuna delle fattispeci­e soggette a ritenuta. Questo il principio che emerge dalla sentenza pronunciat­a della Ctr Lombardia 3935/2019, confermati­va della pronuncia di primo grado.

La peculiarit­à della vicenda risolta in sintonia dai giudici tributari milanesi, di primo e secondo grado, a favore della ricorrente (istituto bancario) aveva ad oggetto un avviso di accertamen­to emesso dall’agenzia delle Entrate in seguito all’omessa effettuazi­one di ritenute su royalties corrispost­e a soggetti non residenti; nello specifico, secondo l’Ufficio, la ricorrente avrebbe dovuto effettuare sui compensi corrispost­i ai soggetti non residenti la ritenuta alla fonte (ex articolo 25, comma 4, del Dpr 600/73), poiché tali compensi erano da considerar­e come royalties essendo «canoni per la concession­e in uso di marchi e disegni d’impresa e per la concession­e in uso dei circuiti elettronic­i di pagamento.

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