LOTTA AL CANCRO, NUOVE SPERANZE DALLA RICERCA
Era emozionato ieri Peter Campbell, membro del comitato direttivo del progetto Pan-cancer e direttore del Cancer, aging and somatic mutation center presso il Wellcome Sanger Institute a Cambridge, nel Regno Unito, nell’annunciare la pubblicazione dello studio più esaustivo di sequenziamento genomico di migliaia di tumori. «Il cancro – ha spiegato durante la conferenza stampa – è una malattia del genoma. Il completamento di questo progetto rappresenta il culmine di oltre un decennio di studio del genoma del cancro. Un’iniziativa senza precedenti». I dati genomici disponibili a tutti i ricercatori del mondo, sotto l’egida dell’International Cancer Genome Consortium, ammontano ora a 800 terabyte: 2.658 genomi di 38 diversi tipi di tumori depositati nella stessa cloud, la Pan-cancer analysis of whole genomes (Pcawg).
Fino a ora si era sequenziata solo la parte del genoma che codifica per le proteine, vale a dire l’1% del genoma. L’impresa del Consortium è stata quella di sequenziare tutto il genoma, pescando mutazioni sia nelle parti codificanti che nelle parti non codificanti. Inoltre con il genoma completo si sono smascherate non solo mutazioni singole, ma è anche stato possibIle individuare riorganizzazioni di pezzi interi di cromosomi.
Lo studio, che trova spazio su Nature, ha scoperto diversi nuovi fattori cancerogeni nei geni non codificanti. La conclusione generale, tuttavia, ribadisce che la stragrande maggioranza delle mutazioni chiamate driver del cancro si verificano nelle regioni codificanti per proteine del genoma umano. Le mutazioni driver sono cambiamenti del Dna che portano le cellule a sviluppare il cancro.
Il team di centinaia di scienziati ha concluso che nel complesso, mentre un set di dati sempre più grande continuerà a individuare nuove mutazioni driver in tutto il genoma, la stragrande maggioranza di queste mutazioni si verificano solo nel 2% del genoma che codifica per le proteine. Per i ricercatori, questo è stato un risultato inaspettato e importante. Per i malati di cancro, ciò significa che la maggioranza delle mutazioni clinicamente rilevanti nel cancro si trova probabilmente nelle sequenze di codifica delle proteine, il che semplificherà gli sforzi per l’uso clinico del sequenziamento del genoma nel cancro.
Ora si potranno catalogare tutti i percorsi biologici coinvolti nel cancro e avere un quadro più completo delle loro azioni sul genoma. Almeno una mutazione causale è stata trovata in quasi tutti i tumori analizzati e i processi che generano mutazioni sono risultati estremamente diversi – dai cambiamenti nelle singole lettere del Dna alla riorganizzazione di interi cromosomi. Sono state identificate molteplici e nuove regioni del genoma che controllano il modo in cui i geni si accendono e si spengono. Inoltre, sfruttando la datazione al carbonio –come fanno gli archeologi – i ricercatori sono riusciti a stabilire l’età di alcune di queste mutazioni driver. Alcune insorgono decadi prima dell’insorgenza del tumore. Ciò apre, teoricamente, una finestra di opportunità per la diagnosi precoce del cancro.
«Sono sempre stato affascinato dal fatto che due pazienti con lo stesso tipo di tumore sotto il microscopio rispondessero in modo diverso alla stessa terapia. Questo si spiega con l’imprevedibilità delle mutazioni del genoma di un tumore. Ora possiamo identificare il 95% delle mutazioni di un paziente e così capire in cosa sono diversi due tumori apparentemente identici», ha spiegato Campbell.
Il genoma del tumore di ogni paziente è unico, ma esiste una serie precisa di schemi ricorrenti, quindi con studi abbastanza ampi sarà possibile identificare tutti questi schemi per ottimizzare la diagnosi e il trattamenti. «Sappiamo che ogni tumore è diverso, eppure li trattiamo allo stesso modo. Una delle maggiori sfide è che non abbiamo le informazioni per sapere in anticipo quali trattamenti funzioneranno e quali no. Ciò significa che spesso i medici trattano in modo eccessivo o insufficiente i tumori, oppure non esiste alcun trattamento significativo. Ciò si traduce in una profonda variabilità delle cure tra i sistemi sanitari e una crescita insostenibile della spesa sanitaria con l’aumentare dell’età della popolazione e del conseguente rischio di cancro», spiega Campbell.
La genomica dei tumori sta facendo il suo ingresso nella clinica. Questa sarà la vera sfida dei prossimi anni. Il medico, dopo avere sequenziato il genoma del tumore di un paziente, confronterà tale genoma con la cosiddetta knowledge bank delle migliaia di genomi già depositati. In questo modo si potrà valutare quali tipi di terapie abbiano funzionato su altri pazienti con lo stesso tipo di pool di mutazioni. La medicina diventerà quindi più mirata e personalizzata. Il paziente beneficerà dei dati accumulati dal Consortium e allo stesso tempo contribuirà alla crescita della banca dati. Questi dati devono essere condivisi attraverso i confini giurisdizionali tradizionali per realizzare il pieno impatto della medicina di precisione, a beneficio di tutti.