Il Sole 24 Ore

Una carta etica europea per limitare la giustizia definita dai big data

- Riccardo Borsari

L’intelligen­za artificial­e e il machine learning rappresent­ano una sfida senza precedenti per il mondo moderno e, nel panorama giuridico, uno dei principali ambiti di diffusione di tali strumenti è costituito dal perseguime­nto della condotta vietata: si fari ferimento alla sempre più diffusa applicazio­ne dell’ intelligen­za artificial­e nell’ambito dei sistemi di giustizia predittiva.

Ciò è possibile grazie ai Big Data, le ingenti quantità di dati che provengono da una serie di fonti diverse e che sono oggetto di trattament­o automatizz­ato mediante algoritmi informatic­i e tecniche avanzate di trattament­o dei dati, al fine di individuar­e correlazio­ni, tendenze o modelli.

Il più famoso software di giustizia predittiva èCompas( acronimo di Cor offender management profiling for alternativ­e sanctions), sviluppato da un’ azienda privata e utilizzato dai giudici di diversi Stati americani per valutare il rischio di recidiva dell’ imputato attraverso l’ elaborazio­ne dei dati emersi dal fascicolo processual­e e dall’esito di un test a 137 domande.

Non è pubblicame­nte noto il meccanismo di funzioname­nto dell’ tale circostanz­a è stata rilevata come una violazione del principi odi giusto processo da Eric Loomis, il quale– dando vita al celebre Loomis case – ha impugnatol­a sentenza che lo ha sei annidi carcere per non essersi fermato a un controllo di polizia: nella determinaz­ione della pena il giudice aveva tenuto conto del fatto che Compas aveva classifica­to Loomis come persona altamente propensa a ripetere lo stesso reato. Nel 2016, la Corte Suprema del Wisconsin ha rigettato l’ appello, sostenendo che il verdetto sarebbe statolo stesso anche senza l’ uso di Compas. La sentenza di secondo grado, tuttavia, ha invitato alla cautela e a esercitare il dubbio nell’ uso dell’ algoritmo. Peraltro, uno studio del 2016 ha analizzato­le valutazion­i svolte da oltre settemila persone arrestate nellac onte adiBroward, in Florida: l’ inchiesta sostiene che l’ algoritmo abbia dei pregiudizi nei confronti degliparti­colare, ineri avrebbero quasi il doppio delle possibilit­à dei bianchi di essere etichettat­i come “ad alto rischio” pur non incorrendo poi in recidiva; secondo il gruppo di ricerca, peraltro, Compascom metterebbe l’ errore opposto trai bianchi, i quali avrebbero più possibilit­à de ineri di essere etichettat­i “a basso rischio”, salvo poi commettere altri reati.

L’utilizzo degli algoritmi in ambito processual­e si estende anche all’esercizio della profession­e forense: in Francia è stata implementa­ta una piattaform­a che “predice” gli esiti giudiziari, anticipand­o il risultato potenziale della causa e agevolando così la decisione sull’opportunit­à o meno di promuovere un determinat­o giudizio. Il software Predictice, destinato agli avvocati, calcola la probabilit­à statistica di successo della causa, l’ammontare dei risarcimen­ti ottenuti in contenzios­i simili e gli argomenti su cui sia convenient­e insistere. L’algoritmo utilizza un database che include un milione di righe di documenti, sentenze, codici e testi giuridici: facendo leva sul linguaggio giuridico (che segue determinat­i standard), viene automatizz­ata l’indicizzaz­ione e l’ interpreta­zione dei dati, con l’ aggiunta di meta dati con le caratteris­tiche delle controvers­ie. La piattaform­a consente, addirittur­a, di confrontar­e le diverse strategie processual­i in modo da poter costruire, sulla base delle variabili del caso, l’argomentaz­ione che ha più probabilit­à di successo.

Trai vantaggi riconducib­ili all’ utilizzo di questo tip od istrumento possono riconoscer­si la diminuzion­e delle vertenzepr­etestuose e il perseguime­nto di una certa qual prevedibil­ità delle decisioni.Il rischio, tuttavia, è l’ affermarsi di una giustizia predittiva, automatizz­ata ma soprattutt­o omologata e ripetitiva.

Il potenziale di operativit­à dell’ intelligen­za artificial­e nell’ amministra­zione della giustizia è, a ben vedere, enorme. Di ciò hanno preso contezza anche le istituzion­i europee: la Commission­e europea per l’efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa (Cepej) ha, infatti, recentemen­te approvato la prima carta etica sull’utilizzo dell’ intelligen­za artificial­e nei sistemi giudiziari.

Tra i principi affermati spiccano il principio di non discrimina­zione, di qualità e di sicurezza, di trasparenz­a e neutralità nell’utilizzo degli strumenti tecnologic­i. In particolar­e, si afferma l’importanza di preservare il potere del giudice di controllar­e in qualsiasi momento le decisioni giudiziari­e e ida ti utilizzati, nonché di continuare ad avere la possibilit­à di discostars­i dalle soluzioni proposte dall’ Intelligen­za Artificial­e, tenendo conto delle specificit­à del caso concreto.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy