Nel 2019 i ricavi di moda donna saliti del 2,7% a 13,7 miliardi
Nel 2019 il fatturato è salito del 2,7%, tasso triplo rispetto alla totalità del sistema L’allarme riguarda la filiera: le forniture chimiche vengono tutte dalla Cina
Il tasso è quasi tre volte quello del sistema tessile-moda nel suo complesso: dati positivi resi noti in occasione di Super, la fiera organizzata da Pitti
Prima ancora che sui bilanci aziendali, gli effetti dell’epidemia di coronavirus si stanno facendo già sentire su eventi e fiere e sui buyer in arrivo dalla Cina. In particolare si avvertono nell’industria della moda (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), che in questo mese di febbraio conta appuntamenti importanti, tutti a Milano, come la fashion week donna (dal 18 al 24), Mipel e Micam (pelletteria e calzature, dal 16 al 19), Lineapelle (dal 19 al 21), la rassegna dei tessuti Milano Unica (che chiude oggi), il salone di nicchia dedicato ad accessori e pret-à-porter Super (20-23 febbraio) e Mido per gli occhiali (29 febbraio-2 marzo).
Timori e cancellazioni di voli stanno già imponendo la modifica dei calendari e l’utilizzo di tecnologie e distanza, ma quel che è certo, almeno per l’industria italiana della moda donna, è che il rallentamento in atto da fine 2019 rischia di intensificarsi quest’anno, facendo cambiare la direzione di sviluppo. Soprattutto perché, secondo le previsioni di Confindustria Moda diffuse ieri alla presentazione del salone Super, la spinta sarebbe dovuta arrivare – ancora una volta – dai mercati internazionali, pur in uno scenario mondiale particolarmente complesso sotto il profilo politico e economico.
Fino a pochi giorni fa si sperava di replicare almeno il 2019, quando l’industria italiana della moda donna, cioè il comparto più importante di tutto il tessile-abbigliamento, ha chiuso con un fatturato a +2,7%, la crescita più corposa degli ultimi cinque anni, superando i 13,7 miliardi. Il traino è arrivato, appunto, dall’export salito del 4,8% sopra 8,8 miliardi, con un peso che ormai sfiora il 65% sul fatturato. Migliora di 160 milioni il saldo commerciale, ora vicino a 3,9 miliardi. Le vendite interne, non è una novità, sono rimaste sottotono (-2,3%), e sono destinate a restare tali.
Questo scenario si sta appunto complicando di ora in ora, anche per i rischi di blocco delle materie prime e dei prodotti chimici usati dal settore in arrivo dalla Cina. Il Paese asiatico è il principale fornitore della moda femminile (copre il 18% dell’import totale) e già nel 2019 ha segnato una flessione (-1,7% l’import), anche se di contro sono cresciuti Paesi Bassi (+13,2%) e Belgio (+1,2%), tradizionali porte d’ingresso per le merci asiatiche. «In questo momento la situazione
Importanti anche le manifestazioni di settore (Micam, Mipel, Lineapelle e Mido), che si terranno tra il 16 febbraio e il 2 marzo
Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo il problema riguarderà Parigi, dove ci sono altre fiere e la locale fashion week è veramente complessa – afferma Marino Vago, presidente di Sistema moda Italia (Smi), la federazione delle industrie del tessile-abbigliamento – il rallentamento produttivo cinese, legato anche all’epidemia di coronavirus, rischia di portare anomalie nel mercato, prima fra tutte il fatto che la filiera chimica a servizio della moda, a partire dai coloranti, è ormai delocalizzata nel Far East: ci potranno essere difficoltà».
Sul fronte dei buyer, invece, alla presentazione del salone Super, organizzato da Pitti Immagine, almeno l’amministratore delegato Raffaello Napoleone ha tirato un sospiro di sollievo: «Nella scorsa edizione i compratori cinesi sono stati solo 3040 – ha spiegato – e questa volta ci aspettiamo che saltino il turno, salvo qualcuno basato in Italia». Il fatto che si tratti di una fiera di nicchia (5.800 compratori, di cui 1.100 internazionali, nell’ultima edizione di settembre) in questo senso aiuta. «Meno male che la Cina è stata guest nation di Pitti Uomo nel 2019», ha aggiunto Napoleone, riferendosi alla fiera più importante al mondo della moda maschile che ospita, quella sì, decine e decine di buyer cinesi, ma che per fortuna si è tenuta all’inizio dell’anno, quando ancora il coronavirus era lontano.
Il salone Super, nel padiglione Visconti di via Tortona a Milano, è un boutique event diretto ai buyer che stanno completando la campagna acquisti e sono alla ricerca di prodotti speciali. «L’idea è fornire una serie di ispirazioni – spiega Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine – che possono completare la proposta innovativa dei negozi di qualità». Gli espositori sono in tutto 90, per il 30% in arrivo dall’estero, frutto di un lavoro di ricerca tra aziende di tutte le dimensioni, notorietà e comparti, capsule, nuovi talenti.