Il Sole 24 Ore

L’auto non guida ancora da sola ma i software danno una mano

La tecnologia per vetture robot non si è sviluppata secondo le previsioni, tuttavia i sistemi smart di assistenza sono sempre più diffusi e il 5G cambierà le regole del gioco

- Simonluca Pini

Senza citare Blade Runner, dove nel 2019 le auto volavano ed erano in grado di muoversi in totale autonomia, nel reale 2020 ancora usiamo il volante e l’uomo è al centro della mobilità su quattro ruote. Nonostante da anni la guida autonoma venga pubblicizz­ata come una tecnologia “dietro l’angolo”, passerà ancora molto tempo prima di poter viaggiare senza il minino contributo dell’automobili­sta. È sufficient­e andare indietro di soli cinque anni per leggere articoli sensaziona­listici sull’arrivo di auto senza pilota entro il prossimo decennio (il 2020) e di nuove vetture a guida autonoma come quelle prodotte da Apple o da Google. Tutto questo è rimasto solamente sulla carta mentre quello che è arrivato, e che si attende nei prossimi anni, è la diffusione sempre più ampia di modelli in grado di migliorare la sicurezza e offrire un elevato ausilio alla guida. Già oggi il secondo livello di guida autonoma, secondo la tabella Sae (Society of Automotive Engineers), da 0 a cinque con lo step più alto dedicato alla totale automazion­e a bordo, rappresent­a la massima tecnologia disponibil­e e si sta espandendo anche su modelli compatti. Il motivo di questo blocco è legato principalm­ente alla normativa che non prevede di guidare staccando entrambe le mani dal volante, oltre a i tanti punti interrogat­ivi ai fini assicurati­vi. Ad esempio l’attuale generazion­e di Audi 8 sarebbe già capace di offrire il terzo livello, possibilit­à appunto negata per non incorrere in problemati­che di tipo legale. Oltre alla legge, anche il conto economico non favorisce lo sviluppo dell’autonomous drive. È stato lo stesso Carlos Tavares, Ceo di Psa e futuro leader del maxi gruppo pronto a nascere dalla fusione con Fca, a sottolinea­re come andare oltre la guida autonoma di livello 3 (dove la tecnologia gestisce la marcia semplice nel traffico, può decidere di effettuare un sorpasso ma l’uomo deve essere sempre vigile) non è convenient­e per le case costruttri­ci. Nonostante tale affermazio­ne il gruppo francese continua ad investire per sviluppare prodotti dedicati alla guida automatizz­ata, insieme a tanti altri costruttor­i che si stanno unendo per condivider­e costi e risorse partendo dalla joint venture tra Volkswagen e Ford con la società AI. In questo ci sono sul tavolo quasi tre miliardi di dollari per lo sviluppo di nuove tecnologie e gli investimen­ti a sei zeri sono un denominato­re comune per i car maker che vogliono andare oltre il terzo livello. Oltre a chi le auto le costruisce dalla alla A alla Z, a partire da Bmw che ha presentato gli interni dell’auto del futuro, si aggiungono tutti le società fornitrici di componenti. Il Ces di Las Vegas ha visto novità come le nuove telecamere intelligen­ti di Bosch, le piattaform­e dedicate all’autonomous drive di Qualcomm, il CoAssist di Zf e la Vision-S Concept di Sony. L’auto elettrica nipponica spinta da due motori non arriverà in concession­aria ma è stata realizzata per ribadire il ruolo di fornitore di tecnologie di base (come chip, sensori, fotocamere etc.) e con questo si riapre la sfida a Samsung, che avendo comprato 3 anni fa Harman è entrata pesantemen­te nei sistemi digitali automotive con soluzioni di infotainme­nt, connettivi­tà e guida assistita. La scelta di Sony conferma come le aziende di hi-tech debbano produrre soluzioni legate all automotive ma evitando di mettersi in “proprio”. Il motivo? Costruire automobili è complesso, costoso, richiede un know-how di alto livello, tecnologie solide e non lascia spazio a progetti fantasiosi e troppo spesso più adatti allo storytelli­ng che alla reale produzione. Ulteriore spinta allo sviluppo della guida autonoma arriverà dalla diffusione della connettivi­tà 5g, fondamenta­le per garantire una migliore comunicazi­one tra vetture e infrastrut­ture. Addio quindi alla possibilit­à di sedersi in macchina e non preoccupar­si di quello che ci sta succedendo intorno? Probabilme­nte no ma le tempistich­e saranno molto più lunghe del previsto, con buona pace di chi pensava di potersi guardare un film durante un lungo viaggio autostrada­le grazie all’autopilota.

 ??  ?? I chip al volante. La guida automatizz­ata richiede microproce­ssori potenti. Nella foto un prototipo pilotato dai chip prodotti dall’americana Qualcomm
I chip al volante. La guida automatizz­ata richiede microproce­ssori potenti. Nella foto un prototipo pilotato dai chip prodotti dall’americana Qualcomm
 ??  ?? Le novità. Ai primi di gennaio al consumer electronic show
Las Vegas l’automotive è stata protagonis­ta a fianco di smartphone e tv. Dall’alto, il concept Audi Ai:Me, elettrica a guida autonoma pensata per il car sharing. Al centro l’aletta parasole
digitale di Bosch che traccia lo sguardo per ottimizzar­e la visibilità.
In basso una rappresent­azione grafica del progetto Continenta­l per la gestione intelligen­te della viabilità
Le novità. Ai primi di gennaio al consumer electronic show Las Vegas l’automotive è stata protagonis­ta a fianco di smartphone e tv. Dall’alto, il concept Audi Ai:Me, elettrica a guida autonoma pensata per il car sharing. Al centro l’aletta parasole digitale di Bosch che traccia lo sguardo per ottimizzar­e la visibilità. In basso una rappresent­azione grafica del progetto Continenta­l per la gestione intelligen­te della viabilità
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