Stati Uniti e talebani firmano l’accordo di pace per l’Afghanistan
A Doha la storica intesa che apre al ritiro di truppe americane e Nato
Primo accordo di pace per l’Afghanistan firmato ieri tra americani e talebani in Qatar. Il capo negoziatore Usa, Zalmay Khalilzad, e il vice capo dei talebani, Mullah Abdul Ghani Baradar, hanno firmato l’intesa nella hall dello Sheraton di Doha, sotto gli occhi del segretario di Stato, Mike Pompeo.
Il testo prevede il cessate il fuoco permanente. Entro 14 mesi gli Usa e la coalizione internazionale della Nato ritireranno tutte le truppe dall’Afghanistan. Nei prossimi quattro mesi il contingente Usa sarà ridotto a 8.600 uomini. I talebani si sono impegnati a «partecipare allo sviluppo di un sistema islamico», lasciando le armi da parte, a non offrire protezione a gruppi terroristi anti americani e ad avviare il 10 marzo i negoziati con l’attuale dirigenza afghana per cercare di formare un Governo di coalizione.
«Questo è un giorno di vittoria. La vittoria è arrivata con l’aiuto di Dio», ha detto il vice capo negoziatore Sher Mohammad Abas Stanekzai.
«Questo accordo - ha detto Pompeo - non significa nulla e i buoni sentimenti di oggi non dureranno se non seguiranno provvedimenti concreti agli impegni e alle promesse fatte. Il futuro dell’Afghanistan ora è nelle mani degli afghani e nella loro libertà di determinazione».
La guerra è costata oltre 2mila miliardi di dollari. Nel Paese la situazione è tutt’altro che pacificata. I talebani controllano larga parte dell’area rurale. La corruzione dilaga. Le istituzioni pubbliche sono deboli. L’economia è dipendente dagli aiuti economici americani e internazionali, con la Cina che è diventata il primo partner del Paese e si prepara a dominare economicamente l’area. Nelle aree controllate dai talebani i diritti delle donne e delle minoranze sono a rischio. In molti posti le ragazze non hanno diritto di frequentare le scuole e le donne non possono partecipare alla vita pubblica.
Gli americani non escono vittoriosi, ma riescono a realizzare il loro obiettivo di disimpegno dalla guerra più lunga della storia, più del Vietnam, diventata troppo costosa in termini economici e di vite umane.
I negoziati sono avvenuti in un anno di scontri record. I talebani hanno effettuato 8.204 attacchi nell’ultimo trimestre del 2019, il numero più alto da dieci anni. Gli Usa, nello stesso periodo hanno lanciato 7.423 bombe e missili, un record da quando l’Air Force ha iniziato a registrare i dati nel 2006.
Nei 18 anni della guerra in Afghanistan sono stati uccisi circa 3.550 militari della coalizione internazionale, quasi 2.400 americani. Oltre 50 le vittime tra i militari italiani, che hanno ancora una presenza di circa 800 uomini nella missione Nato Resolute Support. Pesante anche il conto delle vittime afghane. Negli ultimi cinque anni, oltre 50mila soldati delle forze di sicurezza afghane sono stati uccisi. Le perdite tra i talebani sono più difficili da quantificare, ma si ritiene che il numero sia comparabile.
Tante le vittime civili. L’Onu parla di 3.403 civili uccisi l’ultimo anno. Oltre 100mila dal 2009.