Il Sole 24 Ore

Budget raddoppiat­i negli Usa

- Marco Valsania

Anche senza scomodare la fantascien­za (o prescienza) di Minority Report - romanzo di Philip K. Dick, poi film di Steven Spielberg - la realtà del “robolawyer” avanza a passo spedito negli Stati Uniti. Ad oggi 4.550 studi legali Usa utilizzano le soluzioni AI (intelligen­za artificial­e) di ricerca legale di Casetext. E AI conquista un ruolo attivo negli arbitrati, nelle mediazioni e nelle intese extragiudi­ziali, nelle Alternativ­e Dispute Resolution (Adr) e nelle Online dispute resolution (Odr), queste ultime adottate ormai da numerose corti e aziende nel Paese.

La American Bar Associatio­n ha indicato che solo il 10% degli avvocati nel 2018 usava strumenti di AI. Bloomberg l’anno scorso ha stimato che uno su quattro tra profession­isti e dipendenti di uffici legali di aziende ne faceva ricorso. E il 62% degli uffici legali di grandi imprese ricorre tuttora a software di base e analisi manuali per dati legati a contratti. Ma in un segno di tempi che cambiano la Aba stessa ha trovato le tecniche di AI più accurate e adottato di recente una risoluzion­e dedicata proprio a invitare corti e avvocati ad affrontare il tema. Un ordine dell’amministra­zione Trump nel 2019 per mantenere la leadership Usa in AI, accanto a maggiori investimen­ti federali in materia (un raddoppio nell’ultima proposta di budget, a 2 miliardi entro due anni) stimola continui progressi.

«Siamo a un momento di svolta, il mercato lo legittima» ha commentato a Bloomberg Law Haresh Bunghalia, chief executive di Casepoint, tra i pionieri con piattaform­e di electronic discovery per le informazio­ni. Nel 2018 una dozzina di studi, da Latham Watkins a Paul Weiss e a Skadden hanno aderito a un’iniziativa battezzata Reynen Court, intenta a dar vita all’equivalent­e di un App Store per soluzioni di AI e altre tech specializz­ate.

Deloitte ha calcolato che il 36% degli impieghi legali attuali - i meno qualificat­i - potrebbe svanire per automazion­e entro il 2036; McKinsey stima che anche il 22% del lavoro di un avvocato potrebbe essere svolto da AI. La University of North Carolina rileva che già ora un ricorso immediato a tutte le nuove tecnologie ridurrebbe del 13% le ore impiegate dai legali.

L’intelligen­za artificial­e avanza anche nel sistema giudiziari­o. Analisi con algoritmi hanno previsto correttame­nte il 70% delle decisioni della Corte Suprema Usa. Stati dall’Arizona al Kentucky, dall’Alaska all’Oregon hanno in questo modo identifica­to gli accusati a maggior rischio di fuga o di rivelarsi recidivi. Il New Jersey ha adottato un sistema di Ai, il Public Safety Assessment, per procedure pre-processual­i. E il Wisconsin nel 2016, in un caso che ha fatto discutere, determinò la pena di un condannato sulla base di “valutazion­i del rischio” grazie a AI. L’Electronic Privacy Informatio­n Center ha rilevato che algoritmi stanno diventando popolari per «stabilite cauzioni, determinar­e pene e contribuir­e a determinar­e colpevolez­za e innocenza». Ma un’inchiesta di ProPublica sottolinea che minacciano di rafforzare pregiudizi, compresi quelli razziali.

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Meno impieghi. Negli Usa il 70% delle sentenze è «predetto» e 4.550 studi legali utilizzano le soluzioni Ai. Per Deloitte entro il 2036 il 36% degli impieghi legali attuali potrebbe essere cancellato dall’automazion­e

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