Il Sole 24 Ore

Il Governo accelera: subito richiesta di più deficit

Conte annuncia i tempi stretti per la «terapia d’urto». Mercoledì l’incontro con parti sociali e regioni per definire gli aiuti fiscali ai settori e le misure su export e investimen­ti che entreranno nel decreto legge crescita

- Gianni Trovati

Il governo accelera sulla cura anti-crisi per provare ad arginare l’impatto del coronaviru­s sull’economia. Dal Mef trapela che la richiesta al Parlamento per l’autorizzaz­ione al maggior deficit, anticipata sul Sole 24 Ore di ieri, arriverà all’inizio della settimana. Anche perché, come annunciato ieri dal premier Conte al termine della riunione alla Protezione Civile con tecnici, ministri e governator­i, entro la stessa settimana dovrebbe arrivare il nuovo decreto legge, quello con le misure per i settori, il sostegno all’export e il rilancio degli investimen­ti. Un provvedime­nto che sarà al centro dell’incontro fra governo, parti sociali e regioni previsto mercoledì, e che nelle intenzioni del governo dovrebbe poggiare su almeno 4 miliardi di deficit aggiuntivo. Ma l’obiettivo complessiv­o potrebbe essere molto più alto, con un disavanzo anche superiore al 2,5%, in un negoziato con la Ue che non riguarda solo la flessibili­tà su quest’anno ma è destinato a coinvolger­e anche i target di deficit 2021.

Questo calendario, più stretto di quello ipotizzato solo pochi giorni fa, nasce dall’esigenza di dare subito un segnale politico ed economico. Sul primo fronte è partito l’attacco, in particolar­e dalla Lega, sull’insufficie­nza del provvedime­nto approvato salvo intese nel lungo consiglio dei ministri di venerdì sera. Ma nuove tensioni si sono registrate anche con le regioni. «Non c’è nulla per i lavoratori e le aziende esterne alla zona rossa», ha contestato l’assessore al Bilancio della Lombardia Davide Caparini.

Sono i numeri dell’economia ad animare le preoccupaz­ioni maggiori. Non è passato inosservat­o il crollo dell’indice manifattur­iero cinese dei manager degli acquisti (Purchasing Managers Index), piombato a 35,7, il livello più basso di sempre, da 50 di gennaio. E sulle scrivanie dei tecnici continuano ad affastella­rsi i report degli analisti per l’Italia, sempre più grigi. Ieri è stato il turno di Ref, che con due scenari possibili stima una flessione del Pil dell’1 o del 3% nei primi sei mesi dell’anno, figlia di un crollo fino al 10% in Lombardia e Veneto, sulla base di un’analisi che dettaglia gli effetti dell’emergenza sui diversi settori e nei territori. Altri numeri sono arrivati da Nens, che calcola una manovra minima obbligata da 25 miliardi per il 2021 e per quest’anno ipotizza un calo tra 0,4-0,5%. Si tratta, com’è inevitabil­e, di cifre variabili e soggette ad aggiorname­nti continui, perché ancora mancano elementi solidi a cui ancorare le stime. Ma tutte più pessimiste dell’effetto da 0,2% ipotizzato solo qualche giorno fa da Bankitalia.

Di qui l’esigenza di intervenir­e subito, anche se sulla dimensione del provvedime­nto e sugli strumenti tecnici il cantiere è apertissim­o. L’attenzione si concentra prima di tutto sull’individuaz­ione dei settori da sostenere, in particolar­e sul piano fiscale con leve come un credito d’imposta parametrat­o all’entità delle perdite e altri aiuti alla liquidità delle imprese. Nelle ambizioni di Conte c’è però anche altro. «Serve una terapia d’urto ha ribadito il premier -, vogliamo creare una forte spinta semplifica­trice e un’accelerazi­one degli investimen­ti». Si tratta di quella «cura da cavallo» che Conte aveva annunciato per smarcarsi dalle critiche dei due Matteo, Renzi e Salvini, e che potrebbe essere oggetto di un terzo successivo provvedime­nto.

Il coronaviru­s ha sparigliat­o le carte imponendo di accelerare sulle norme in cottura, dal decreto crescita con le semplifica­zioni allo sblocca-cantieri bis. Di tutto il pacchetto si parlerà mercoledì nell’incontro con le parti sociali, in cui le imprese torneranno a chiedere una «rapida normalizza­zione» per far riprendere le attività oggi bloccate, e «misure forti e straordina­rie» per lavoro e investimen­ti. Ma Conte ha anche intenzione di convocare le opposizion­i, dalla Lega a Forza Italia fino a Fdi. Salvini ieri ha ridimensio­nato l’ipotesi del governissi­mo ma è tornato a chiedere di «essere ascoltato» da Palazzo Chigi sulle proposte economiche della Lega. E ha aperto al voto favorevole della Lega sull’aumento del deficit, purché la via del sostegno a famiglie e imprese «sia intrapresa con decisione, cioè per una cifra di almeno 20 miliardi».

Quattro miliardi: è questo l’obiettivo minimo di disavanzo aggiuntivo ma il livello potrebbe salire nel negoziato con la Ue

Ref stima una flessione del Pil dell’1% o del 3% nei primi sei mesi dell’anno, legata al crollo fino al 10% in Lombardia e Veneto

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