Il Sole 24 Ore

EURO SEMPRE PIÙ DEBOLE: È RECESSIONE?

- Di Marcello Minenna

Camp anellidi allarme per un’ imminente recessione nell’ area Euro. Idatidi dicembre sulla produzione industrial­e, che non scontano lo shock provocato dal coronaviru­s, sono pessimi :-4,14% anno su anno per l’ intera Euro zona ,-4,3% perl’ Italia ed addirittur­a -6,78% perl’ economia tedesca. Aldilà della manifattur­a, a preoccupar­e è la contrazion­e intensa dell’ indice relativo all’edilizia, uno dei settori ancora solidi in Germania.

Anche la Bundesbank si è unita alle illustri istituzion­i che stanno spingendo affinché il governo tedesco reindirizz­i parte del significat­ivo avanzo di bilancio (13,5 miliardi di€ nel 2019) verso un sostegno agli investimen­ti;il quadro normativo che si sta delineando dopo il varo delgreen dea l europeo con la definizion­e di una tassonomia degli investimen­ti green potrebbe essere una bussola di orientamen­to.

‘‘ In due anni la moneta unica ha perso il 12,5% sul dollaro, l’8% sul Franco Svizzero e il 10% sullo Yen. Nell’economia export-led dell’area euro la prima vittima illustre sono state le esportazio­ni

Il contesto economico in peggiorame­nto spiega molto dell’attuale debolezza dell’Euro: in 2 anni la moneta unica ha perso il 12,5% sul Dollaro, l’8% sul Franco Svizzero ed il 10% sullo Yen. Il calo si è determinat­o con il progressiv­o rallentame­nto della congiuntur­a economica globale e della produzione manifattur­iera. Nell’economia export-led dell’area Euro la prima vittima illustre sono state le esportazio­ni: -8% dei tassi di crescita dei volumi dal picco di fine 2017 ai minimi (negativi) di inizio 2019. La debole ripresa nella seconda parte del 2019 è principalm­ente attribuibi­le all’export verso Paesi europei extra-UE (Turchia, Svizzera e Russia), un contributo però già in rapido declino. Costanteme­nte negativo l’interscamb­io con il

Regno Unito, che ha risentito della complessa evoluzione dei negoziati sulla Brexit.

L’analisi dell'indice WTOI (World Trade Organizati­on Index)

nelle sue componenti permette di osservare i fattori chiave che hanno determinat­o la fase di contrazion­e e successiva stagnazion­e del commercio globale che ha impattato negativame­nte sulle esportazio­ni dell’area Euro.

Balza subito all’occhio la debolezza persistent­e del settore automotive (barre celesti) che mostra una crescita molto al di sotto del trend anche nella fase ascendente del ciclo, e subisce un vero e proprio tracollo nel terzo trimestre 2018 dopo il varo della normativa europea anti-inquinamen­to sui motori diesel fino ai minimi raggiunti nel marzo 2019. È superfluo aggiungere come gli impatti di questo calo si siano riverberat­i soprattutt­o sull’industria automobili­stica tedesca e sull’indotto manifattur­iero nei Paesi satelliti ed in Italia. Molto male anche l’industria elettronic­a a trazione cinese (barre arancioni), e non sorride peraltro nemmeno il comparto agricolo (barre grigie), danneggiat­o dalle ritorsioni cinesi sulla produzione agricola USA.

Tuttavia ci sono altre ragioni - di natura finanziari­a - che stanno favorendo la speculazio­ne al ribasso sulla moneta unica. In un contesto di tassi di interessi profondame­nte negativi come quello dell’area Euro, la bassa volatilità incoraggia gli operatori sul mercato FX a prendere in prestito Euro per investire in altre aree valutarie dove si possono ottenere maggiori rendimenti (c.d. carry trade).

Nell’ultimo mese l’incertezza sull’evoluzione dell’economia globale è cresciuta drammatica­mente con l’escalation della crisi sanitaria in Cina, che ha provocato il congelamen­to di 2/3 della seconda economia del mondo e la parziale interruzio­ne delle catene di fornitura internazio­nali. Si tratta di uno shock simultaneo alla domanda ed all’offerta in Cina di enormi proporzion­i, di cui è razionalme­nte impossibil­e prevedere le conseguenz­e in questo momento.

In una visione costruttiv­a, urgono sempre più soluzioni out of the box per rilanciare gli investimen­ti green e la domanda domestica e ridurre simultanea­mente lo squilibrio verso l’estero delle economie europee.

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