Atlantia, cda sospeso in vista del Milleproroghe
Se non verrà modificato l’articolo 35, resta sul tavolo l’ipotesi della risoluzione
Un consiglio di amministrazione interlocutorio che per ovvie ragioni si dovrà riaggiornare alla prossima settimana. È questa la sintesi della riunione tenuta ieri dal board di Atlantia. Il vertice, che era già calendarizzato da tempo e di carattere ordinario, è durato alcune ore e non ha affrontato lo stato dell’arte dei rapporti con il Governo, per il semplice fatto che al momento non ci sono passi avanti sulla vicenda. Il prossimo consiglio della holding infrastrutturale è fissato per inizio marzo, quando dovrebbero essere esaminati i dati preliminari del 2019. Tuttavia, con ogni probabilità, il cda verrà convocato nuovamente immediatamente a valle del completamento dell’iter parlamentare del Decreto Milleproroghe.
Per come stanno le cose al momento, appare difficile che l’articolo 35, quello che disciplina la revoca della concessione alla controllante Autostrade per l’Italia, possa subire modifiche in aula, tanto più se il Governo dovesse decidere di porre la fiducia.
Questo per la compagnia vuol dire fare i conti con uno scenario che, seppure già scontato sul piano finanziario visto l’intervento sul rating da parte di tutte le agenzie (il debito è considerato junk, ossia spazzatura), presenta ulteriori criticità in un’ottica di prospettive future. Come può un’azienda che vive con la spada di Damocle dell’improvviso ritiro della convenzione andare sul mercato a finanziare 14 miliardi di investimenti? È evidente che una norma come quella pone un tema serio di bancabilità degli interventi. Ecco perché una volta chiarite le carte il consiglio dovrà riunirsi per decidere cosa fare. Sullo sfondo, come comunicato a fine dicembre dalla società, resta la possibilità di attivare la risoluzione del contratto. Unico strumento al momento a disposizione della compagnia per provare a far valere le proprie ragioni e preservare almeno la stabilità finanziaria della holding. D’altra parte in questo quadro risulta impossibile attivare qualsiasi altra leva, anche quella della vendita. Sebbene procedano da tempo contatti paralleli per aprire il capitale di Autostrade a investitori del calibro di Cdp e F2i, al momento è difficile far decollare il dossier non essendoci alcuna certezza rispetto al valore da attribuire all’asset.
E in questo quadro di confusione, con la politica che segue la pancia del paese, che a sua volta per ovvie ragioni chiede un colpevole e una punizione severa per la tragedia del Ponte Morandi, Gianni Mion, amministratore delegato di Edizione, la società dei Benetton che controlla Atlantia, ha voluto esprimere un pensiero personale: «Voglio manifestare la mia ammirazione per il procuratore di Genova Francesco Cozzi per la serietà, la competenza e l’equilibrio con cui sta gestendo la situazione».
Nel mentre il titolo Atlantia ieri ha comunque segnato un leggero progresso chiudendo la seduta in rialzo dello 0,4% a 22,83 euro.