L’anticipo della pensione con il riscatto di laurea dipende dall’avvio della carriera lavorativa
Ho letto che per i lavoratori dipendenti “contributivi puri” non vi sarebbe alcuna convenienza a effettuare il riscatto agevolato della laurea, non essendovi alcun beneficio rispetto all’uscita con pensione anticipata (circa 3 anni prima rispetto alla pensione di vecchiaia, con diminuzione di un punto percentuale per ogni anno anticipato).
In definitiva, si rischia di riscattare dai 3 ai 5 anni di laurea per uscire solo qualche mese prima rispetto all’uscita prevista dalla pensione anticipata. È corretta questa interpretazione? F.M. - COSENZA
Il riscatto del titolo di studio – prescindendo dal sistema di calcolo adottato (riserva matematica, criterio a percentuale con onere ordinario, criterio a percentuale con onere agevolato) – comporta la valorizzazione di un periodo temporale pari alla durata legale del corso di studi. La convenienza, intesa quale anticipo rispetto ai requisiti vigenti tempo per tempo per accedere alla pensione di vecchiaia, risente dell’età anagrafica in cui il lavoratore ha iniziato a prestare la propria opera retribuita. Se la carriera lavorativa è iniziata – ad esempio – dopo i 30 anni, è ovvio che il riscatto non riuscirà ad anticipare l’uscita dal mondo del lavoro. Al contrario, se il soggetto ha iniziato a 26 anni, il riscatto del titolo di studio anticiperà l’uscita rispetto alla vecchiaia. Resta inteso che tali considerazioni vengono fatte sulla base della vigente legislazione.