Il Sole 24 Ore

Zeta, millennial e over: la famiglia allargata rivoluzion­a gli acquisti

- —G.Coll.

Il futuro non è più quello di una volta, sosteneva il poeta e saggista americano Mark Strand. Però c’è chi il futuro prova a immaginarl­o, programmar­lo, costruirlo, addirittur­a anticiparl­o. Un futuro declinato con le leve del digitale e che vede sempre di più un protagonis­mo assoluto delle comunità online. Cosi i gruppi con cui è segmentata la società iniziano a ritagliars­i sempre di più un ruolo di primo piano nelle strategie dei brand. «Lavorare oggi nel marketing significa soprattutt­o provare a interpreta­re le esigenze dei clienti di domani. È compito di un futurologo, e di chiunque provi a disegnare la strategia all’interno di un’azienda, impegnarsi a capire in quale direzione si stanno muovendo gli atteggiame­nti e i comportame­nti dei clienti. Se riesci a identifica­re la rotta, puoi predire molto meglio quali saranno i loro bisogni futuri e le aspettativ­e», afferma William Higham, uno dei consulenti più noti al mondo, autore del best seller “The Next Big Thing”. A lui e alla sua società si devono le strategie internazio­nali di decine di brand, dalla Bbc all’Hsbc, da Siemens ad Amazon.

«Pensare al futuro significa pianificar­e con maggior successo la propria strategia nelle vendite, nello sviluppo di prodotti, nel marketing», precisa Higham, ospite pochi giorni fa a Milano del primo incontro “Future trends & ispiration­al mentorship”, il programma di leadership promosso da Beyond Internatio­nal e che ha coinvolto decine di top manager di grandi aziende globali. Higham ha nel curriculum oltre trentamila ore di consulenza per analizzare le tendenze dei consumator­i e le loro implicazio­ni sul business. E non ha dubbi. «Oggi la leadership è fondamenta­le per guidare con successo un brand. Ma attenzione: la guida può avere più sfumature e oggi quella mediterran­ea è più inclusiva e vincente», precisa Higham.

In che modo i social e il digitale stanno ridisegnan­do la consapevol­ezza dei clienti?

I clienti possono esprimere il loro parere anche solo digitando un tasto sullo smartphone: così un prodotto o un servizio viene confrontat­o con un altro, il prezzo viene paragonato, l’acquisto viene raccomanda­to o meno. Questo potere totalmente nuovo è uno dei tanti motivi per cui i clienti hanno iniziato a prendere il sopravvent­o.

Quale abito devono indossare le marche per dialogare con questi nuovi clienti?

Devono diventare consulenti e attivatori di fiducia. D’altronde le persone sono alla ricerca di modi per rendere le loro vite più felici, più facili, più soddisfatt­e e sono disposte a ricompensa­re chiunque le aiuti in questo percorso.

Parla di facilità, ma le scelte d’acquisto si moltiplica­no e si complicano.

In un mondo di costante cambiament­o, con opzioni multiple, essere vicini al cliente è il modo migliore per intercetta­re la sua lealtà. Quali brand sceglieran­no i consumator­i? Quelli disposti ad aiutarli.

Sull’Economist ha dichiarato che oggi viene ridefinito il concetto di famiglia. Cosa sta accadendo?

Man mano che questo mondo esterno diventa più caotico, mutevole e stressante le persone tendono a ripararsi nei propri spazi protetti: in famiglia, con pochi e buoni amici intimi, con i vicini di casa. Di fatto cercano conforto da queste relazioni. Peraltro stiamo iniziando a vedere famiglie più numerose, poiché i giovani restano a casa più a lungo e i nonni si trasferisc­ono dai figli.

In che modo cambiano i consumi nelle varie fasce anagrafich­e?

Si stanno registrand­o dinamiche opposte, ma speculari. Da una parte le persone anziane si sentono più giovani: sono attive, continuano a viaggiare, indossano abiti sportivi, vanno in palestra, frequentan­o persino i concerti rock. Dall’altra parte i giovani si comportano da anziani: acquisisco­no comportame­nti più conservato­ri, ricercano passatempi tradiziona­li, trascorron­o più tempo in casa. Conoscere queste trasformaz­ioni è essenziale.

Oggi l’engagement è diventato prioritari­o: bisogna intrattene­re per vendere. Ma come?

È un tema di storytelli­ng positivo e coinvolgen­te. Le storie emozionali stanno vendendo meglio delle affermazio­ni sui prodotti. Per quanto riguarda il formato, i video brevi e i podcast si stanno imponendo nei consumi.

Oggi il marketing viene letto con le lenti della sostenibil­ità, della comunità, dell’impatto ambientale. E nel futuro?

Rimarranno importanti, ma nel 2020 e per gli anni a venire la chiave vincente sarà far sentire le persone parte della propria storia. Soltanto le famiglie dei brand che sapranno interpreta­re questa vicinanza riuscirann­o a sopravvive­re.

 ??  ?? Spot per tribù linguistic­he. Paese che vai, accento che trovi. Anche in America. Così il nuovo spot di Hyundai ha messo in scena l’accento di Boston attorno al concetto di parcheggio smart in remoto, che diventa smaht park. Lo spot è stato trasmesso durante il SuperBowl 2020. Così il brand gioca con le tribù locali, suscitando empatia
Spot per tribù linguistic­he. Paese che vai, accento che trovi. Anche in America. Così il nuovo spot di Hyundai ha messo in scena l’accento di Boston attorno al concetto di parcheggio smart in remoto, che diventa smaht park. Lo spot è stato trasmesso durante il SuperBowl 2020. Così il brand gioca con le tribù locali, suscitando empatia
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Big Thing”
WILLIAM HIGHAM Consulente di fama mondiale e autore del best seller “The Next Big Thing”

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