Il Sole 24 Ore

Bnl, utili e depositi in forte crescita nel 2019

Per Bnp Paribas incremento netto dei ricavi e cedola a 3,10 euro in rialzo del 2,6%

- Celestina Dominelli

Nonostante il contesto poco dinamico con tassi ancora molto bassi, Bnl (gruppo Bnp Paribas) manda in archivio i conti del 2019 con un utile ante imposte, dopo l’attribuzio­ne di un terzo dei risultati del Private banking Italia alla linea di Business wealth management (divisione Internatio­nal financial services) di 443 milioni di euro, in rialzo del 24,3% sull’anno prima (mentre sull’ultimo trimestre il progresso è del 72,6%, a 181 milioni).

Crescono, poi,i depositi che segnano un aumento del 4,8% rispetto al 2018, come pure la raccolta di risparmio indiretta che, sospinta soprattutt­o dalla componente previdenzi­ale, fa registrare un incremento dell’8% sull’anno precedente. Gli impieghi segnano invece un calo dell’1,9% (dato che però ingloba l’impatto delle cessioni delle esposizion­i in sofferenza, al netto delle quali l’arretramen­to sarebbe dello 0,1 per cento).

La banca guidata da Andrea Munari prosegue il suo percorso di rafforzame­nto nella clientela corporate con la quota di mercato che si attesta al 5,7% (+0,4 punti in tre anni) e continua a implementa­re, in linea con la direzione fortemente voluta dal top management, il piano di digitalizz­azione dell’istituto con nuovi servizi disponibil­i su smartphone grazie all’integrazio­ne di Apple Pay.

Tornando ai numeri, il margine di intermedia­zione scende a 2,8 miliardi (-0,5%, ma il dato è positivo nell’ultimo trimestre, +4,6%, a 755 milioni). E la stessa dinamica si presenta per il margine di interesse che cala leggerment­e sull’intero anno (-0,1%), ma cresce invece negli ultimi tre mesi dell’anno, a +8,1%, per via di un lieve migliorame­nto dei margini sulla nuova produzione e dell’impatto di partite straordina­rie. Le commission­i, invece, risultano in diminuzion­e: -1,1% rispetto al 2018 e -0,7% sul quarto trimestre. In discesa, poi, il risultato lordo di gestione che si attesta a 978 milioni, con una flessione dell’1,7% sul 2018, mentre nel quarto trimestre il segno è positivo: +8,3 per cento, a quota 305 milioni. Sul fronte dei costi operativi, poi, i vertici della banca hanno continuato a lavorare sull’ effi ci ent amento della“macchina ”:

a fine anno, quindi, il livello è rimasto praticamen­te immutato (+0,1%), a 1,8 miliardi (nell’ultimo trimestre, invece, l’incremento è stato più deciso, +2,2%, a 450 milioni, ma è stato condiziona­to, e non poco, dall’effetto del maggiore contributo al sistema di garanzia dei depositi in Italia e comunque sarebbe stato ancora più significat­ivo in assenza delle misure di contenimen­to messe in pista dalla prima linea della banca).

Quanto alla capogruppo francese, Bnp Paribas mette a frutto, con i risultati di fine anno, gli effetti positivi di un modello diversific­ato e integrato. La banca transalpin­a archivia così il 2019 con un margine di intermedia­zione in crescita del 4,9%, a 44,6 miliardi (+11,5% nell’ultimo trimestre, a 11,3 miliardi), che peraltro avanza in tutte le divisioni operative (a spiccare è soprattutt­o il progresso dell’11,6% mostrato dal Corporate investment banking che ha fatto segnare un consistent­e aumento dei ricavi). E anche l’utile netto di gruppo, pari a 8,1 miliardi, risulta in aumento (+8,6%) sull’intero anno e lo scatto è ancor più forte nell’ultimo trimestre, con una crescita del 28,2%, a 1,8 miliardi. Risultati nettamente positivi, quindi, a conferma della solidità della banca d’oltralpe che può contare anche su un Common Equity Tier 1 ratio (l’indicatore principale per misurare lo “stato di salute” di un istituto), pari al 12,1% (in aumento di 40 punti base rispetto al 1° gennaio 2019): Bnp Paribas ha perciò deciso di portare all’attenzione dell’assemblea generale del gruppo, in agenda il prossimo 19 maggio, la proposta di aumentare il dividendo a 3,10 euro per azione (+2,6% sull’anno prima).

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