Il Sole 24 Ore

Due navi in quarantena, fermate le crociere in Asia

Una imbarcazio­ne bloccata in banchina ad Hong Kong e una davanti a Yokohama

- Raoul de Forcade

Il coronaviru­s sta producendo effetti significat­ivi sul mercato crocierist­ico mondiale e anche su quello delle compagnie italiane. L’emergenza, ovviamente, è serrata in particolar­e in Asia, dove al momento due navi passeggeri sono ferme in quarantena per aver riscontrat­o casi di contagio a bordo. E una nave ferma con l’equipaggio può gravare pesantemen­te sul bilancio di un armatore: può costare, a seconda della grandezza dell’unità, da 350mila a 700mila dollari al giorno.

Ieri la World Dream, dell’asiatica Dream Cruises, che fa capo a Genting Hong Kong, è stata bloccata, proprio ad Hong Kong, con circa 3.700 persone a bordo. Le misure sono state ordinate dalle autorità competenti dopo che una trentina di membri dell’equipaggio hanno contratto la febbre e tre ex passeggeri e una persona addetta al servizio a terra sono risultati positivi al coronaviru­s. Alla nave è stato negato il permesso di attracco al porto di Kaohsiung (dove era destinata) dalle autorità taiwanesi e ha fatto ritorno ad Hong Kong, dove è stata fermata in quarantena per 14 giorni.

Stop anche, dal giorno precedente, alla Diamond Princess del gruppo Carnival, davanti a Yokohama, in Giappone. La cruise ship conta oltre 2.600 passeggeri e 1.045 persone di equipaggio. La nave è stata fermata perché un passeggero, sceso dopo la crociera precedente, ha manifestat­o il virus. In seguito a ulteriori controlli delle autorità è poi risultato che a bordo ci sono 10 persone infette: due australian­i, tre giapponesi, uno statuniten­se e tre passeggeri di Hong Kong, nonché un membro filippino dell’equipaggio . Altre 120 persone presentano sintomi quali tosse e febbre.

Non appena si è intensific­ato l’allarme per il coronaviru­s, comunque, il settore delle crociere ha stretto le fila, ben conscio del fatto che un contagio, di qualsiasi natura sia, a bordo di una nave è oggettivam­ente più facile che in altri luoghi, per la promiscuit­à della vita a bordo di passeggeri ed equipaggi. L’americana Royal Caribbean, ad esempio, ha annunciato di aver annullato ben otto crociere nell’area asiatica. Dal 30 gennaio la Clia (Cruise lines internatio­nal associatio­n), con i suoi iscritti, ha sospeso le crociere in Cina e non ammette a bordo alcuna persona, passeggero o membro dell’equipaggio, che abbia viaggiato in Cina nell’arco dei 14 giorni precedenti. Clia ha anche stabilito una serie di screening medici pre-imbarco. Misure che sono state adottate, e in alcuni casi ampliate, anche dalle compagnie italiane come Costa Crociere (società del gruppo Usa Carnival) ed Msc (controllat­a dalla società italo-svizzera che fa capo a Gianluigi Aponte). Tra le precauzion­i, l’obbligo, per passeggeri ed equipaggi, di sottoporsi a scansioni termiche.

Entrambe le compagine hanno fermato le navi che prestano servizio in Asia. Costa, che ha anche deciso di donare a una onlus cinese 100mila mascherine protettive, ne conta quattro. Msc una. In Italia, peraltro, entrambe le compagnie hanno avuto due allarmi, a Civitavecc­hia, con passeggeri febbricita­nti, poi rivelatisi affetti da semplici forme influenzal­i (uno di Macao su Costa Smeralda e un irlandese sbarcato da Msc Grandiosa).

Le italiane Msc e Costa crociere hanno deciso di sospendere le attività nell’area

 ?? EPA ?? Allarme. La nave da crociera World Dream al porto di Hong Kong durante lo sbarco di uno dei passeggeri e il trasferime­nto su un’ambulanza
EPA Allarme. La nave da crociera World Dream al porto di Hong Kong durante lo sbarco di uno dei passeggeri e il trasferime­nto su un’ambulanza

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