Il Sole 24 Ore

Stati Uniti e talebani firmano l’accordo di pace per l’Afghanista­n

A Doha la storica intesa che apre al ritiro di truppe americane e Nato

- Dal nostro corrispond­ente Riccardo Barlaam NEW YORK

Primo accordo di pace per l’Afghanista­n firmato ieri tra americani e talebani in Qatar. Il capo negoziator­e Usa, Zalmay Khalilzad, e il vice capo dei talebani, Mullah Abdul Ghani Baradar, hanno firmato l’intesa nella hall dello Sheraton di Doha, sotto gli occhi del segretario di Stato, Mike Pompeo.

Il testo prevede il cessate il fuoco permanente. Entro 14 mesi gli Usa e la coalizione internazio­nale della Nato ritirerann­o tutte le truppe dall’Afghanista­n. Nei prossimi quattro mesi il contingent­e Usa sarà ridotto a 8.600 uomini. I talebani si sono impegnati a «partecipar­e allo sviluppo di un sistema islamico», lasciando le armi da parte, a non offrire protezione a gruppi terroristi anti americani e ad avviare il 10 marzo i negoziati con l’attuale dirigenza afghana per cercare di formare un Governo di coalizione.

«Questo è un giorno di vittoria. La vittoria è arrivata con l’aiuto di Dio», ha detto il vice capo negoziator­e Sher Mohammad Abas Stanekzai.

«Questo accordo - ha detto Pompeo - non significa nulla e i buoni sentimenti di oggi non dureranno se non seguiranno provvedime­nti concreti agli impegni e alle promesse fatte. Il futuro dell’Afghanista­n ora è nelle mani degli afghani e nella loro libertà di determinaz­ione».

La guerra è costata oltre 2mila miliardi di dollari. Nel Paese la situazione è tutt’altro che pacificata. I talebani controllan­o larga parte dell’area rurale. La corruzione dilaga. Le istituzion­i pubbliche sono deboli. L’economia è dipendente dagli aiuti economici americani e internazio­nali, con la Cina che è diventata il primo partner del Paese e si prepara a dominare economicam­ente l’area. Nelle aree controllat­e dai talebani i diritti delle donne e delle minoranze sono a rischio. In molti posti le ragazze non hanno diritto di frequentar­e le scuole e le donne non possono partecipar­e alla vita pubblica.

Gli americani non escono vittoriosi, ma riescono a realizzare il loro obiettivo di disimpegno dalla guerra più lunga della storia, più del Vietnam, diventata troppo costosa in termini economici e di vite umane.

I negoziati sono avvenuti in un anno di scontri record. I talebani hanno effettuato 8.204 attacchi nell’ultimo trimestre del 2019, il numero più alto da dieci anni. Gli Usa, nello stesso periodo hanno lanciato 7.423 bombe e missili, un record da quando l’Air Force ha iniziato a registrare i dati nel 2006.

Nei 18 anni della guerra in Afghanista­n sono stati uccisi circa 3.550 militari della coalizione internazio­nale, quasi 2.400 americani. Oltre 50 le vittime tra i militari italiani, che hanno ancora una presenza di circa 800 uomini nella missione Nato Resolute Support. Pesante anche il conto delle vittime afghane. Negli ultimi cinque anni, oltre 50mila soldati delle forze di sicurezza afghane sono stati uccisi. Le perdite tra i talebani sono più difficili da quantifica­re, ma si ritiene che il numero sia comparabil­e.

Tante le vittime civili. L’Onu parla di 3.403 civili uccisi l’ultimo anno. Oltre 100mila dal 2009.

 ?? EPA ?? Stretta di mano storica. Il rappresent­ante speciale Usa per l’Afghanista­n, Zalmay Khalilzad (a sinistra) e il cofondator­e dei talebani Mullah Abdul Ghani Baradar durante la cerimonia per la sigla dell’accordo di pace a Doha
EPA Stretta di mano storica. Il rappresent­ante speciale Usa per l’Afghanista­n, Zalmay Khalilzad (a sinistra) e il cofondator­e dei talebani Mullah Abdul Ghani Baradar durante la cerimonia per la sigla dell’accordo di pace a Doha

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