La Procura insiste: arresto per De Bustis
I pm: ruolo determinante nelle condotte di ostacolo alla vigilanza
Nuova richiesta d’arresto per il banchiere Vincenzo De Bustis, braccio destro delpat rondella Banca Popolare di Bari MarcoJacob inie definito dagli inquirenti il «“jolly interno” per la falsificazione dei prospetti».
Dopo gli arresti di venerdì scorso, i pm di Bari tornano a chiedere l’inasprimento della misura cautelare per l’ex manager, fino a dicembre consigliere delegato con rappresentanza della Pop Bari. Secondo i pm ha rivestito un ruolo «determinante» nelle «condotte di ostacolo alla vigilanza» per la falsificazione del prospetto sulla «determinazione del prezzo delle azioni» nell’operazione Tercas.
Un vero e proprio «programma delittuoso », secondo gli accertamenti della Gdf coordinati dal procuratore aggiunto di Bari Roberto Rossi, che aveva lo scopo di «attingere fraudolentemente alle risorse finanziarie anche dei piccoli risparmiatori» per espandere in modo «illecito» l’istituto di credito. La procura descrive anche l’attività di intimidazione svolta da De Bustis ai danni di Luca Sabetta, Chief risk officer chiamato a dare una consulenza sulla situazione patrimoniale diBpb negli anni in cui l’ istituto subiva ispezioni di Bankitalia.
De Bustis è manager conosciuto nel mondo delle banche. Guidava Banca 121, rilevata alla fine degli anni Novanta dal Monte dei Paschi di Siena, che insieme all’istituto pugliese si mise in pancia anche quei famigerati prodotti di risparmio venduti allo sportello, MyWayeFor You,finitinel mirino della Vigilanza e delle associazioni dei consumatori. De Bustis divenne quindi dg diMps, pur provenendo dalla banca più piccola che era stata inglobata. Lascia Siena nel 2003, subito dopo aver contrattato la prima “versione” di quel derivato Santorini, sottoscritto con Deutsche Bank, la cui rinegoziazione, nel 2008, finisce poi nell’inchiesta per aggiotaggio ai danni del Monte. Nel 2005 passa proprio ai vertici di Deutsche bank Italia, che lascia nel 2009, per poi tornare a Bari il primo settembre 2011.
Ed è in questa fase che – come emerge anche dagli atti della Consob – compie le prime irregolarità nella predisposizione dei prospetti informativi relativi all’offerta delle azioni in occasione degli aumenti di capitale sociale 2013-2014 connessi all’ incorporazione di Tercas.
Il 30 aprile 2015 lascia l’incarico, anche per le sanzioni amministrative pecuniarie inflitte proprio dalla Commissione nazionale per le società e la borsa. Ma il 12 dicembre 2018 torna di nuovo in BpB. Scrivono i pm: «Il richiamo di De Bustis ai vertici della banca appare alquanto strano anche in considerazione che Bankitalia ha dato il via libera alla nomina nonostante Consob gli avesse applicato, tra gli altri, sanzioni amministrative pecuniarie».
Nell’istituto, stando ai pm, è stata portata avanti dal management una truffa. Anche se, spiegano, «non è stata contestata la truffa per il titolo di reato», «non vi è dubbio che le omesse informazioni nei prospetti costituisca il reato di truffa. Il doloso progetto degli attuali indagati è stato quello di salvare l’immenso potere di gestione del più grande istituto bancario meridionale (oltre che per arricchimento personale come emerge dalla vicenda dei compensi) a spese di 70.000 azionisti (la maggior parte costituita da pensionati, dipendenti, piccoli risparmiatori) che hanno sostanzialmente perso la incredibile somma di 800.000.000 di euro raccolti per finanziare imprenditori legati agli Jacobini in imprese fallimentari».