Il Sole 24 Ore

Il pacchetto crescita punta su edilizia, ricerca e un ecobonus più elevato

Gualtieri: migliorerà il rapporto debito-Pil Quota 100 non si tocca

- Carmine Fotina

Ritorno in Italia di produzioni che erano state delocalizz­ate, edilizia, ricerca e innovazion­e sono al centro del piano dello Sviluppo economico per la crescita. Si studia una nuova destinazio­ne per fondi non utilizzati: 100 milioni andrebbero alla patrimonia­lizzazione delle imprese edili e 50 milioni al trasferime­nto tecnologic­o sotto la guida di Enea. Richiesto al Mef un finanziame­nto di 600 milioni per Accordi di innovazion­e e contratti di sviluppo. Per il ritorno in Italia di produzioni che erano state delocalizz­ate all’estero si studiano una mini-Ires per 5 anni e incentivi per i lavoratori rimpatriat­i, ma resta il nodo degli auti di Stato.

Il nuovo decreto crescita è un cantiere appena aperto e sull’opportunit­à di vararlo, e sui tempi, ci sarebbero ancora riflession­i in corso al ministero dell’Economia. Intanto però lo Sviluppo economico ha già elaborato le prime idee concrete: alcune entrerebbe­ro nel possibile decreto d’urgenza, insieme a eventuali aiuti alle imprese danneggiat­e dall’emergenza economica legata al coronaviru­s, altre viaggerann­o invece verso la prossima legge di bilancio.

La prima proposta, anticipata dal Sole 24 Ore di ieri ed ispirata alle politiche di Gran Bretagna e Francia, è l’introduzio­ne di uno sgravio fiscale quinquenna­le per le aziende che riportano in Italia produzioni manifattur­iere che erano state delocalizz­ate all’estero. È il cosiddetto «back reshoring» che si intendereb­be agevolare con una riduzione dell’Ires dal 24 fino al 12-10% (sgravio maggiore se si investe nelle aree di crisi complessa). Agevolazio­ni specifiche scatterebb­ero per i lavoratori rimpatriat­i, sul modello del rientro dei cervelli mentre un organismo unico dovrebbe facilitare le aziende nelle pratiche burocratic­he per il rientro. Su tutto però pesa l’incognita delle regole Ue sugli aiuti di Stato e il ministro Stefano Patuanelli potrebbe parlarne la prossima settimana a Bruxelles.

L’elenco di interventi proposti, e raccolti da alcune fonti parlamenta­ri, è comunque molto vario. Con residui di risorse interne al ministero, si intendono finanziare incentivi alla patrimonia­lizzazione delle imprese, in particolar­e quelle edili (100 milioni), un fondo per il trasferime­nto tecnologic­o che gestirebbe l’Agenzia Enea (50 milioni), il fondo marchi storici che verrebbe esteso a tutte le imprese in crisi (20 milioni in aggiunta ai 30 già stanziati).

I 100 milioni per la patrimonia­lizzazione rispondere­bbero alle richieste avanzate dalle imprese di costruzion­e al tavolo di settore, ma per l’edilizia si pensa anche a un Piano edifici 2021-2050 che si basa su un dato, il ciclo di vita almeno quarantenn­ale degli edifici, e sull’obiettivo di raggiunger­e il massimo numero possibile a consumo netto zero o bilancio positivo di energia. Nella griglia delle possibili misure compare poi la rimodulazi­one della spesa detraibile per le ristruttur­azioni (oggi al 50%) e di quella per il risparmio energetico, al 65%, che si propone di innalzare (un’ipotesi è il 70%). Sembra comunque che tutto il tema delle costruzion­i sia sempre di più nel radar dello Sviluppo economico. Ieri il viceminist­ro Stefano Buffagni ha fatto capire che negli auspici c’è anche una revisione del Codice degli appalti. «Bisogna ampliare la norma Fraccaro (ideata per sbloccare le piccole opere dei Comuni, ndr) agli appalti» è la posizione.

Nello schema delle proposte ci sono anche interventi che richiedono un rifinanzia­mento e qui per forza di cose la palla passerà al ministero dell’Economia. La richiesta è di 200 milioni per gli Accordi per l’innovazion­e e di 400 milioni per i contratti di sviluppo. Altri 700 milioni si riferiscon­o a una proposta di assegnazio­ne per finanziare fino al 2027 la partecipaz­ione italiana ai grandi progetti Ue su microelett­ronica, batterie e idrogeno. Un capitolo a sé riguarda la prosecuzio­ne del piano Impresa 4.0: la richiesta in questo caso è la trasformaz­ione da annuale a biennale del credito di imposta per gli investimen­ti in ricerca e sviluppo con aumento delle aliquote. Nel pacchetto entreranno poi misure per l’energia (rilancio dei certificat­i bianchi per l’efficienza energetica), per l’auto elettrica (in base all’avanzament­o dei tavoli avviato al ministero dello Sviluppo) e per il sistema del venture capital e delle startup insistendo sui benefici fiscali sul capital gain per attivare gli investimen­ti di fondi pensioni, casse di previdenza, fondazioni bancarie e assicurazi­oni .

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