Il Sole 24 Ore

Grandi assenti i buyer cinesi e inglesi

- —Mi.Ca.

Anche a Berlino i buyer cinesi sono stati costretti a disertare la principale fiera mondiale dell’ortofrutta a causa delle quarantene e del blocco precauzion­ale di voli. A Fruit Logistica, dice la Coldiretti, erano attesi 100 espositori dalla Cina, che invece hanno cancellato la loro presenza a causa della diffusione del coronaviru­s. Ma se la Cina è il principale importator­e di prodotti ortofrutti­coli freschi a livello mondiale, con quasi 1,5 milioni di tonnellate di frutta e verdura fresca, l’Italia è ben lontana dall’essere tra i principali fornitori di Pechino. In tutto l’agroalimen­tare made in Italy esporta in Cina 460 milioni di euro: se consideria­mo che, in media, l’ortofrutta rappresent­a un quinto di questo export, è chiaro che non sarà questo il comparto italiano che verrà messo più in crisi dal coronaviru­s.

Piuttosto, a disertare la fiera di Berlino pare siano state anche alcune piattaform­e logistiche inglesi. E questo, per l’agroalimen­tare made in Italy, è un problema ben più serio: «Brexit ormai non è più una notizia, ma una realtà con cui dobbiamo cominciare a fare i conti», ha detto il presidente di Confagrico­ltura, Massimilia­no Giansanti. A preoccupar­e i nostri esportator­i da un lato è la potenziale ricostituz­ione delle dogane con il Regno Unito, a causa delle quali potranno crearsi tempi morti che danneggere­bbero il prodotto fresco. E dall’altro lato è l’effetto indiretto derivante dalla maggiore offerta di prodotto che potrebbe riversarsi sul mercato della Ue a 27.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy