«Sulla Grecia c’è fiducia, il Pil sarà +2,8%»
Il ministro delle Finanze promette nuove misure pro crescita e spera in uno sconto sul target di avanzo primario
«Abbiamo attuato una politica coerente che è stata valutata positivamente da tutti gli stakeholder: dalla società greca alle istituzioni, dall’Eurogruppo alle agenzie di rating. E contiamo di conseguire quest’anno l’obiettivo di una crescita del 2,8% e di ottenere nel 2021 dalle agenzie di rating il ritorno a una valutazione da investment grade». Christos Staikouras, 46 anni, background da economista (con Mba e PhD a Londra) ed esperienze da negoziatore con i creditori già durante i primi anni della crisi, da ministro delle Finanze incarna oggi l’anima tecnocratica del governo assieme al premier Kyriakos Mitsotakis, ma dimostra anche un ottimismo della volontà nel non preoccuparsi per le crescenti incertezze del contesto internazionale e nel riaffermare un target di crescita più che doppio rispetto a quello medio stimato per l’Eurozona, il che rappresenterebbe tra l’altro un ritmo oltre 9 volte superiore rispetto al modesto passo dello 0,3% atteso per l’Italia.
La Commissione Ue questa settimana ha alzato da +1,8 a +2,2% le stime sul Pil greco 2019 e alzato da +2,3 a +2,4% quelle per quest’anno, vicino al pronostico di +2,5% della Banca di Grecia. Atene spera di fare meglio, benché anche quest’anno - ammette Staikouras - dovrà rassegnarsi a conseguire ancora un avanzo primario di bilancio non inferiore al 3,5% concordato nel 2018 per 5 anni consecutivi in sede di uscita dal salvataggio finanziario.
Nel suo ufficio al sesto piano di un anonimo palazzo appena dietro Piazza Syntagma, Staikouras cita i suoi studi sul sistema bancario europeo e italiano, il suo pre-viaggio di nozze a Roma e la sua passione, tra le squadre di calcio europee, per la Juventus. Ma non può distrarsi dal difficile compito di delineare una politica finanziaria che supporti la crescita, pur in presenza della camicia di forza dell’alto e prolungato surplus primario.
Da quando Nuova Democrazia ha vinto le elezioni dell’estate scorsa e dato vita a un governo di centrodestra che ha archiviato gli oltre 4 anni di potere della sinistra di Syriza, il nuovo esecutivo ha già limato le tasse su individui, proprietà e imprese pur mantenendo un avanzo primario che per il 2019 si profila persino un po’ superiore all’obbligato 3,5%. Ora è impegnato a delineare entro maggio il piano a medio termine.
«Continueremo a introdurre misure pro-crescita. Lo spazio fiscale su quanto farlo dipenderà dalle discussioni in corso», afferma, nella speranza che il target sull’avanzo primario sia ridotto dal 2021. In proposito ci sono almeno quattro buoni argomenti a favore, sottolinea il ministro, alludendo a una crescita superiore alle attese, a costi di finanziamento più bassi rispetto a quelli inglobati nelle analisi di sostenibilità, al rimborso anticipato della parte più onerosa del debito verso l’Fmi. «Inoltre saremo in grado di destinare agli investimenti alcune risorse che dovremmo ottenere tra qualche mese», aggiunge riferendosi ai profitti che i creditori europei ottennero sui bond greci acquistati durante la crisi (Anfa-Smp), di cui il commissario Ue per gli affari economici Paolo Gentiloni ha ventilato una restituzione ad Atene dopo l’Eurogruppo di giugno. Nel negoziare con i creditori, lascia intendere dalla sua pluriennale esperienza, ci vuole pazienza e sagacia, evitando scarti e impuntature: «Devi essere credibile, portare risultati, non fare mosse a sorpresa, ma anche prendere un certo spazio di manovra per essere in grado di applicare le politiche (desiderate)»
«Gli indicatori sul sentiment degli operatori economici sono ai massimi dal 2007», sottolinea Staikouras, senza nascondere che, per quanto lui possa emettere oggi T-bill a tassi negativi e un bond a 15 anni (con i tassi di mercato sui decennali sotto l’1%), in alcuni parametri il Paese resta in fondo all’Europa: dalla disoccupazione (sia pure scesa sotto il 17% dai picco del 27%) al peso dei “bad loan”.
Una promessa ai creditori da mantenere entro maggio rischia di essere impopolare. «Ci siamo impegnati a introdurre una nuova cornice legislativa comprensiva sull’insolvenza. La nostra intenzione è quella di offrire a famiglie e imprese la possibilità di un nuovo inizio, con una tutela delle fasce sociali più vulnerabili ma risolvendo il problema degli ’strategic defaulters’», afferma Staikouras. Quest’ultimo riferimento riguarda chi ha smesso di pagare il mutuo confidando nella normativa che impedisce di esser buttati fuori dalla residenza primaria. In linea generale questa tutela sarà abolita, ed è in definizione un piano che introdurrebbe qualcosa di simile alla “bancarotta personale” prevista dal diritto anglosassone: dopo averla dichiarata, ad alcune condizioni, si riparte senza proprietà e senza debiti.
Un punto debole dell’economia resta l’alto ammontare dei prestiti inesigibili, ma sensibili progressi sono stati fatti con l’introduzione dello «schema Hercules, simile a quello che avete applicato voi in Italia»: un garanzia pubblica remunerata sulla porzione senior dei pacchetti di crediti deteriorati ceduti a investitori. Per le banche è in arrivo una novità: «Secondo i colloqui avuti con la Bce e la Banca di Grecia, in un paio di settimane dovrebbe essere tolto il tetto alla detenzione di bond greci da parte delle nostre banche, il che migliorerà la loro liquidità». Le banche elleniche dal 2015 non possono detenere debito sovrano oltre i 9,5 miliardi, su un totale flottante di 50 miliardi.
Un’altra misura che Staikouras ammette di aver introdotto sulla falsariga di quanto accaduto in Italia («Simile, ma non uguale») è la flat tax a 100mila euro l’anno per i ricchi stranieri che portano la residenza in Grecia.Il ministro fa un’altra assicurazione: «Noi crediamo nelle privatizzazioni come strumento per attrarre investimenti e creare nuovi posti di lavoro. Colgo l’occasione per invitare le imprese italiane a guardare a queste opportunità e, più in generale, a investire in Grecia, ora che il contesto è business friendly e favorevole agli Fdi». Tra le operazioni in corso, figura la cessione del 30% dell’aeroporto di Atene e dell’utility del gas Depa, il decollo del maxiprogetto immobiliare-turistico Hellinikon, e altre iniziative su autostrade e su una decina di porti regionali.
‘‘ Abbiamo attuato una politica coerente, l’anno prossimo contiamo di ottenere il ritorno a una valutazione di investment grade
‘‘ Crediamo nelle privatizzazioni come strumento per attrarre investimenti e creare lavoro. Le imprese italiane guardino a queste opportunità