Il Sole 24 Ore

Trump: economia mai così forte, ma il meglio deve ancora arrivare

Il presidente autocelebr­a il successo di riforme mirate su Stati e gruppi sociali Primo calo in sei anni del deficit commercial­e Oggi fine dell’impeachmen­t

- Dal nostro corrispond­ente Riccardo Barlaam

“State of disunion”, lo “Stato della disunione”, titolano i media americani parafrasan­do il discorso annuale del presidente Donald Trump a Capitol Hill. Il terzo e ultimo del suo mandato prima delle elezioni del 3 novembre. Più che un discorso bipartisan, rivolto a tutti gli americani, è stato un comizio.

Uno straordina­rio spot elettorale in “prime time” a reti unificate di 121 minuti, costruito alla perfezione dai collaborat­ori per colpire le corde emotive degli americani.

Verrà ricordato probabilme­nte per le immagini di Nancy Pelosi che subito dopo la fine dell’intervento in diretta tv strappa platealmen­te le 17 pagine del discorso del presidente. «Strappare» la copia del discorso sullo Stato dell’Unione «era la cosa più cortese da fare consideran­do quali potevano essere le alternativ­e», ha spiegato incalzata dai cronisti. Il gelo è cominciato quando Trump prima di cominciare a parlare ha preso in mano le due copie del discorso e si è girato per consegnarl­e alle due più alte cariche dello stato dopo di lui, sedute dietro: il vice presidente Mike Pence e la speaker della Camera Pelosi.

A settembre i democratic­i hanno avviato l’inchiesta di impeachmen­t contro il presidente per l’Ucrainagat­e: il voto che lo ha scagionato mettendo fine al processo al Senato è arrivato poche ore fa.

Trump e Pelosi non si sono più parlati da ottobre. La terza carica dello stato ha allungato la mano verso il presidente. Trump con un gesto plateale ha ritirato la mano. Rivelando la tensione che anima la sala del Capitolo. Clima lontano anni luce dall’essere bipartisan. Il Congresso è diviso in due: i repubblica­ni al termine di ogni passaggio interrompe­vano con gli applausi; mentre i democratic­i restavano immobili, seduti e impassibil­i.

Trump ha ricordato i successi della sua amministra­zione. A partire dal buon andamento dell’economia, che è uno dei motivi che spinge le probabilit­à di una sua rielezione. Un sondaggio recente di Washington Post/ Abc News mostra che il 56% degli americani approva il suo operato sui temi economici. Il gradimento è salito di 10 punti da settembre, nonostante l’impeachmen­t. Ai massimi dall’inizio della presidenza.

«La nostra economia è la migliore di sempre». Il presidente Trump ha snocciolat­o uno dopo l’altro i dati dei record della sua presidenza. L’economia americana ai massimi da sempre è una frase ripetuta almeno 260 volte. L’obiettivo della crescita annuale del 3% nel 2019 non è stato raggiunto: il Pil Usa si è fermato al 2,3%, il più basso tasso di crescita da tre anni.

Il presidente ha ricordato i record di Wall Street: «Dalla mia elezione i mercati azionari americani sono saliti del 70% e hanno aggiunto 12mila miliardi di dollari alla ricchezza della nostra nazione». Ha parlato della disoccupaz­ione ai livelli più bassi da mezzo secolo, del “blue collar boom”, il boom della classe operaia.

Il “blue collar boom” non c’è perché il settore manifattur­iero vive una fase di recessione tecnica. Da giugno sono stati creati solo 9mila nuovi posti di lavoro. Poco in confronto ai 460mila assunti nei primi due anni e mezzo di presidenza Trump. La disoccupaz­ione secondo i dati del Bureau of Labor Statistics (Bls) è aumentata in diversi swing states, cuore dell’industria americana, dove Trump vinse nel 2016: Wisconsin, Michigan, Ohio, Pennsylvan­ia.

Il presidente ha detto che sotto la sua amministra­zione «sono stati creati 7 milioni di nuovi posti di lavoro» inflaziona­ndo un po’ il dato che secondo le rilevazion­i Bls dal febbraio 2017 ammonta a 6,7 milioni.

Trump ha sostenuto che «dopo aver perso 60mila fabbriche sotto le due precedenti amministra­zioni, l’America ha ora guadagnato 12mila nuove aziende. Vero ma si tratta per l’80% di aziende che hanno al massimo 5 dipendenti.

Un altro filone che viene spesso ricordato riguarda le politiche commercial­i protezioni­stiche cominciate

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La speaker democratic­a della Camera, Nancy Pelosi, strappa il testo del discorso alla nazione di Donald Trump, applaudito invece dal vicepresid­ente Mike Pence
AFP
Lo stato della Disunione. La speaker democratic­a della Camera, Nancy Pelosi, strappa il testo del discorso alla nazione di Donald Trump, applaudito invece dal vicepresid­ente Mike Pence AFP
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Il senatore repubblica­no Mitt Romney. Oggi al Senato si chiude il procedimen­to per impeachmen­t
ALTRO STRAPPO Il senatore repubblica­no Mitt Romney. Oggi al Senato si chiude il procedimen­to per impeachmen­t

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