Morselli: ArcelorMittal resta Noi lavoriamo per l’intesa
Dall’inizio del 2020 sono stati pagati 20 milioni all’indotto
Si è alla vigilia della data fatidica (7 febbraio, nuova udienza al Tribunale di Milano per i ricorsi di ArcelorMittal e Ilva in amministrazione straordinaria), si lavora per giungere ad una nuova intesa tra le parti sulla base dell’input lanciato da Londra dal premier Giuseppe Conte, e l’ad di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, incontrando i sindacati a Taranto, sparge ottimismo. «Nelle prossime ore - dice - l’accordo si farà. ArcelorMittal è intenzionata a restare».
Per accelerare l’intesa, potrebbe anche esserci un incontro tra le parti in sede di Governo. Coinvolgerebbe i negoziatori dopo il confronto tra i Mittal e Conte a Londra l’altro ieri. Tuttavia l’intesa che si profila non sarà quella definitiva quanto un aggiornamento del preaccordo siglato il 20 dicembre a
Milano. Fonti vicine al dossier dichiarano che «ad un accordo si arriverà, magari sul filo di lana rispetto alla convocazione dell’udienza, ma il vero problema non è il testo che si firma, quanto quello che bisogna fare dopo, cioè come si riempie di contenuti l'accordo».
Mentre fonti Mise dicono che «i legali di Arcelor Mittal hanno fatto tre passi indietro rispetto alle loro posizioni iniziali». Ma si riferiscono alla memoria di difesa presentata venerdì sera in vista dell’udienza, dove la multinazionale si dichiara disposta a restituire gli impianti. E l’incontro Conte-Mittal doveva ancora avvenire, anche se il negoziato resta complicato.
Morselli ha dichiarato ai sindacati che anche il rinnovo della squadra dei manager dallo scorso 27 gennaio, va letto in chiave di continuità. Sono infatti andati via tutti gli stranieri fatti arrivare da Mittal a Taranto e promossi (o confermati) coloro (tutti italiani) che erano già nel siderurgico. Per i sindacati, Morselli, a proposito del cambio, ha sostenuto che «sono circolate varie voci e si è detto che quelli nominati appartengono al gruppo siderurgico Arvedi. Invece non è vero nulla. In realtà - ha spiegato Morselli ai sindacati secondo quanto riferito da questi ultimi - ho dovuto sostituire i dirigenti portati da Mittal perché nella loro gestione avevano determinato perdite economiche e risultati non positivi» mentre nella gestione della fabbrica servono «più competenze». «Bisognava dare una scossa - ha aggiunto -. Con chi stava prima, non c’era un buon feeling, mentre i dirigenti locali sono più motivati e capaci. E anche Mittal ha voluto dare fiducia a chi stava già in fabbrica per assicurare continuità».
In un successivo incontro con i sindacati, ArcelorMittal ha poi affrontato il tema dei pagamenti all’indotto-appalto, oggetto di proteste delle imprese e di Confindustria Taranto. La committente ha comunicato che dall’inizio del 2020, sono stati pagati a quasi 400 aziende un totale di 20 milioni di euro. Altri 6 milioni, inoltre, sono in pagamento e arriveranno tra questa settimana e inizio della prossima. ArcelorMittal ha infine manifestato disponibilità sul tema ed annunciato che è a disposizione delle imprese un numero di telefono dedicato, 099.4812983.