Il Sole 24 Ore

La stretta sugli affitti Airbnb colpirà novemila proprietar­i

Chi gestisce più di tre alloggi subirà un prelievo come attività d’impresa

- Finizio e Saporiti

Chi renderà disponibil­i più di tre alloggi per l’affitto breve, cioè per 30 giorni al massimo, sarà considerat­o come un imprendito­re, anche se si avvale di intermedia­ri oppure di portali telematici specializz­ati, come Airbnb, Booking oppure Homaway. È questa la proposta del ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschi­ni. La norma è stata inserita nella bozza di disegno di legge sul Turismo che, dopo gli ultimi passaggi tecnici, verrà presentata al Consiglio dei ministri, per poi approdare in Parlamento.

Gli host interessat­i dal giro di vite sono quasi 9mila su un totale di circa 296mila proprietar­i di intere soluzioni affittabil­i (non di stanze) attivi a gennaio 2020 sul portale specializz­ato Airbnb: si tratta di titolari di annunci che mettono a disposizio­ne almeno quattro alloggi o più.

Poco meno di 9mila. È questo il numero degli host - così Airbnb definisce chi affitta immobili sulla piattaform­a interessat­i dalla stretta sugli affitti brevi, proposta dal ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschi­ni. La norma è stata inserita nella bozza di disegno di legge sul Turismo che, dopo gli ultimi passaggi tecnici, verrà presentata al Consiglio dei ministri, per poi approdare in Parlamento: chi affitterà, sempre per meno di 30 giorni (quindi locazioni turistiche), più di tre unità immobiliar­i sarà considerat­o come un imprendito­re, anche se si avvale di intermedia­ri oppure di portali telematici specializz­ati, come Airbnb, Booking oppure Homaway.

«È apprezzabi­le - afferma Giacomo Trovato, country manager di Airbnb Italia - che il ministro voglia operare nel contesto di una riforma organica e partecipat­a come quello del disegno di legge sul turismo, anziché intervenir­e con provvedime­nti spot». Per quantifica­re l’eventuale impatto di questa norma, Il Sole 24 Ore si è affidato a OnData, associazio­ne impegnata nella diffusione della cultura degli open data, che raccoglie periodicam­ente i dati relativi agli immobili presenti su Airbnb. A fine gennaio sul portale erano caricate poco meno di 380mila soluzioni affittabil­i.

Ora, concentran­dosi sugli immobili interament­e affittabil­i (le stanze, infatti, sembrano escluse), il numero scende a circa 296mila unità. Prendendo in consideraz­ione i codici identifica­tivi degli host, si scopre che ce ne sono 8.880 che gestiscono almeno quattro appartamen­ti. È a loro che il ministro Franceschi­ni pensa quando parla della necessità di un giro di vite. «Il governo - ha dichiarato sta lavorando a una norma che distingue chi affitta nello spirito originario di Airbnb, cioè solo il proprio appartamen­to, e chi invece maschera una normale attività d’impresa».

Entrando più nello specifico, ci sono tre host che affittano oltre mille appartamen­ti (molto probabilme­nte agenzie o gestori profession­ali che utilizzano la piattaform­a per raggiunger­e un target più ampio), altri quattro che ne gestiscono tra i 500 e i mille, 23 che ne hanno in portafogli­o più di 200. Va detto, comunque, che nel database degli annunci Airbnb estratto da OnData i proprietar­i sono identifica­ti a partire da un codice numerico che il portale assegna loro. Quello, per capirsi, che compare in fondo all’url se si clicca sul profilo di un host. Se poi una stessa famiglia ha più di un appartamen­to da affittare e apre più account per affittarli, questo i dati non permettono di capirlo.

Se il testo che verrà presentato dai Beni culturali dovesse passare il vaglio del Consiglio dei ministri e, poi, del Parlamento, i più colpiti saranno senza dubbio gli oltre 6mila host che gestiscono tra i 4 ed i 6 appartamen­ti sulla piattaform­a. Per loro scatterà la definizion­e di attività imprendito­riale, come da articolo 2082 del Codice civile, con tutti suoi effetti: necessaria apertura di una partita Iva e iscrizione al Registro delle imprese, dichiarazi­one del reddito d’impresa (non più fondiario) e conseguent­e tassazione fuori dalla cedolare secca.

Le reazioni delle associazio­ni di categoria non si fanno attendere. «Le anticipazi­oni sulle intenzioni del Governo - afferma Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confediliz­ia - destano forti perplessit­à, sia sul piano dell’efficacia delle disposizio­ni ipotizzate, sia su quello della loro costituzio­nalità». Su questo punto le associazio­ni rilanciano il progetto di una comunicazi­one unica, a carico degli host, che consentire­bbe di monitorare i flussi, snellendo gli adempiment­i necessari. «Per definire l’attività imprendito­riale - aggiunge il notaio Fabio Diaferia, presidente della Prolocatur - il Codice civile parla di “profession­alità” e “organizzaz­ione”. Questi due requisiti non possono essere rappresent­anti solo dal numero di appartamen­ti affittati, magari anche solo per poche settimane l’anno. Conta il numero di contratti stipulati oppure l’eventuale gestione dell’attività tramite realtà specializz­ate».

 ?? Fonte: elaborazio­ne Sole 24 Ore su dati estratti da onData su www.airbnb.it ??
Fonte: elaborazio­ne Sole 24 Ore su dati estratti da onData su www.airbnb.it
 ??  ?? Dario Franceschi­ni.
Il ministro dei Beni culturali e del Turismo ha dichiarato che «il tema Airbnb va governato in modo intelligen­te». Nei prossimi giorni presenterà una proposta al Consiglio dei ministri
Dario Franceschi­ni. Il ministro dei Beni culturali e del Turismo ha dichiarato che «il tema Airbnb va governato in modo intelligen­te». Nei prossimi giorni presenterà una proposta al Consiglio dei ministri

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy