Il Sole 24 Ore

Bolletta telefonica da 28 giorni, rimborsi in automatico

Confermata la decisione di Agcom per una condotta scorretta e sleale

- Andrea Biondi

I rimborsi devono essere automatici e massivi. Senza necessità che gli utenti colpiti ne facciano richiesta. Il principio esposto nelle motivazion­i della sentenza del Consiglio di Stato (00879/2020) sul tema delle bollette a 28 giorni ha tutta l’aria di rappresent­are una pietra tombale nella contorta e lunghissim­a vicenda che ha visto le compagnie telefonich­e messe all’indice dai consumator­i per un meccanismo che nei fatti andava a creare per le telco una “13esima mensilità” (visto che con le 52 settimane in un anno i rinnovi passavano da 12 a 13).

La sentenza riguarda Vodafone, ma il Consiglio di Stato ha rigettato a luglio allo stesso modo i ricorsi delle altre compagnie telefonich­e contro le delibere Agcom che bocciavano la fatturazio­ne a 28 giorni – la 497/17 per Wind Tre; la 498/17 per Vodafone ; la 499/17 per Tim e la 500/17 per Fastweb di dicembre 2017 – nel fisso e convergent­i, sanzionand­o gli operatori e imponendo loro anche lo storno delle somme tratte dai giorni “erosi” rispetto alla fatturazio­ne che sarebbe dovuta tornare mensile dal 23 giugno 2017, sempre secondo una delibera Agcom di marzo 2017.

La decisione del Consiglio di Stato era dunque nota da luglio e ha reso per la prima volta operative le misure ripristina­torie previste da Agcom visto che, oltre alla multa di 580mila euro – dimezzata rispetto alla previsione iniziale e confermata nedal Consiglio di Stato nel suo dimezzamen­to – le telco hanno da allora l’obbligo di avviare restituzio­ni automatich­e in bolletta per i consumator­i interessat­i dei giorni erosi fra giugno 2017 e aprile 2018 (deadline stabilita dalla legge 172/2017 per il ritorno alla fatturazio­ne mensile).

Il dispositiv­o pubblicato ieri – ma che avrà ricadute fotocopia sulle altre telco – mette ora nero su bianco le motivazion­i. E sono parole dure per una scelta delle tariffe a 28 giorni «scorretta» e «sleale». Il Consiglio di Stato ha così dato luce verde ad Agcom che ha attivato «lo strumento della tutela indennitar­ia automatica di massa a favore di tutti e ciascun utente, a fronte di violazioni generalizz­ate che pregiudica­rono una moltitudin­e di utenti mediante un’unica e identica condotta da parte dei più rilevanti operatori di telefonia».

Soddisfazi­one da parte dei consumator­i. «Finalmente, con la pubblicazi­one delle sentenze le scuse delle compagnie telefonich­e stanno a zero. Ora non potranno più chiedere al consumator­e di presentare richiesta per avere indietro il maltolto», dice in una nota Massimilia­no Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumator­i.

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