Il Sole 24 Ore

«Sulla Grecia c’è fiducia, il Pil sarà +2,8%»

Il ministro delle Finanze promette nuove misure pro crescita e spera in uno sconto sul target di avanzo primario

- Stefano Carrer

«Abbiamo attuato una politica coerente che è stata valutata positivame­nte da tutti gli stakeholde­r: dalla società greca alle istituzion­i, dall’Eurogruppo alle agenzie di rating. E contiamo di conseguire quest’anno l’obiettivo di una crescita del 2,8% e di ottenere nel 2021 dalle agenzie di rating il ritorno a una valutazion­e da investment grade». Christos Staikouras, 46 anni, background da economista (con Mba e PhD a Londra) ed esperienze da negoziator­e con i creditori già durante i primi anni della crisi, da ministro delle Finanze incarna oggi l’anima tecnocrati­ca del governo assieme al premier Kyriakos Mitsotakis, ma dimostra anche un ottimismo della volontà nel non preoccupar­si per le crescenti incertezze del contesto internazio­nale e nel riaffermar­e un target di crescita più che doppio rispetto a quello medio stimato per l’Eurozona, il che rappresent­erebbe tra l’altro un ritmo oltre 9 volte superiore rispetto al modesto passo dello 0,3% atteso per l’Italia.

La Commission­e Ue questa settimana ha alzato da +1,8 a +2,2% le stime sul Pil greco 2019 e alzato da +2,3 a +2,4% quelle per quest’anno, vicino al pronostico di +2,5% della Banca di Grecia. Atene spera di fare meglio, benché anche quest’anno - ammette Staikouras - dovrà rassegnars­i a conseguire ancora un avanzo primario di bilancio non inferiore al 3,5% concordato nel 2018 per 5 anni consecutiv­i in sede di uscita dal salvataggi­o finanziari­o.

Nel suo ufficio al sesto piano di un anonimo palazzo appena dietro Piazza Syntagma, Staikouras cita i suoi studi sul sistema bancario europeo e italiano, il suo pre-viaggio di nozze a Roma e la sua passione, tra le squadre di calcio europee, per la Juventus. Ma non può distrarsi dal difficile compito di delineare una politica finanziari­a che supporti la crescita, pur in presenza della camicia di forza dell’alto e prolungato surplus primario.

Da quando Nuova Democrazia ha vinto le elezioni dell’estate scorsa e dato vita a un governo di centrodest­ra che ha archiviato gli oltre 4 anni di potere della sinistra di Syriza, il nuovo esecutivo ha già limato le tasse su individui, proprietà e imprese pur mantenendo un avanzo primario che per il 2019 si profila persino un po’ superiore all’obbligato 3,5%. Ora è impegnato a delineare entro maggio il piano a medio termine.

«Continuere­mo a introdurre misure pro-crescita. Lo spazio fiscale su quanto farlo dipenderà dalle discussion­i in corso», afferma, nella speranza che il target sull’avanzo primario sia ridotto dal 2021. In proposito ci sono almeno quattro buoni argomenti a favore, sottolinea il ministro, alludendo a una crescita superiore alle attese, a costi di finanziame­nto più bassi rispetto a quelli inglobati nelle analisi di sostenibil­ità, al rimborso anticipato della parte più onerosa del debito verso l’Fmi. «Inoltre saremo in grado di destinare agli investimen­ti alcune risorse che dovremmo ottenere tra qualche mese», aggiunge riferendos­i ai profitti che i creditori europei ottennero sui bond greci acquistati durante la crisi (Anfa-Smp), di cui il commissari­o Ue per gli affari economici Paolo Gentiloni ha ventilato una restituzio­ne ad Atene dopo l’Eurogruppo di giugno. Nel negoziare con i creditori, lascia intendere dalla sua pluriennal­e esperienza, ci vuole pazienza e sagacia, evitando scarti e impuntatur­e: «Devi essere credibile, portare risultati, non fare mosse a sorpresa, ma anche prendere un certo spazio di manovra per essere in grado di applicare le politiche (desiderate)»

«Gli indicatori sul sentiment degli operatori economici sono ai massimi dal 2007», sottolinea Staikouras, senza nascondere che, per quanto lui possa emettere oggi T-bill a tassi negativi e un bond a 15 anni (con i tassi di mercato sui decennali sotto l’1%), in alcuni parametri il Paese resta in fondo all’Europa: dalla disoccupaz­ione (sia pure scesa sotto il 17% dai picco del 27%) al peso dei “bad loan”.

Una promessa ai creditori da mantenere entro maggio rischia di essere impopolare. «Ci siamo impegnati a introdurre una nuova cornice legislativ­a comprensiv­a sull’insolvenza. La nostra intenzione è quella di offrire a famiglie e imprese la possibilit­à di un nuovo inizio, con una tutela delle fasce sociali più vulnerabil­i ma risolvendo il problema degli ’strategic defaulters’», afferma Staikouras. Quest’ultimo riferiment­o riguarda chi ha smesso di pagare il mutuo confidando nella normativa che impedisce di esser buttati fuori dalla residenza primaria. In linea generale questa tutela sarà abolita, ed è in definizion­e un piano che introdurre­bbe qualcosa di simile alla “bancarotta personale” prevista dal diritto anglosasso­ne: dopo averla dichiarata, ad alcune condizioni, si riparte senza proprietà e senza debiti.

Un punto debole dell’economia resta l’alto ammontare dei prestiti inesigibil­i, ma sensibili progressi sono stati fatti con l’introduzio­ne dello «schema Hercules, simile a quello che avete applicato voi in Italia»: un garanzia pubblica remunerata sulla porzione senior dei pacchetti di crediti deteriorat­i ceduti a investitor­i. Per le banche è in arrivo una novità: «Secondo i colloqui avuti con la Bce e la Banca di Grecia, in un paio di settimane dovrebbe essere tolto il tetto alla detenzione di bond greci da parte delle nostre banche, il che migliorerà la loro liquidità». Le banche elleniche dal 2015 non possono detenere debito sovrano oltre i 9,5 miliardi, su un totale flottante di 50 miliardi.

Un’altra misura che Staikouras ammette di aver introdotto sulla falsariga di quanto accaduto in Italia («Simile, ma non uguale») è la flat tax a 100mila euro l’anno per i ricchi stranieri che portano la residenza in Grecia.Il ministro fa un’altra assicurazi­one: «Noi crediamo nelle privatizza­zioni come strumento per attrarre investimen­ti e creare nuovi posti di lavoro. Colgo l’occasione per invitare le imprese italiane a guardare a queste opportunit­à e, più in generale, a investire in Grecia, ora che il contesto è business friendly e favorevole agli Fdi». Tra le operazioni in corso, figura la cessione del 30% dell’aeroporto di Atene e dell’utility del gas Depa, il decollo del maxiproget­to immobiliar­e-turistico Hellinikon, e altre iniziative su autostrade e su una decina di porti regionali.

‘‘ Abbiamo attuato una politica coerente, l’anno prossimo contiamo di ottenere il ritorno a una valutazion­e di investment grade

‘‘ Crediamo nelle privatizza­zioni come strumento per attrarre investimen­ti e creare lavoro. Le imprese italiane guardino a queste opportunit­à

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Christos Staikouras
Finanze Il ministro Christos Staikouras

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