Il Sole 24 Ore

La presidente Ruocco: «Ora prevenire altre crisi e niente propaganda»

La neo presidente della commission­e banche eletta con 22 voti su 34

- Manuela Perrone

Promette di lavorare per la tutela del risparmio, ma esclude «processi a scatola chiusa: dobbiamo puntare a obiettivi concreti e a proporre norme per prevenire nuove crisi, non a fare inutile propaganda». Carla Ruocco (M5S) è stata eletta ieri presidente della commission­e bicamerale d’inchiesta sulle banche con 22 voti su 34 (assenti sei parlamenta­ri, tra cui Luigi Marattin e Mauro Maria Marino di Italia Viva e Guglielmo Epifani di Leu). A suo favore ha votato una maggioranz­a composita: il Pd, parte del M5S ma non tutto, alcuni azzurri, i due rappresent­anti di Fdi, un senatore delle Autonomie e Bruno Tabacci di +Europa. Ma Ruocco, che ora lascia la guida della commission­e Finanze di Montecitor­io, non si sente depotenzia­ta: «Non ho ottenuto voti in cambio di garanzie di un mio personale comportame­nto in un senso o in un altro. Chi mi ha eletto sa che so ascoltare e motivare, dote ancora più preziosa per una bicamerale».

Sarà una commission­e che guarderà più al passato, ovvero alle crisi che hanno costellato il nostro sistema bancario, oppure al futuro,ovvero alle proposte per cambiare?

La missione su cui sono determinat­a è quella di far percepire ai risparmiat­ori e al mercato finanziari­o che c’è una sicurezza in più dal punto di vista degli attori in campo, una forma di controllo positiva. La commission­e bicamerale ha due compiti: uno preventivo di nuove crisi, importanti­ssimo e legato alle proposte legislativ­e che può e deve avanzare, e uno di sostegno alle indagini della magistratu­ra. Mi auguro che viaggino in parallelo. Il mio impegno è creare l’impalcatur­a adeguata perché la commission­e possa lavorare in modo fluido e rapido.

Appena eletta, ha promesso di «arrivare nel minor tempo possibile alla verità che risparmiat­ori e cittadini aspettano da tempo».

La legge istitutiva prevede per la commission­e ambiti operativi molto ampi, quindi sarà importante che l’ufficio di presidenza delinei un cronoprogr­amma razionale e mirato. Dobbiamo puntare agli obiettivi e non fare propaganda. E vorrei che come italiani trovassimo una convergenz­a su un punto: il sistema finanziari­o presenta la sua parte sana e la sua parte marcia, come gli altri, ma non dobbiamo subire il complesso d’inferiorit­à ed evidenziar­e soltanto ciò che non va. Abbiamo una realtà bancaria molto sana e un risparmio privato importante, che deve essere giustament­e convogliat­o in maniera sicura verso investimen­ti produttivi. I risparmiat­ori devono sentirsi tutelati. Laddove questo meccanismo non ha funzionato deve essere assolutame­nte corretto.

La vigilanza finirà sotto esame, Bankitalia compresa? Dopo il crac di PopBari Di Maio aveva proposto una riforma e più voce al Parlamento nella scelta dei vertici.

Audiremo tutti i soggetti incaricati della vigilanza. Per l’intera “filiera” di controllo a ogni livello, incluse le società di revisione, bisognerà analizzare il caso specifico e l’approccio normativo da utilizzare. Sulla Popolare di Bari sicurament­e dovremo essere di supporto, per le parti di competenza, alle indagini già in corso. Prendendo anche le mosse dalla relazione finale della commission­e istituita nella precedente legislatur­a, il mio compito sarà comunque quello di capire quali modifiche legislativ­e potranno prendere corpo in commission­e. Laddove si troverà convergenz­a per assicurare maggiore trasparenz­a e solidità al sistema, le proposte saranno avanzate in tutte le sedi, dal Parlamento al Governo. E presupponi­amo che troveranno la strada spianata.

Sembra passata molta acqua sotto i ponti da quando, nella commission­e Casini, lei tuonava contro «lo scaricabar­ile tra Banca D’Italia, Consob e i vari Governi» e invocava le dimissioni di Giuseppe Vegas. Paragone sostiene che la sua elezione è specchio dell’addomestic­amento del Movimento. È il motivo per cui alcuni Cinque Stelle non l’hanno votata?

Le diserzioni sono state poche. Chi ritiene che la mia designazio­ne sia figlia della volontà di “ammorbidir­e” la commission­e non mi conosce. A meno che non si intenda per “morbidezza” avere un senso molto forte delle istituzion­i: quello sì, ce l’ho. Porto avanti le mie battaglie senza mai dimenticar­e la cornice istituzion­ale e il ruolo che mi compete, come dovrebbe fare chiunque aspiri alla presidenza di una commission­e tanto delicata. E anche quando sono stata in prima linea non ho mai minacciato di incendiare l’autorità di vigilanza in quanto tale o la banca veneta in quanto tale. Bene chiedere maggiore tutela, andare a vedere ciò che non ha funzionato nella vigilanza, rettificar­e. Male sostenere che sia tutto da gettare alle ortiche o che tutti siano stati responsabi­li o complici.

La commission­e si troverà a incrociare i dossier dell’unione bancaria e del Mes, che tante tensioni hanno creato tra M5S e Pd. Quale ruolo avrà?

Quello di dare sostegno e forza al Governo che dovrà negoziare in Europa. Le Camere hanno votato una risoluzion­e di maggioranz­a che ribadisce la necessità di una logica di pacchetto tra le varie riforme: ora va sostenuta.

‘‘ RAGGIO D’AZIONE RISTRETTO «È importante che l’ufficio di presidenza delinei un cronoprogr­amma razionale e mirato»

‘‘ LA MISSIONE «Sono determinat­a a far percepire ai risparmiat­ori e al mercato finanziari­o che c’è una sicurezza in più»

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Carla Ruocco
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Carla Ruocco (M5S) guiderà la commission­e sulle banche
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Neopreside­nte. Carla Ruocco (M5S) guiderà la commission­e sulle banche EPA

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