La presidente Ruocco: «Ora prevenire altre crisi e niente propaganda»
La neo presidente della commissione banche eletta con 22 voti su 34
Promette di lavorare per la tutela del risparmio, ma esclude «processi a scatola chiusa: dobbiamo puntare a obiettivi concreti e a proporre norme per prevenire nuove crisi, non a fare inutile propaganda». Carla Ruocco (M5S) è stata eletta ieri presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche con 22 voti su 34 (assenti sei parlamentari, tra cui Luigi Marattin e Mauro Maria Marino di Italia Viva e Guglielmo Epifani di Leu). A suo favore ha votato una maggioranza composita: il Pd, parte del M5S ma non tutto, alcuni azzurri, i due rappresentanti di Fdi, un senatore delle Autonomie e Bruno Tabacci di +Europa. Ma Ruocco, che ora lascia la guida della commissione Finanze di Montecitorio, non si sente depotenziata: «Non ho ottenuto voti in cambio di garanzie di un mio personale comportamento in un senso o in un altro. Chi mi ha eletto sa che so ascoltare e motivare, dote ancora più preziosa per una bicamerale».
Sarà una commissione che guarderà più al passato, ovvero alle crisi che hanno costellato il nostro sistema bancario, oppure al futuro,ovvero alle proposte per cambiare?
La missione su cui sono determinata è quella di far percepire ai risparmiatori e al mercato finanziario che c’è una sicurezza in più dal punto di vista degli attori in campo, una forma di controllo positiva. La commissione bicamerale ha due compiti: uno preventivo di nuove crisi, importantissimo e legato alle proposte legislative che può e deve avanzare, e uno di sostegno alle indagini della magistratura. Mi auguro che viaggino in parallelo. Il mio impegno è creare l’impalcatura adeguata perché la commissione possa lavorare in modo fluido e rapido.
Appena eletta, ha promesso di «arrivare nel minor tempo possibile alla verità che risparmiatori e cittadini aspettano da tempo».
La legge istitutiva prevede per la commissione ambiti operativi molto ampi, quindi sarà importante che l’ufficio di presidenza delinei un cronoprogramma razionale e mirato. Dobbiamo puntare agli obiettivi e non fare propaganda. E vorrei che come italiani trovassimo una convergenza su un punto: il sistema finanziario presenta la sua parte sana e la sua parte marcia, come gli altri, ma non dobbiamo subire il complesso d’inferiorità ed evidenziare soltanto ciò che non va. Abbiamo una realtà bancaria molto sana e un risparmio privato importante, che deve essere giustamente convogliato in maniera sicura verso investimenti produttivi. I risparmiatori devono sentirsi tutelati. Laddove questo meccanismo non ha funzionato deve essere assolutamente corretto.
La vigilanza finirà sotto esame, Bankitalia compresa? Dopo il crac di PopBari Di Maio aveva proposto una riforma e più voce al Parlamento nella scelta dei vertici.
Audiremo tutti i soggetti incaricati della vigilanza. Per l’intera “filiera” di controllo a ogni livello, incluse le società di revisione, bisognerà analizzare il caso specifico e l’approccio normativo da utilizzare. Sulla Popolare di Bari sicuramente dovremo essere di supporto, per le parti di competenza, alle indagini già in corso. Prendendo anche le mosse dalla relazione finale della commissione istituita nella precedente legislatura, il mio compito sarà comunque quello di capire quali modifiche legislative potranno prendere corpo in commissione. Laddove si troverà convergenza per assicurare maggiore trasparenza e solidità al sistema, le proposte saranno avanzate in tutte le sedi, dal Parlamento al Governo. E presupponiamo che troveranno la strada spianata.
Sembra passata molta acqua sotto i ponti da quando, nella commissione Casini, lei tuonava contro «lo scaricabarile tra Banca D’Italia, Consob e i vari Governi» e invocava le dimissioni di Giuseppe Vegas. Paragone sostiene che la sua elezione è specchio dell’addomesticamento del Movimento. È il motivo per cui alcuni Cinque Stelle non l’hanno votata?
Le diserzioni sono state poche. Chi ritiene che la mia designazione sia figlia della volontà di “ammorbidire” la commissione non mi conosce. A meno che non si intenda per “morbidezza” avere un senso molto forte delle istituzioni: quello sì, ce l’ho. Porto avanti le mie battaglie senza mai dimenticare la cornice istituzionale e il ruolo che mi compete, come dovrebbe fare chiunque aspiri alla presidenza di una commissione tanto delicata. E anche quando sono stata in prima linea non ho mai minacciato di incendiare l’autorità di vigilanza in quanto tale o la banca veneta in quanto tale. Bene chiedere maggiore tutela, andare a vedere ciò che non ha funzionato nella vigilanza, rettificare. Male sostenere che sia tutto da gettare alle ortiche o che tutti siano stati responsabili o complici.
La commissione si troverà a incrociare i dossier dell’unione bancaria e del Mes, che tante tensioni hanno creato tra M5S e Pd. Quale ruolo avrà?
Quello di dare sostegno e forza al Governo che dovrà negoziare in Europa. Le Camere hanno votato una risoluzione di maggioranza che ribadisce la necessità di una logica di pacchetto tra le varie riforme: ora va sostenuta.
‘‘ RAGGIO D’AZIONE RISTRETTO «È importante che l’ufficio di presidenza delinei un cronoprogramma razionale e mirato»
‘‘ LA MISSIONE «Sono determinata a far percepire ai risparmiatori e al mercato finanziario che c’è una sicurezza in più»