Cuneo fiscale, più soldi in busta fino a stipendi da 40mila euro
In Gazzetta il decreto legge 3 Bonus per i 16 milioni di lavoratori dipendenti Dal 1° luglio fino a dicembre trattamento integrativo da 600 euro (1.200 nel 2021)
Pubblicato nella Gazzetta ufficiale di ieri il decreto legge finalizzato al taglio al cuneo fiscale per il quale sono stati stanziati 3 miliardi quest’anno e 5 nel 2021.
A quasi due settimane dal varo in consiglio dei ministri approda in Gazzetta ufficiale (la n. 29 del 5 febbraio) il decreto legge 3 sul taglio al “cuneo fiscale”, il primo provvedimento attuativo “di peso” della manovra 2020, che ha stanziato, per l’intervento, tre miliardi di euro quest’anno, cinque nel 2021.
Il “super-bonus” scatta dal 1° luglio; e interessa complessivamente una platea di 16 milioni di lavoratori dipendenti, tra privati e pubblici, con redditi fino a 40mila euro (si tratta di 4,3 milioni di persone in più rispetto agli 11,7 milioni che oggi percepiscono gli 80 euro introdotti dal governo Renzi).
Il provvedimento, che secondo il governo ha l’obiettivo di restituire potere d’acquisto alle retribuzioni, in modo da rilanciare consumi e crescita, sarà ora trasmesso alle competenti commissioni parlamentari per essere convertito in legge.
Il meccanismo messo a punto dai tecnici del ministero dell’Economia, e illustrato nei cinque articoli del Dl, funzionerà così: dal prossimo 1° luglio, come detto, per i redditi fino a 28mila euro si introduce un “trattamento integrativo” (strutturale) da 600 euro fino a dicembre, che diventano 1.200 euro a partire dal 2021 (in pratica, 100 euro in più al mese). Sopra questa soglia e fino a 40mila euro di reddito, invece, è prevista per i soli sei mesi del 2020 una detrazione fiscale equivalente (pari a 480 euro rimodulati) che decresce fino ad arrivare al valore di 80 euro per un reddito di 35mila euro lordi, per ridursi progressivamente fino ad azzerarsi a 40mila euro.
Nella relazione illustrativa al dl si precisa come anche questa detrazione «verrà integralmente stabilizzata dal 2021» (il tutto, molto probabilmente, verrà incardinato nel quadro della riforma fiscale annunciata dal governo, attraverso una legge delega da varare in primavera).
L’operazione “taglio al cuneo” interessa direttamente i lavoratori dipendenti del settore privato, in primis operai e impiegati, ma anche la stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici (ovviamente sempre con redditi annui fino a 40mila euro).
Dal 1° luglio, quindi, il bonus Renzi di 80 euro aumenta a cento euro netti mensili per chi ha un reddito annuo fino a 26.600 euro lordi. Chi, invece, percepisce un reddito da 26.600 euro a 28mila, finora escluso dunque dal bonus Irpef, beneficerà per la prima volta di un incremento di 100 euro al mese in busta paga. Oltre questa soglia (28mila euro), l’importo del beneficio continua a decrescere.
Saranno i sostituti d’imposta a riconoscere il trattamento integrativo o l’ulteriore detrazione fiscale per redditi di lavoro dipendente e assimilati ripartendoli fra le retribuzioni erogate a decorrere dal 1° luglio e a verificare, poi, in sede di conguaglio, la spettanza o meno del “super bonus”.
Qualora, in sede di conguaglio, si accerta il mancato diritto alle somme, scatta il recupero. Per importi superiori a 60 euro lo “storno” in busta paga viene effettuato in quattro rate di pari importo (a partire dalla retribuzione che sconta gli effetti del conguaglio).