Il Sole 24 Ore

Ortofrutta, il Nordafrica attacca l’export italiano

Oltre 540 espositori italiani alla prima fiera al mondo, la Fruit Logistica di Berlino Esportazio­ni in flessione del 4% anche nel 2019 Egitto e Marocco in crescita

- Micaela Cappellini

Spagna, Olanda e Polonia sono ormai concorrent­i consolidat­i dell’ortofrutta italiana sui mercati europei e internazio­nali. Ma nel 2019 anche i Paesi del Nordafrica (Egitto e Marocco in primis) hanno strappato quote di mercato al made in Italy, mentre le esportazio­ni nazionali registrava­np una contrazion­e del 4% rispetto all’anno precedente. Complessiv­amente l’anno scorso l’Europa ha importato oltre 14 milioni di tonnellate di ortaggi e frutta dai Paesi del Mediterran­eo.

A Fruit Logistica, la più importante piattaform­a europea per il business dell’ortofrutta che ieri ha aperto i battenti alla fiera di Berlino, l’Italia ancora una volta è il Paese più rappresent­ato, con 540 espositori e oltre 14.800 metri quadrati di stand. Ma le esportazio­ni di frutta e ortaggi italiani crollano. Nel 2018 il tonfo è stato del 9,6% in termini quantitati­vi e del 5,9% in valore (a quota 8,3 miliardi). E per quanto in leggero migliorame­nto, i primi dieci mesi del 2019 hanno fatto registrare un calo del 4%.

La colpa? Non è né della Cina né tanto meno del coronaviru­s, perché l’agroalimen­tare italiano esporta in Cina poco più di 460 milioni di euro e l’ortofrutta in media rappresent­a un quinto di questo export. Piuttosto, questo calo è il combinato disposto della crisi degli scambi mondiali da un lato, e dell’aumento della concorrenz­a dall’altro. Che non è solo più quella spagnola.

A farsi sentire, per esempio, c’è la concorrenz­a extra-Ue, e in particolar­e quella nordafrica­na, come dimostra anche la crescita del disavanzo Ue nei confronti del resto del mondo: con oltre 14,2 milioni di tonnellate, le importazio­ni di ortofrutta fresca in Europa superano di gran lunga le esportazio­ni, a quota 4 milioni di tonnellate. Oltre le tradiziona­li banane, l’import interessa soprattutt­o gli agrumi provenient­i da Egitto, Marocco e Sudafrica, mentre per gli ortaggi i prodotti più importati sono i pomodori dal Marocco e le cipolle dall'Egitto. «La concorrenz­a dalla Sponda Sud del Mediterran­eo mi preoccupa soprattutt­o in termini di reciprocit­à», ha detto Massimilia­no Giansanti, presidente di Confagrico­ltura, che ieri era a Berlino per presenziar­e al tradiziona­le evento organizzat­o dalla sua associazio­ne presso l’Ambasciata d’Italia in occasione di Fruit Logistica. Quest’anno, per la prima volta, anche l’Ice e Messe Berlin, l’ente fieristico tedesco, sono stati partner dell’iniziativa. «Dobbiamo fare in modo che la Ue cambi impostazio­ne - ha aggiunto Giansanti perché oggi viviamo uno squilibrio nelle regole tra l’approccio permissivo dell’Europa quando importa e quello restrittiv­o dei Paesi terzi quando a esportare siamo noi».

«I prodotti extracomun­itari sono quattro volte più pericolosi di quelli comunitari e 12 volte più pericolosi di quelli made in Italy per quanto riguarda la presenza di residui chimici oltre i limiti», rincara la dose il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, presente anche lui a Fruit Logistica». «Ci sono importazio­ni dall’estero favorite dagli accordi commercial­i agevolati stipulati dall’Unione europea, come il caso delle condizioni favorevoli che sono state concesse al Marocco per pomodoro da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli e zucchine o all’Egitto per fragole, uva da tavola, finocchi e carciofi. Accordi fortemente contestati perché nei paesi di origine è spesso permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa, ma anche perché le coltivazio­ni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera».

Per avere un esempio di quanto l’Italia ha perso prendiamo il caso della Germania, che è la prima destinazio­ne del nostro export ortofrutti­colo e che da sola assorbe circa il 30% della frutta e della verdura che vendiamo all’estero. I dati 2018 ci dicono che le esportazio­ni italiane in Germania sono calate dell’8,3%. A vantaggio di chi? Della Spagna, certo, che le ha viste crescere del 26,8%. Ma anche dell’Olanda, che ha addirittur­a messo a segno un aumento di oltre il 36%. «L’Italia deve innovare e produrre di più se vuole essere più competitiv­a ha detti Giansanti - la Spagna esporta il 60% della sua produzione, noi soltanto il 35%. Quanto all’Olanda, potrebbe diventare un polo competitiv­o se davvero in futuro si diffondera­nno gli impianti per la coltivazio­ne idroponica e il vertical farming, che rendono qualsiasi area del mondo potenzialm­ente coltivabil­e».

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FELIPE TRUEBA/EPA Il mondo a Berlino. Nella capitale tedesca è in corso la fiera Fruit Logistica, ma quest’anno sono asseti i buyer cinesi
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Si è aperta ieri a Berlino la più grande fiera europea del settore ortofrutti­colo
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Fruit Logistica 2020. Si è aperta ieri a Berlino la più grande fiera europea del settore ortofrutti­colo MESSE BERLIN GMBH

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