Bolletta telefonica da 28 giorni, rimborsi in automatico
Confermata la decisione di Agcom per una condotta scorretta e sleale
I rimborsi devono essere automatici e massivi. Senza necessità che gli utenti colpiti ne facciano richiesta. Il principio esposto nelle motivazioni della sentenza del Consiglio di Stato (00879/2020) sul tema delle bollette a 28 giorni ha tutta l’aria di rappresentare una pietra tombale nella contorta e lunghissima vicenda che ha visto le compagnie telefoniche messe all’indice dai consumatori per un meccanismo che nei fatti andava a creare per le telco una “13esima mensilità” (visto che con le 52 settimane in un anno i rinnovi passavano da 12 a 13).
La sentenza riguarda Vodafone, ma il Consiglio di Stato ha rigettato a luglio allo stesso modo i ricorsi delle altre compagnie telefoniche contro le delibere Agcom che bocciavano la fatturazione a 28 giorni – la 497/17 per Wind Tre; la 498/17 per Vodafone ; la 499/17 per Tim e la 500/17 per Fastweb di dicembre 2017 – nel fisso e convergenti, sanzionando gli operatori e imponendo loro anche lo storno delle somme tratte dai giorni “erosi” rispetto alla fatturazione che sarebbe dovuta tornare mensile dal 23 giugno 2017, sempre secondo una delibera Agcom di marzo 2017.
La decisione del Consiglio di Stato era dunque nota da luglio e ha reso per la prima volta operative le misure ripristinatorie previste da Agcom visto che, oltre alla multa di 580mila euro – dimezzata rispetto alla previsione iniziale e confermata nedal Consiglio di Stato nel suo dimezzamento – le telco hanno da allora l’obbligo di avviare restituzioni automatiche in bolletta per i consumatori interessati dei giorni erosi fra giugno 2017 e aprile 2018 (deadline stabilita dalla legge 172/2017 per il ritorno alla fatturazione mensile).
Il dispositivo pubblicato ieri – ma che avrà ricadute fotocopia sulle altre telco – mette ora nero su bianco le motivazioni. E sono parole dure per una scelta delle tariffe a 28 giorni «scorretta» e «sleale». Il Consiglio di Stato ha così dato luce verde ad Agcom che ha attivato «lo strumento della tutela indennitaria automatica di massa a favore di tutti e ciascun utente, a fronte di violazioni generalizzate che pregiudicarono una moltitudine di utenti mediante un’unica e identica condotta da parte dei più rilevanti operatori di telefonia».
Soddisfazione da parte dei consumatori. «Finalmente, con la pubblicazione delle sentenze le scuse delle compagnie telefoniche stanno a zero. Ora non potranno più chiedere al consumatore di presentare richiesta per avere indietro il maltolto», dice in una nota Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.