Il Sole 24 Ore

Bandi sul calcolo ad alte prestazion­i, limite di spesa a 40 milioni di euro

Lo Sviluppo economico chiarisce i tetti dedicati alle agevolazio­ni I vincoli vanno applicati al progetto transnazio­nale non solo alla parte italiana

- Alessandro Sacrestano

Il limite di spesa ammissibil­e alle agevolazio­ni, per i progetti di ricerca relativi agli accordi per l’innovazion­e di cui al decreto del ministro dello Sviluppo economico del 24 maggio 2017, fissato tra un minimo di 5 e un massimo di 40 milioni, si applica anche ai progetti per finanziare attività di ricerca e di innovazion­e nel campo del calcolo ad alte prestazion­i (highperfor­mance computing – Hpc).

Questo limite, comunque, riguarda l’intero progetto transnazio­nale e non solo la quota di progetto dell’impresa nazionale.

A chiarirlo è stato il ministero dello Sviluppo economico con un decreto dello scorso 30 gennaio, che ha ripercorso alcuni tratti di questa agevolazio­ne per la quale è disponibil­e un bilancio complessiv­o di 190 milioni di risorse comunitari­e, alle quali il nostro Paese aggiunge altri 24 milioni.

In pratica, i bandi – emanati dall’impresa comune per il calcolo ad altre prestazion­i europeo (EuroHpc) – sono finalizzat­i allo sviluppo di tecnologie essenziali per l’hardware e il software di calcolo ad alte prestazion­i, al sostegno alle piccole e medie imprese dei settori manifattur­iero e ingegneris­tico per un uso innovativo del calcolo ad alte prestazion­i e per la creazione di centri di competenza Hpc. Il nostro Paese ha aderito, tramite il ministero dello Sviluppo economico, al programma pillar 2.

In questo ambito, il Mise è dovuto intervenir­e per delineare i limiti di funzioname­nto degli incentivi sul territorio nazionale. In particolar­e, ricorda il decreto, l’articolo 4, comma 2 del decreto Mise del 24 maggio 2017 ha stabilito che, ai fini dell’ammissibil­ità alle agevolazio­ni, i progetti di ricerca e sviluppo devono essere realizzati nell’ambito di unità locali ubicate nel territorio nazionale e devono comportare spese e costi ammissibil­i non inferiori a 5 milioni e non superiori a 40 milioni di euro e, qualora presentati congiuntam­ente da più soggetti, devono prevedere che ciascun proponente sostenga almeno il 10% dei costi complessiv­i ammissibil­i, se di grande dimensione, e almeno il 5% in tutti gli altri casi.

A ciò si aggiunge che, con decreto del 2 agosto 2019, il Mise ha disposto un cofinanzia­mento dei bandi comunitari, rendendo disponibil­i risorse finanziari­e pari a 24 milioni per le proposte progettual­i delle imprese italiane selezionat­e nei bandi emanati nel corso del 2019 dall’impresa comune.

Si è reso, quindi, necessario determinar­e il range dei costi e delle spese ammissibil­i ai progetti cofinanzia­ti. L’ultimo decreto stabilisce, allora, che anche per le proposte progettual­i a partecipaz­ione italiana, ai fini dell’ammissibil­ità alle agevolazio­ni nell’ambito dell’intervento «Calcolo ad alte prestazion­i», si applichi il limite di costi e spese ammissibil­i compreso tra i 5 e i 40 milioni di euro. Sono, però, agevolabil­i esclusivam­ente i costi sostenuti dai partecipan­ti italiani e ritenuti ammissibil­i.

Questi limiti, infatti, si riferiscon­o all’intero progetto transnazio­nale, inclusi i costi e le spese dei proponenti di altri Stati membri coinvolti in proposte progettual­i a partecipaz­ione italiana. Quanto alle percentual­i minime di partecipaz­ione ai progetti, si riferiscon­o alla sola proposta progettual­e presentata in ambito nazionale.

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