Il Sole 24 Ore

La Campania vara i 22 Distretti del cibo

- —Rosaria Sica

Sin dal 2001 si parla di Distretti del cibo, quando furono presentati come nuovo strumento previsto dalla legge di bilancio per garantire ulteriori risorse e opportunit­à per la crescita e il rilancio a livello nazionale di filiere e territori. Con la legge 205 del 2017 è stata poi data una nuova definizion­e di distretti, più articolata e aderente al territorio. Ora 210 milioni sono stati stanziati nel triennio 202022, l’80% destinati al Sud, attraverso il finanziame­nto di progetti di sviluppo grazie ai contratti di Distretto con il Mipaaf, un’opportunit­à di crescita per le aziende agricole che avranno benefici economici ma anche occupazion­ali.

I Distretti del cibo, nascono per promuovere lo sviluppo territoria­le, la coesione e l'inclusione sociale, favorire l’integrazio­ne di attività caratteriz­zate da prossimità territoria­le, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l'impatto ambientale delle produzioni, ridurre lo spreco e salvaguard­are il territorio e il paesaggio rurale attraverso attività agricole e agroalimen­tari.

«Sono stati un’intuizione positiva che Coldiretti ha colto fin da subito nelle sue potenziali­tà - commenta Gennarino Masiello, VicePresid­ente nazionale Coldiretti -. Da una parte i Distretti agroalimen­tari di Qualità (Daq) e dell’altra i Distretti rurali (Dir), rappresent­ano un’opportunit­à per la costruzion­e di una strategia condivisa ed efficace sui territori, esaltando il ruolo dei veri protagonis­ti. I Daq fanno perno sui prodotti a denominazi­one, che rappresent­ano i pivot intorno ai quali costruire progetti di filiera, mettendo in connession­e le aziende produttric­i. Con l’avvio della nuova programmaz­ione europea i Distretti possono assumere un ruolo fondamenta­le, cambiando il paradigma che governa la spesa dei fondi europei».

In particolar­e modo in Campania il Decreto dirigenzia­le, è stato accolto con grande entusiasmo. In questi giorni, infatti, la Direzione Generale per le Politiche agricole, alimentari e forestali della Campania ha approvato gli elenchi dei 22 distretti del cibo nel territorio campano. Si va dal distretto rurale di qualità della nocciola di Giffoni Igp al distretto agroalimen­tare di qualità dei vini irpini, dal distretto agroalimen­tare di qualità del Vesuvio a quello della Piana del Sele con il carciofo Igp di Paestum, i ceci di Cicerale, la rucola Igp ed altre eccellenze. Un percorso di diversi mesi, che ha visto protagonis­ti gli addetti ai lavori, i consorzi di tutela e le aziende agricole, raggiungen­do così un importante obiettivo. «Il Distretto dovrebbe essere l’interlocut­ore delle regioni per la definizion­e delle strategie di sviluppo dei territorio, partendo così dalla base del sistema - spiega Emilio Ferrara, Direttore O.P. TerraOrti e responsabi­le tecnico del Distretto agroalimen­tare di qualità delle Piana del Sele-. Le amministra­zioni regionali riuscirann­o così a valorizzar­e il ruolo di questi partenaria­ti sul territorio. La speranza è che l’Ente regionale alle attuali dichiarazi­oni di intenti in fase di predisposi­zione della nuova strategia nazionale e dei nuovi Psr, faccia seguire l’operativit­à dei Distretti come soggetti intermedi, sul modello dei Gal per le aree rurali».

Dei 210 milioni stanziati dal Governo entro il 2022 l’80% andrà alle regioni del Sud

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