Crisi in arrivo, Vicenza fa il test alle imprese
Il nuovo Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza, dopo 80 anni, inciderà in maniera diretta sull’operatività delle aziende. Che cosa potrebbe accadere in una provincia altamente industrializzata come Vicenza? L’associazione degli industriali ha fatto un test su circa 1.200 realtà. Di queste, sette su 10 risultano non avere alcun alert, e solo tre (lo 0,25%) li ha tutti e cinque. La legge introduce una nuova procedura di allerta, tramite degli indici, diretta a far emergere tempestivamente situazioni aziendali di crisi, individuare soluzioni e, quindi, prevenire lo stato di insolvenza. «Il fulcro è dato dai cosiddetti indicatori di crisi la cui proposta è stata elaborata dall’Ordine nazionale dei Dottori commercialisti e in attesa di recepimento con decreto ministeriale. Non nascondiamo che le nuove procedure comportano degli oneri in termini di tempo, risorse umane e lavoro non indifferente », spiega Mirko B ra gagnolo, delegato credito e finanza di Confindustria Vicenza. Per andare incontro alle difficoltà iniziali l’ associazioneha messo a punto una serie di strumenti gratuiti per aiutare le proprie associate. Alle imprese è destinato un documento che indica le Linee Guida sul sistema degli indicatori di allerta elaborate da team del professor Andrea Beretta Zanoni dell’Università di Verona insieme all’associazione degli industriali.
Fra gli strumenti che Confindustria Vicenza ha adottato ormai da tre anni c’è il Credit passport, cioè un metodo per cui ogni azienda può valutare la propria condizione. L’indagine sul rating bancario di oltre 1.200 imprese vicentine si fonda sui dati di bilancio 2018, elaborati da Credit Data Research, società londinese. «Sovrapponendo questo indicatore a quelli previsti dal nuovo codice, emerge che già due alert possono pregiudicare la bancabilità di una impresa», spiega Alberto Nardi dell’Area Credito e Finanza. La situazione in cui ogni azienda si colloca è stata per questo suddivisa in fasce colorate. In terra Vicentina, nella fascia di rischio più alta (rossa) ci sono 49 aziende, mentre 625 sono sul fronte opposto (verde). Infine, a disposizione gratuitamente c’è un applicativo sviluppato in collaborazione con Studio Giarratana e Salin, che servirà operativamente per l’inserimento dei dati contabili richiesti dal nuovo codice.