Brunello, vola il valore dei vigneti e aumentano le proprietà estere
Negli ultimi 3 anni 15 aziende vitivinicole sono passate di mano (sfiorato in queste settimane l’acquisto di Castello Banfi da parte di Lvmh) per un territorio che vale più di 2 miliardi
Avrebbe dovuto chiudersi nelle scorse settimane ma, almeno per il momento, non se ne farà nulla. Lvmh, il polo francese del lusso proprietario di marchi come Louis Vuitton, Dior, Fendi, aveva apertone i mesi scorsi una due diligence sull' acquisizione di Castello Banfi,n on solo una griffe del Brunello di Montalcino, ma molto di più. Si tratta dell'azienda fondata dai fratelli italoamericani Harry e John Mariani e che a partire dal 1978 ha aperto alBru nel lodi Montalcino le porte degli Usa gettando così le basi della notorietà internazionale di oggi.
Le reiterate visite dei mesi scorsi da parte dei manager francesi avevano portato a un’offerta importante anche se molto al disotto delle cifre astronomiche circolate sui media in queste settimane. Circa 500 milioni di euro per rilevare l’ intera azienda invece del miliardo vagheggiato da qualcuno.
La famiglia Mariani chiariti i dettagli sulla catena di comando della società era adesso alla ricerca di soci, preferibilmente di minoranza. Da qui è natala riflessione con il gruppo Lvmh il cui interesse verso Castello Banfiav eva il propriomotore–secondo i bene informati -nellastrut tura di ho spi tality,ilb ellissi mo borgo medievale affacciato sui vigneti diBru nello. Mapo i, non si sa ancora se perdi vergenze proprio sulle formule di partecipazione, al termine della due di ligencedu rata mesi il polo francesedel lusso ha deciso di soprassedere. Anche se non si è concretizzata tuttavia la trattativa tra Lvmh e Castello Banfi è destinata a lasciare il segno su Mont alci no. Perchétr atteggia davvero un nuovo
salto di qualità in termini di reputation per una delle denominazioni simbolo del vino italiano.
Un vero e proprio “salto di appeal” che segue l’investimento effettuato appena tre anni fa dal gruppo francese Epiche ha rilevato l’ etichetta icona del Brunello, la Tenuta Il Greppo della famiglia Biondi Santi.
Lo sbarco vero e quello solo tentato in Toscana dai francesi è destinato a lasciare il segno perchédenota l’ attenzione verso la Docg senese diim prenditori con lunga e consolidata tradizione nel vino (Lvmh è titolare di brand come Dom Perignon, Krug, Chateau d’ Yquem, Mo et& C han don) che evidentemente intravedono in Montalcino delle grandi potenzialità di crescita (e perilBru nello la possibilità di avvicinarsialle quotazioni de ivi nidi Borgogna ). Una visione che, purtroppo, non sembrano avere imprenditori italiani.
Sene discuterà di certo nei prossimi giorni, dal 21 al 24 febbraio aMont al cino nel corso dell’edizione 2020 di BenvenutoBrunellol’ annuale manifestazione che riunisce giornalisti ebuyers da tutto il mondo e con la quale viene presentata la nuova annata al debutto sul mercato. Quest’ anno si tratta di un millesimo particolarmente atteso: il 2015.
Ma soprattutto, nelle giornate di Benvenuto Brunello si parlerà di certo di questo nuovo appeal dell’etichetta Ilcinese testimoniato tra l'altro anche da altri aspetti oltre agli appetiti francesi. D' altro canto–secondo i dati del Consorzio del Brunello - negli ultimi 3 anni sono circa 15 le aziende di M on tal cino che hanno cambiato proprietà con l'arrivo di tanti imprenditori stranieri che oggi detengono circa un terzo dei 2.100 ettari a Brunello (sui 3.600 ettari totali comprese le altre Doc della zona per una produzione complessiva di 12,3 milioni di bottiglie di cui 7,9 milioni di Brunello e 4,1 di Rosso di Montalcino).
Un rinnovato appeal che trova conferme anche nell’escalation del valore dei vigneti che secondo i dati del Crea superano oggi il valore di 1 milione di euro a ettaro con una rivalutazione che il sito specializzato W in enewsst ima in un +4.500% in poco più di cinquant' anni (la nascita della Doc del Brunello è del 1966).« Complessivamente l' intero valoredei vigneti diBru nello–aggiungono al Consorzio–supererebbe oggi il valo redi 2 miliardi di euro ». E in cantina risiede un altro as set in continua crescita e altro sintomo della nuova fa sedi escalation ch esista innescando sulBru nello .« Si tratta–spiegailp residente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – degli stock di vino sfuso delle ultime 5 anna teche generano un valore fino a 4 volte superiore al 2010. Allora i prezzi del vino all' ingrosso scesero a 300 euro a ettolitro oggi sfiorano i 1.200. E iva lori lievita nodi un altro 130% quando il vino finisce in bottiglia. Il motivo? Alla fine di ogni anno risulta venduto il 100% del prodotto ».