Boccia: «Banche, regole troppo pesanti in Europa»
Rivedere la regolazione europea che riguarda il sistema bancario. Troppo pesante e con vincoli che sono in contraddizione rispetto alla politica monetaria anticiclica della Bce. «Se l’Italia del Dopoguerra avesse avuto le regole bancarie introdotte dopo la crisi con il fardello delle ponderazioni del credito, che si è arrivati a ipotizzare anche per i titoli di Stato, oggi l’Italia non sarebbe la seconda manifattura d'Europa», ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, in un incontro all'Abi sul “ruolo delle banche verso una prosperità sociale inclusiva, aperta e sostenibile”.
Una riflessione condivisa dalla vice direttrice della Banca d’Italia, Alessandra Perrazzelli, e dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli: «il problema sono le regole, bisogna ricostruire le regole bancarie», ha detto Patuelli. Tutti hanno concordato sulla necessità di un piano organico di politica economica condiviso che individui i fini da raggiungere: crescita, lavoro, rilancio delle infrastrutture. Per Boccia anche la politica economica italiana ed europea sono state troppo tiepide rispetto alla spinta anticiclica monetaria della Bce. Per il presidente di Confindustria occorre cambiare paradigma: prima individuare i fini che si vogliono raggiungere, poi gli strumenti e poi pensare ai saldi di bilancio.
Patuelli ha parlato delle crisi bancarie, sottolineando il bisogno di etica e rigore nelle banche e che l’Abi non ha nessun potere di controllo. «Ho grande fastidio per i 13 miliardi di costi delle crisi bancarie, se potessi mi costituirei parte civile», ha detto Patuelli, aggiungendo che gli scandali hanno avuto effetti negativi sulle azioni bancarie, prima considerate tra gli investimenti più sicuri.
Anche la Perrazzelli ha parlato delle crisi bancarie: «una crisi bancaria costa molto non solo come capitale ma anche per l’impatto nella società» ed è possibile, ha aggiunto, che «una piccola banca in Italia sia importante per il suo territorio con effetti della crisi quasi sistemici». Ha voluto anche sottolineare che negli anni della crisi sono state salvate 80 banche, «ma di questo - ha detto - si parla poco».