E i responsabili per ora restano alla finestra
Responsabili ma solo se indispensabili. E visto che per ora la prospettiva di una crisi di governo pare rientrata, i fantomatici dieci senatori, pronti a intervenire in caso di ammutinamento renziano, restano sottocoperta. Anzi alcuni dei sospettati smentiscono. «Ammesso che ci possa essere un gruppo di responsabili con una idea condivisa, cosa non vera, non avrebbe alcuna prospettiva politica», sostiene il forzista Andrea Causin tra gli accreditati per la formazione del nuovo gruppo. Lo stesso più o meno ripetono altri due azzurri a Palazzo Madama: Massimo
Mallegni secondo cui Renzi sta solo «tirando la corda per le nomine» e Andrea Cangini entrambi contrari a un eventuale appoggio al governo giallo-rosso, a maggior ragione se in difesa della sospensione della prescrizione, così come il deputato forzista Osvaldo Napoli, che in caso di crisi auspica un confronto in Parlamento per verificare se esistono le condizioni per «una maggioranza in parte diversa». Chi già prefigurava per la prossima settimana la nascita del nuovo gruppo parlamentare si metta dunque il cuore in pace. Renzi fa sapere di non avere intenzione di far cadere il Governo e al premier per ora tanto basta. Anche perché tra i vari boatos di Palazzo si fa sempre più insistente la voce delle preoccupazioni presenti tra gli stessi renziani. E non solo per la prospettiva (assai improbabile) di un rapido ritorno al voto. Quanto per il deterioramento dei rapporti all’interno della maggioranza che rischia di marginalizzare sempre più Iv. A maggior ragione se Conte davvero potesse avvalersi di un numero sufficiente di responsabili per assicurare il prosieguo della navigazione al suo governo. La tenuta della maggioranza resta dunque in bilico ma nessuno vuole scoprire le proprie mosse. Tantomeno i responsabili, veri o presunti che siano: prima di spendersi vogliono vederci chiaro e né Renzi né Conte al momento sono in grado di offrire garanzie.