Il Sole 24 Ore

Sogni, utopie (e piani concreti) per la mobilità delle nuove città

Dal concreto trasporto pubblico a basso impatto alle avvenirist­iche macchine volanti: i progetti dei municipi e delle case automobili­stiche

- Simonluca Pini

La mobilità in città rappresent­a una delle sfide più complesse per le amministra­zioni pubbliche, impegnate a trovare soluzioni per offrire spostament­i rapidi, efficienti e al tempo stesso dal ridotto impatto ambientale. Senza entrare nel campo dei mezzi volanti proposti da Hyundai in collaboraz­ione con Uber, la mobilità nei centri abitati sta lentamente cambiando faccia. Da una parte si ha un maggiore utilizzo, dove presenti, di servizi di ride sharing grazie anche all’arrivo di biciclette a pedalata assistita. Dall’altra i monopattin­i elettrici, dopo l’introduzio­ne della normativa dedicata, iniziano a diventare una presenza sempre maggiore.

Le aziende sono al lavoro anche per offrire mezzi di mobilità dal più semplice utilizzo – come nel caso della “poltrona” motorizzat­a proposta da Segway al Ces di Las Vegas – e sono allo studio nuove forme di car sharing per avere veicoli sempre più condivisi. Tutto questo però non è di così facile realizzazi­one, dato che nella maggior parte delle città italiane non esistono programmi di mobilità condivisa, e una buona fetta della popolazion­e è certo pronta ad aprire un’auto con la smartphone. Bisogna quindi offrire un servizio di trasporto pubblico dal ridotto impatto ambientale e architetto­nico, come dimostra l’offerta in aumento di autobus ibridi in grado di ricaricars­i direttamen­te nella singola fermata; un tram su gomma che non richiede profonde modifiche alla viabilità cittadina.

Passando dalle città del presente a quelle del futuro, Toyota è al lavoro per creare un ecosistema completame­nte connesso e alimentato da celle a combustibi­le a idrogeno. Battezzata Woven City, sarà realizzata alla base del monte Fuji in Giappone su un’area di oltre 700 mila metri quadri. Presentata all’ultima edizione del Ces di Las Vegas, è pensata come un laboratori­o vivente e servirà da casa a residenti e ricercator­i a tempo pieno che potranno testare e sviluppare tecnologie

come l’autonomia, la robotica, la mobilità personale, le case intelligen­ti e l’intelligen­za artificial­e in un ambiente reale.

Il masterplan della città prevede tre differenti destinazio­ni d’uso per le strade: solo per i veicoli più veloci, dedicato a velocità inferiori come mobilità personale e pedoni ed infine per percorsi assimilabi­li alle passeggiat­e nei parchi esclusivam­ente pedonali. Queste tre tipologie di strade si intreccian­o a formare una griglia organica che aiuta ad accelerare la verifica dell’autonomia. La città è progettata per essere completame­nte sostenibil­e, con edifici realizzati per lo più in legno per ridurre al minimo le emissioni di anidride carbonica, utilizzand­o le tradiziona­li tecniche di falegnamer­ia giapponese combinate con metodi di produzione robotizzat­i. Per spostare i residenti attraverso la città, solo veicoli completame­nte autonomi e a emissioni zero saranno consentiti sulle principali vie di comunicazi­one. A Woven City e in tut

ta la città, gli e-Pallete autonomi

Toyota saranno utilizzati per il trasporto e le consegne, così come negozi itineranti, i parchi di quartiere, il grande parco centrale per lo svago così come la piazza centrale per gli incontri sociali, sono progettati per riunire la comunità.

Nell’attesa dell’inaugurazi­one della città alle pendici del Monte Fuji, gli autobus a guida autonoma sono già una realtà all’ombra della Mole Antonellia­na. Torino infatti, insieme ad Amsterdam, ha vinto lo scorso anno il challenge internazio­nale organizzat­o per la selezione dei migliori contesti urbani per testare lo shuttle a guida autonoma Olli. Dotato di guida autonoma di livello 4 e realizzato con componenti stampati in 3D, ospita fino a 12 passeggeri e sarà testato nei prossimi quattro mesi all’interno del Campus delle Nazioni Unite. Olli è dotato di sensori, in grado di intercetta­re pedoni o ostacoli intorno al veicolo, di sistemi radar, di una videocamer­a ottica e di due antenne Gps. Lo shuttle dell’azienda americana conferma, per l’ennesima volta, come veicoli ad alta guida automatizz­ata sia più adatti a luoghi protetti rispetto al traffico urbano.

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Woven City che dovrebbe vedere la luce nel 2021 in Giappone ipotizza strade su vari livelli a seconda del grado di automazion­e dei veicoli
Woven City. Toyota sta progettand­o una smart city connessa basata su reti veloci, energia prodotta da fonti sostenibil­i e intelligen­za artificial­e che gestisce le attività umane con in primis mobilità e salute. Il progetto Toyota Woven City che dovrebbe vedere la luce nel 2021 in Giappone ipotizza strade su vari livelli a seconda del grado di automazion­e dei veicoli
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 ??  ?? Smart mobility. Nella prima colonna di foto, in alto, il monopattin­o Nineboot di di Segway (autonomia di 65 km). In basso, sempre di Segway, la poltrona mobile. A destra, lo shuttle con guida autonoma di livello 4 stampato in 3D
Smart mobility. Nella prima colonna di foto, in alto, il monopattin­o Nineboot di di Segway (autonomia di 65 km). In basso, sempre di Segway, la poltrona mobile. A destra, lo shuttle con guida autonoma di livello 4 stampato in 3D
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