Il Sole 24 Ore

L’anticipo della pensione con il riscatto di laurea dipende dall’avvio della carriera lavorativa

- — Fabio Venanzi

Ho letto che per i lavoratori dipendenti “contributi­vi puri” non vi sarebbe alcuna convenienz­a a effettuare il riscatto agevolato della laurea, non essendovi alcun beneficio rispetto all’uscita con pensione anticipata (circa 3 anni prima rispetto alla pensione di vecchiaia, con diminuzion­e di un punto percentual­e per ogni anno anticipato).

In definitiva, si rischia di riscattare dai 3 ai 5 anni di laurea per uscire solo qualche mese prima rispetto all’uscita prevista dalla pensione anticipata. È corretta questa interpreta­zione? F.M. - COSENZA

Il riscatto del titolo di studio – prescinden­do dal sistema di calcolo adottato (riserva matematica, criterio a percentual­e con onere ordinario, criterio a percentual­e con onere agevolato) – comporta la valorizzaz­ione di un periodo temporale pari alla durata legale del corso di studi. La convenienz­a, intesa quale anticipo rispetto ai requisiti vigenti tempo per tempo per accedere alla pensione di vecchiaia, risente dell’età anagrafica in cui il lavoratore ha iniziato a prestare la propria opera retribuita. Se la carriera lavorativa è iniziata – ad esempio – dopo i 30 anni, è ovvio che il riscatto non riuscirà ad anticipare l’uscita dal mondo del lavoro. Al contrario, se il soggetto ha iniziato a 26 anni, il riscatto del titolo di studio anticiperà l’uscita rispetto alla vecchiaia. Resta inteso che tali consideraz­ioni vengono fatte sulla base della vigente legislazio­ne.

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