L’Africa al centro delle attenzioni dell’Oms: aiutiamoli a prepararsi
Per l’Organizzazione mondiale della Sanità il declino dei nuovi casi riportati dalle autorità cinesi è certo una notizia positiva: ma è troppo presto, ripete, per fare previsioni sugli sviluppi dell’epidemia di Covid-19. Inoltre, al centro delle preoccupazioni ora è il numero delle infezioni registrate altrove, anche in luoghi, come l’Africa, senza un chiaro legame con la Cina o contatti con altri casi confermati.
«La nostra preoccupazione principale - ha detto ieri il direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus - è sempre il potenziale di diffusione del virus nei Paesi più deboli sul fronte dei sistemi sanitari». La priorità, per l’agenzia delle Nazioni Unite, sono 13
Paesi africani ritenuti particolarmente vulnerabili a causa dei loro legami con la Cina: l’Oms chiede 675 milioni di dollari a sostegno dei programmi di aiuto.
«Stiamo lavorando duramente per preparare i Paesi africani al possibile arrivo del virus», ha spiegato Ghebreyesus ricordando che in tutto il continente africano finora è stato riscontrato un solo caso di contagio da coronavirus in Egitto e che molti Paesi hanno sottoposto a test numerosi casi sospetti «che si sono poi fortunatamente rivelati negativi». L’Oms ha consegnato 30mila kit per la protezione personale in 6 Paesi africani ed è pronta a inviarne altri 60 mila in 19 Paesi.
675 MILIONI DI DOLLARI L’agenzia dell’Onu sta disponendo i finanziamenti a sostegno dei 13 Paesi africani maggiormente a rischio contagio