Il Sole 24 Ore

Scarso pluralismo, maxi multa alla Rai

Sanzione da 1,5 milioni per la violazione e diffida sui prezzi pubblicita­ri

- Andrea Biondi

Mancato rispetto da parte di Rai «dei principi di indipenden­za, imparziali­tà e pluralismo» all’interno di varie trasmissio­ni sulle tre reti generalist­e. È un’accusa pesantissi­ma quella mossa dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazi­oni all’indirizzo della Tv pubblica. Non a caso la multa - 1,5 milioni - non ha precedenti per entità. A questo si aggiunge una contestazi­one, che non ha portato a sanzioni ma a una diffida, sul tema della pubblicità. In questo secondo caso Agcom, si legge in una nota, «contesta alla Rai il mancato rispetto dei principi di non discrimina­zione e trasparenz­a, in relazione al pricing effettivam­ente praticato» nella vendita degli spazi pubblicita­ri. Insomma, poca trasparenz­a in un contesto in cui sul tema della pubblicità Mediaset ha più volte alzato la voce contro la Rai.

Ma il colpo più duro è arrivato dalla delibera che ha portato alla sanzione da 1,5 milioni approvata a maggioranz­a con la contrariet­à sulla sanzione, fra i commissari, di Mario Morcellini e l’astensione di Francesco Posteraro che ha ritenuto le violazioni «non di gravità tale da richiedere l’irrogazion­e di una sanzione».

I dettagli si conosceran­no al più tardi martedì, con la pubblicazi­one delle delibere. Ma le contestazi­oni mosse alla Rai non riguardano il tema dei minutaggi previsti dalla “par condicio”, quanto piuttosto singole trasmissio­ni. Ad esempio “Uno Mattina in Famiglia” di sabato 25 gennaio con Tiberio Timperi che, con quella che voleva essere una battuta, si è rivolto a un concorrent­e calabrese dicendo: «Se non ti aiutiamo, andremo a fare i piloni della Salerno–Reggio Calabria». L’elenco comprende anche il Tg2 a maggio 2019 nel servizio sul presunto fallimento del modello svedese d’integrazio­ne sostenendo che alcuni territori del Paese erano «completame­nte fuori controllo», zone dove «la polizia non entra». Non ci sarebbe invece Porta a Porta con il famigerato “spot” di Matteo Salvini durante Juventus-Roma. Sarebbe in questo caso bastata la “riparazion­e” successiva con Nicola Zingaretti.

Di certo, quello arrivato da una Agcom in prorogatio che si avvicina alla nomina dei nuovi commissari, è un macigno che piove su una Tv pubblica che sta attraversa­ndo un momento delicato, fra polemiche (leggi trasferte a Sanremo) e il non ancora metabolizz­ato passaggio dal governo giallo-verde a quello attuale. E per l’ad Fabrizio Salini si stanno moltiplica­ndo gli attacchi, soprattutt­o dal Pd. «All’amministra­tore delegato Salini non resta che valutare la propria permanenza», ha dichiarato in una nota il vicecapogr­uppo del Pd alla Camera, Michele Bordo. Ma è solo una delle prese di posizione che hanno accomunato anche forze di opposizion­e. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha dal canto suo dichiarato che la Rai deve essere «fedele alla sua storia e fare contenuti di qualità». La replica di Viale Mazzini alla decisione Agcom è affidata a una nota in cui si esprime «grande stupore» segnalando che «Rai non mancherà di rappresent­are nelle opportune sedi la correttezz­a del proprio operato».

 ??  ?? L’AD FABRIZIO
SALINI L’azienda replica: «Grande stupore, noi sempre corretti»
L’AD FABRIZIO SALINI L’azienda replica: «Grande stupore, noi sempre corretti»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy