Mattarella: la conoscenza antidoto alle paure irrazionali
«Unità d’intenti un dovere» Ma Salvini insiste: via Conte, difendere gli interessi italiani La suggestione del premier: un tavolo con le opposizioni per fronteggiare la crisi
Prima il ringraziamento a medici, infermieri, Protezione civile, Forze armate e di polizia, «chi sta operando con fatica, con sacrificio, con abnegazione per contrastare il pericolo del coronavirus». Poi il forte richiamo alla compattezza: «L’unità di intenti, e i principi di solidarietà, sono un grande patrimonio per la società, particolarmente in momenti delicati per la collettività. Costituiscono inoltre un dovere. Quando si perdono, ci si indebolisce tutti». Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, coglie l’occasione della cerimonia al Quirinale per il 30°anniversario della Fondazione Telethon per promuovere il valore della conoscenza, «antidoto a paure irrazionali e immotivate che inducono a comportamenti senza ragione e senza beneficio, come avviene talvolta anche in questi giorni». È un invito ai cittadini a fidarsi della scienza, «alleata della società», al contrario dei «comportamenti irrazionali» e del «propagarsi di teorie antiscientifiche, ad esempio sui vaccini» che abbiamo visto dilagare in questi anni. Complice anche parte di quella politica che il presidente non nomina direttamente, ma a cui arriva limpido il monito all’unità.
Concordia, fiducia e scienza sono le tre parole chiave per stabilizzare un quadro caotico. Eppure le fibrillazioni rimangono. All’indomani della salita al Colle e del gelo di Fi e Fdi sull’ipotesi di un governissimo, Matteo Salvini non ferma gli attacchi a Giuseppe Conte. «Servono un premier e un ministro degli Esteri con gli attributi, che sappiano difendere gli interessi e i prodotti italiani», dice il leader della Lega in diretta Facebook dalle piste di Ortisei. Stavolta non risparmia Luigi Di Maio, perché soltanto qualche ora prima l’ex capo politico M5S, fino a quel momento silente, ha cannoneggiato contro i vertici del Carroccio («Si mettano d’accordo con chi amministra con responsabilità sul territorio perché non abbiamo bisogno di campagne elettorali sul coronavirus») e soprattutto ha bocciato l’ipotesi del governissimo: «Il Governo c’è ed è operativo. Sapere che in questi giorni c’è gente che si chiude in una stanza e prova a fare giochi politici sul Governo è veramente disarmante». L’allusione è ovviamente anche a Matteo
Renzi, con cui si consuma il caso Scalfarotto (si veda l’articolo in pagina).
A Palazzo Chigi l’irritazione è palpabile. «Il presidente e i ministri stanno lavorando 24 ore su 24 sull’emergenza», sottolineano i collaboratori del premier. Ma Conte è consapevole che Salvini continuerà a cannoneggiare ogni giorno. Quanto a Renzi, la convinzione è che gli italiani capiscano «l’inopportunità di mettersi a litigare su una delega in questo momento». Dopo giorni di sovraesposizione mediatica, la linea del premier è nell’immediato quella di evitare apparizioni superflue in Tv e di lasciar difendere l’Esecutivo da Pd e M5S. Per questo a illustrare il primo decreto legge con le misure economiche è il ministro dem dell’Economia, Roberto Gualtieri, addirittura prima del Consiglio dei ministri dove approderà in serata. E sempre per questo, quando Salvini liquida il provvedimento come «briciole», aggiungendo che «lo stop alle cartelle deve essere esteso a tutta Italia», a replicare è ancora Di Maio: «Ogni volta che si dice una cosa non vera per contrastare il Governo si causa un danno all’Italia».
Il ritorno dell’asse tra Conte e il ministro degli Esteri si spiega anche con la necessità di provare ad allentare il cordone che sempre più Paesi stanno stringendo intorno all’Italia. Conte ha sentito mercoledì il cancelliere austriaco Kurtz, giovedì il premier israeliano Netanyahu protestando per il divieto di ingresso agli italiani, ieri il primo ministro ceco Andrej Babiš. E le prossime mosse del premier anche sul piano interno dipenderanno dall’evoluzione della crisi sanitaria ed economica. Soltanto allora, infatti, si capirà pure quanto l’ipotesi del governissimo potrà riprendere quota. Ieri molti forzisti hanno preso le distanze dall’apertura di Mara Carfagna alla proposta di Salvini. Come la capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini: «Il Governo di unità nazionale è un virus letale che Forza Italia ha già sperimentato, pagando un prezzo altissimo in termini di consensi sull’altare del rigore montiano. Il centrodestra prima dovrebbe affrontare il tema dell’unità dell’alleanza e di un progetto comune da offrire all’Italia».
Ma se gli eventi dovessero precipitare, anche dentro Fi non si escludono movimenti in nome di quella «responsabilità» citata dallo stesso Silvio Berlusconi. Ed è a quella responsabilità che potrebbe appellarsi anche il premier, sparigliando le carte. Ovvero invitando tutte le forze politiche, opposizioni comprese, a sedersi intorno a un tavolo per lavorare insieme al piano di rilancio del Paese per superare l’emergenza. Quella «cura da cavallo» per la crescita promessa prima del coronavirus, che ora potrebbe rivelarsi vitale. Anche per la sopravvivenza dell’Esecutivo.