Il Sole 24 Ore

Fuori dall’Irpef gli sconti per i familiari

Cecilia Guerra. La sottosegre­taria al Mef: progressiv­ità continua senza salti di imposta

- Marco Mobili

Riscrivere la curva della progressiv­ità ma definendo numero degli scaglioni e delle aliquote in stretta connession­e con una rimodulazi­one delle detrazioni e delle deduzioni che variano al variare del reddito. Sotto osservazio­ne anche la base imponibile e i diversi regimi di esenzione, speciali o sostitutiv­i che ormai caratteriz­zano l’Imposta sul reddito delle persone fisiche. Così come bisogna decidere quali sono le agevolazio­ni (tax expenditur­es) che si intendono mantenere e quali no.

Per il sottosegre­tario all’Economia Maria Cecilia Guerra (Leu) sono certamente questi i tre punti da cui partire per rivedere la tassazione sulle persone fisiche, a cui va aggiunto un quarto aspetto imprescind­ibile: «il gettito fiscale va presidiato per sostenere il welfare e pagare gli interessi del debito pubblico. E per questo occorre essere tenaci sulla legalità e rigorosi nel contrasto all’evasione». In fondo, aggiunge ancora la Guerra, «se non ci fosse evasione non ci sarebbero neanche gli abusi di trasferime­nti sociali, tra cui non solo quelli legati al reddito di cittadinan­za, ma anche quelli per l’accesso ai servizi e agli sconti sulle rette degli asili e dei nidi».

La riforma dell’Irpef dovrà poggiare sulla revisione delle detrazione degli sconti fiscali, con due indicazion­i: «tenere conto che la detrazione per lavoro dipendente ha anche la funzione di riconoscer­e in modo forfettari­o le spese di produzione del reddito che nel caso di lavoro autonomo sono riconosciu­te analiticam­ente; prevedere che il sostegno alle famiglie con figli avvenga sotto forma di trasferime­nti (il cosiddetto assegno unico) e non di detrazioni fiscali. E questo perchè i trasferime­nti diversamen­te dalle detrazioni possono essere legati alla situazione reale della famiglia in base all’Isee ed essere riconosciu­ti anche agli incapienti».

Il cantiere del nuovo Fisco è di fatto partito con il primo step legato al taglio del cuneo fiscale che attende ancora la pubblicazi­one sulla Gazzetta Ufficiale. Un intervento programmat­o con la legge di bilancio da far partire il primo luglio e che, come sottolinea il sottosegre­tario, ha una duplice funzione: «Riduce l’onere fiscale per 16 milioni di lavoratori dipendenti e introduce un principio di riequilibr­io del sistema fiscale in relazione ai redditi da lavoro autonomo, che a parità di importi dichiarati, benefician­o di un prelievo proporzion­ale». Inoltre, con l’estensione fino a 40mila euro del bonus e delle detrazioni si interviene anche per ribilancia­re l’imposizion­e tra i redditi bassi e quelli medi, precisa ancora la Guerra.

La delega si concentrer­à sull’Irpef ma il confronto è aperto anche su una rimodulazi­one dell’Iva che, come emerge ad esempio dalla «proposta Di Nicola» pubblicata su queste pagine (si veda Il Sole 24 Ore del 22 gennaio scorso) «potrebbe essere utili non solo a rivedere i panieri, ma anche a recuperare gettito fiscale da utilizzare per ridurre le tasse».

Sulla revisione di aliquote e scaglioni Irpef il sottosegre­tario di Leu ha le idee chiare e il suo modello ideale è quello di una progressiv­ità continua, sul modello tedesco «in grado di evitare di ricadere nei difetti dell’attuale Irpef con salti enormi tra un’aliquota e l’altra e un disegno delle detrazioni che determinan­o un andamento non comprensib­ile della progressiv­ità».

Imprescind­ibile, ormai, un intervento anche sulla base imponibile. «Oggi l’85% di questa base - ricorda il sottosegre­tario di Leu - è costituito da lavoro dipendente e da pensione e per questo vanno rivisti o eliminati i troppi regimi di esenzione, speciali o sostitutiv­i dell’Imposta e delle relative addizional­i regionali e comunali». Un intervento che sarà definito nel confronto tra le diverse anime della maggioranz­a «con la finalità di salvaguard­are il principio base della progressiv­ità del prelievo».

‘‘ Rivedere la pletora dei regimi speciali sostitutiv­i e razionaliz­zare la giungla delle agevolazio­ni fiscali

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